GASDOTTO NORD STREAM 2 LA GERMANIA APPROVA UN FONDO PER AGGIRARE LE SANZIONI USA
Il parlamento del land tedesco del Meclemburgo-Pomerania Anteriore ha dato disco verde all’istituzione di un fondo che consenta, in pratica, di aggirare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia allo scopo di impedire la costruzione del Nord Stream 2, il nuovo gasdotto che dovrebbe collegare, appunto, la stessa Russia alla Germania. Washington non ha mai nascosto la propria marcata ostilità al progetto, evidenziando che la realizzazione dell’infrastruttura “metterebbe a rischio la sicurezza energetica dell’Europa”. Le autorità americane, e in particolare l’amministrazione Trump, non hanno mai spiegato, però, in quale modo, concretamente, un simile rischio si potrebbe materializzare.
L’assemblea parlamentare del land, che invece considera strategica l’opera, ha perciò disposto di trasferire risorse pubbliche per un importo complessivo di 200mila euro al fondo destinato al Nord Stream 2, controllato dal gigante russo Gazprom che si è già impegnato a un investimento di oltre 20 milioni di euro. “Ci auguriamo che il ricorso a tale misura non si renda necessario – ha dichiarato il primo ministro regionale Manuela Schwesig -. Ogni decisione sarà vincolata alle scelte degli Stati Uniti che, in questo momento, danneggiano sia le aziende tedesche che quelle russe”.
Secondo il progetto originario, una volta completato il gasdotto partirà dalla regione russa di San Pietroburgo, aggirando gli Stati baltici e la Polonia, e arriverà sulla costa nord-orientale della Germania. Il fondo è stato costituito con l’intento di favorire le iniziative di tutela dell’ambiente locale e supportare il completamento dell’infrastruttura acquistando attrezzature e materiali di complemento. L’opposizione degli Stati Uniti al Nord Stream 2 è stata finora portata avanti, in verità, sia verso la Germania che nei confronti della Russia per salvaguardare le importazioni in Europa di gas liquido naturale americano.
Lunedì scorso, il vice primo ministro russo Alexander Novak aveva definito ancora una volta le sanzioni statunitensi come una forma di “palese protezionismo”, sottolineando che il gasdotto sarà in ogni caso completato grazie al sostegno dei Paesi e delle società europee. La maggior parte dell’opera, peraltro, risulta già compiuta e, stando alle stime dei tecnici, solo il 6% del lavoro rimane ancora da fare. Poche settimane fa, una nave russa aveva terminato un ulteriore tratto di 2,6 chilometri nelle acque tedesche. Alla fine di questo mese, un’altra sezione di tubi verrà posata nelle acque danesi.
Alessandro Borelli