IN INDIA CONTINUANO GLI SCIOPERI E LE PROTESTE DEI CONTADINI
Gli agricoltori in india protestano da oltre 2 mesi contro le riforme agrarie pensate a beneficio dei grandi latifondisti, e rappresentano una terribile mazzata per milioni piccoli produttori. Migliaia di manifestanti sono accampati ai margini di Delhi, tra rischio Covid e temperature notturne sottozero.
Già l’8 dicembre, centinaia di manifestanti hanno quindi bloccato parte delle vie d’accesso e d’uscita dalla capitale indiana, consentendo il transito dei soli mezzi d’emergenza, come le ambulanze. Al momento, sarebbero almeno cinque le principali autostrade bloccate fuori da Nuova Delhi e i manifestanti non hanno intenzione di andarsene fin quando non saranno cancellate le leggi al centro delle loro proteste. Nel corso della giornata, gli agricoltori hanno declamato slogan quali “Lunga vita all’unità degli agricoltori” e “Senza agricoltori, niente cibo”. Nel corso dello sciopero, poi, i leader delle proteste hanno anche minacciato di occupare piazze e strade a pedaggio in tutto il Paese, allargando le manifestazioni, se le nuove leggi sull’agricoltura non saranno abolite.
È dal 27 novembre scorso che decine di migliaia di agricoltori indiani sono giunti a Nuova Delhi con camion, autobus e trattori manifestando sia ai confini, sia dentro la città e bloccandone le principali vie d’accesso. Dopo una giornata di scontri con la polizia, che ha utilizzato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e cariche, il 28 novembre, le autorità di Nuova Delhi avevano assegnato ai manifestanti luoghi specifici dove protestare i cui limiti non sono stati però rispettati. Al momento, le proteste sono ancora in corso e gli agricoltori continuano ad essere accampati fuori da Nuova Delhi. Il prossimo incontro con i rappresentati del governo è stato fissato per il 9 dicembre.
Gli agricoltori indiani stavano già protestando da mesi negli stati di Punjab e Haryana per tre leggi di liberalizzazione adottate lo scorso 27 settembre dal governo del primo ministro indiano Modi in materia di agricoltura, che consentirebbero agli agricoltori di vendere i propri prodotti ovunque e a chiunque, non limitandoli agli ingrossi regolati dal governo. In base ai nuovi provvedimenti, secondo i manifestanti, il governo smetterebbe di comprare prodotti agricoli a prezzi minimi garantiti e consentirebbe il loro sfruttamento da parte di grandi aziende private che potrebbero così comprare i loro raccolti a prezzi bassi.
Secondo il governo, però, le nuove leggi sarebbero invece necessarie per riformare il sistema agricolo e consentire agli agricoltori la libertà di commerciare i propri prodotti liberamente e potenziare la produzione agricola in generale, grazie ad investimenti privati. Inoltre, il governo indiano ha anche rassicurato gli agricoltori che il cosiddetto “prezzo di sostegno minimo” non verrà abolito e che gli agricoltori potranno scegliere i propri acquirenti.