IL VICE PRESIDENTE USA CRITICA L’UNIONE EUROPEA
Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha tenuto un discorso questo venerdì sulla posizione del suo paese sulla scena mondiale durante la 61esima. Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che durerà fino al 16 febbraio.
Il suo intervento avviene in mezzo alla perplessità in Occidente per la conversazione telefonica tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo statunitense, Donald Trump.
“La minaccia che più mi preoccupa per quanto riguarda l’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, il ritiro dell’Europa rispetto ad alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti”, ha dichiarato il vice presidente statunitense.
“Quando vediamo le corti europee annullare le elezioni, con alti funzionari che minacciano di cancellarne altre, dobbiamo chiederci se ci atteniamo a standard adeguatamente elevati”, ha continuato riferendosi chiaramente alla decisione della Romania di annullare le elezioni.
Riferendosi poi all’ex commissario europeo Thierry Breton, senza nominarlo direttamente, – il vicepresidente degli Stati Uniti si è rammaricato affermando che “sembrava felice perché il governo rumeno aveva appena annullato intere elezioni”, suggerendo che “lo stesso potrebbe accadere in Germania”.
“Ora, queste dichiarazioni arroganti sono scioccanti per le orecchie degli statunitensi. Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi. Tutto, dalla nostra politica sull’Ucraina alla censura digitale, viene fatturato come difesa della democrazia”, ha sostenuto.
In questo senso, Vance si è chiesto perché l’Europa sta lottando e da cosa si sta difendendo. “Se state correndo con la paura dei vostri stessi elettori, non c’è niente che gli Stati Uniti possano fare per voi, né, quindi, non c’è niente che possiate fare per il popolo statunitense, che ha eletto me e ha eletto il presidente Trump”, ha aggiunto.
Dopo aver ricordato che gli elettori europei ora eleggono “leader politici che promettono di porre fine alla migrazione incontrollata”, il vicepresidente degli Stati Uniti ha insistito sul fatto che mettere a tacere le voci “non protegge affatto” e “è il modo più sicuro per distruggere la democrazia”.
“Se la democrazia degli Stati Uniti può sopravvivere a 10 anni di rimproveri di Greta Thunberg, può sopravvivere a qualche mese di Elon Musk”, ha detto. “Ma ciò a cui la democrazia tedesca non sopravviverà, né alcuna democrazia – americana, tedesca o europea – è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro suppliche di sollievo, non sono validi o non meritano nemmeno di essere considerati”.
“I cittadini di tutte le nostre nazioni di solito non sono considerati animali educati o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale, e non sorprende che non vogliano essere scossi o ignorati inesorabilmente dai loro leader”, ha spiegato Vance.
Invece di limitarsi a proclamare i valori democratici, è necessario vivere seguendo questi stessi valori, ha sottolineato il vicepresidente americano, esprimendo il suo fermo rifiuto delle politiche europee che respingono le persone e le loro preoccupazioni o che, “pegio ancora”, annullano i media, le elezioni e lasciano i cittadini fuori dal processo politico nei rispettivi paesi.
“Dire ciò che si pensa ed esprimere opinioni non è un’interferenza elettorale, anche quando le persone esprimono opinioni al di fuori del proprio paese e anche quando quelle persone sono molto influenti”, ha avvertito.
“Si scopre che l’innovazione o la creatività non possono essere imposte, così come non si possono costringere le persone a pensare, sentire o credere, e crediamo che queste cose siano sicuramente correlate. E, purtroppo, quando guardo all’Europa di oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda”, ha lamentato il politico.
Le regole dell’Unione europea sulla moderazione dei contenuti sono state oggetto di critiche da parte del vice presidente di Trump, che si è rammaricato del fatto che la polizia tedesca abbia intrapreso “azioni contro cittadini sospettati di aver pubblicato commenti antifemministi ‘online’ come parte della ‘lotta contro la misoginia su Internet'”.
Allo stesso modo, Vance ha criticato i piani del governo svedese di condannare un attivista per aver bruciato le copie del Corano.
“Per molti di noi dall’altra parte dell’Atlantico, questo assomiglia sempre di più a vecchi interessi trincerati che si nascondono dietro brutte parole dell’epoca sovietica come la disinformazione, semplicemente non piace l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa o, Dio non voglia, votare in modo diverso o, peggio ancora, vincere le elezioni”, ha concluso.
Belle parole quelle espresse da J.D. Vance, se non uscissero dalla bocca di un vice presidente degli Stati Uniti. Mi sembra davvero paradossale che dalla Casa Bianca si cerchi di fare la morale all’Europa, con tutti i difetti del caso.
E’ paradossale che il vice presidente ci ricordi che le elezioni non vanno annullate quando non vince il candidato che vorremmo. Si dimentica però di citare quante volte le amministrazioni statunitensi non hanno riconosciuto le elezioni in mezzo mondo. America Latina compresa, quando i candidati non a loro vicini hanno vinto. Il Venezuela vi ricorda qualcosa? E Juan Guaidò? Quando si proclamò presidente del Venezuela in mezzo a una piazza a Caracas alla presidenza degli Stati Uniti c’era Trump.
Riguardo alle censure ai mezzi di informazione, cosa del resto deplorevole, J.D. Vance si dimentica di ricordare che proprio in questi giorni si è scoperto. sai che novità, che l’Usaid pagava oltre 6200 giornalisti di oltre 700 testate e che l’agenzia di stampa Reuters ha ricevuto per anni milioni di dollari dal dipartimento di stato proprio quando il suo presidente era alla guida degli Stati Uniti.
Inoltre come può scagliarsi sulle regole sulla moderazione dei contenuti pubblicati su internet quando lo stesso Zuckemberg ha denunciato di essere stato sottoposto a pressioni dalla Casa Bianca per censurare alcuni contenuti dal suo social network.
Insomma chi è senza peccato scagli la prima pietra …
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info