IN COLOMBIA SONO 258 GLI EX APPARTENENTI ALLE FARC UCCISI DALLA FIRMA DEGLI ACCORDI DI PACE
Il nuovo anno è iniziato solo da 36 giorni e gli omicidi mirati in Colombia hanno raggiunto la cifra di 22 Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto per lo sviluppo e gli studi sulla pace (Indepaz).
In sole sei settimane i leader sociali uccisi nel paese sud americano nell’indifferenza più totale della comunità internazionale sempre attenta a qualunque violazione certa o supposta dei diritti umani hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 22. Secondo il rapporto dell’Indepaz il dipartimento di Antioquia, nel nord-ovest del paese, concentra il maggior numero di omicidi con sei persone uccise, segue Valle del Cauca con tre e dal dipartimento di Cauca con due. Tra gli uccisi nove erano autorità civili, sei erano autorità comunali e due erano sindacalisti. Complessivamente dall’inizio dell’anno sono stati compiuti almeno 12 massacri, uno ogni tre giorni, che hanno lasciato sul campo 42 persone morte.
Mentre sono già nove gli ex combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane che avevano firmato gli accordi di pace con il governo della Colombia caduti dall’inizio del 2021 sotto i colpi delle milizie para militari che imperversano indisturbate nelle regioni di confine del paese sud americano. Complessivamente sono 258 gli ex appartenenti alle FARC uccisi dalla firma degli accordi di pace con il governo colombiano nel 2015. Il dipartimento di Antioquia detiene anche nel caso degli omicidi degli ex appartenenti alle FARC il triste primato con tre ex guerriglieri uccisi.
Di fronte a questa mattanza il governo di Ivan Duque resta immobile ed indifferente. Infatti sono 181 gli ex guerriglieri uccisi dall’inizio del suo mandato. Secondo gli accordi sottoscritti dalle parti il governo avrebbe dovuto garantire protezione agli ex guerriglieri delle FARC ma come risulta evidente tali accordi sono stati colpevolmente disattesi. Si potrebbe altresì pensare che da parte del governo Duque e da quello che lo ha preceduto ci sia la volontà di sterminare, con la complicità della comunità internazionale che si volta dall’altro lato, il maggior numero possibile di ex appartenenti alle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane.
L’ultimo omicidio si è verificato sabato 13 febbraio nel comune di Cañasgordas (Antioquia) dove è stato assassinato Leonel Antonio Restrepo Arenas, un ex appartenente alle FARC che stava seguendo un programma di reinserimento sociale.
Leonel Antonio Restrepo stava guidando una moto in compagnia di un famigliare quando è stato avvicinato da sconosciuti che hanno aperto il fuoco contro i due. Leonel Antonio Restrepo è morto sul colpo mentre l’altro viaggiatore è deceduto poche ore dopo in ospedale.
Dal Fondo norvegese per i diritti umani, è stato anche riferito che, solo nel 2020, circa 177 difensori dei diritti umani sono stati uccisi in Colombia, rendendolo di gran lunga il paese in cui si è verificato il maggior numero di morti, con 331 omicidi.
Nell’ultima settimana, anche il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha dovuto riconoscere la sua preoccupazione per i dati della violenza politica in Colombia, anche se non ha condannato l’immobilità e l’indifferenza del governo di Ivan Duque .
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info