E se avessimo avuto ragione noi?
Finalmente i nodi arrivano al pettine, e probabilmente avevamo ragione noi che ci bollavano di agenti al servizio dei servizi segreti russi, noi che ci tappavano la bocca ogni volta che dicevamo che la guerra tra Russia e Ucraina non era la nostra, noi che affermavamo che le sanzioni contro Mosca si sarebbero ritorte contro noi stessi.
A tre anni dall’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev, progettato e messo in atto dagli Stati Uniti con l’appoggio dei servi europei, molte cose sono state rivelate, anche se noi, agenti del Cremlino, lo dicevamo solo pochi giorni dopo l’inizio delle ostilità.
Si scopre, sai che novità, lo sapevano anche i sassi e tutti coloro che ragionano con il loro cervello e che non vivono delle veline della Casa Bianca, che l’Usaid, l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, finanziava almeno 6200 giornalisti appartenenti a oltre 700 testate, che il 90 per cento dei mezzi di informazione ucraini, quelli da cui i nostri giornalai attingevano le notizie, ricevevano aiuti dall’agenzia. Adesso qualcuno si meraviglia, ma era chiaro fin dai primi giorni che le notizie che arrivavano sulle scrivanie dei nostri poco attenti, ma servili, giornali non potevano essere vere. Ci hanno ammorbato i gioielli di famiglia con la storia dei chip presi dalle lavatrici russe perché a Mosca avevano terminato quelli per i missili, e meno male che avevano le lavatrici, ci hanno ricordato che in mancanza di fucili i soldati russi erano costretti a combattere con le pale, poi sarebbero arrivati in aiuto a Putin i militari nordcoreani che però nessuno ha visto, Non li potevano riconoscere perché ai morti gli venivano bruciate le facce per non farli riconoscere. Poi, siccome non capivano la lingua li tenevano nelle retrovie. Ma siccome molti erano morti in battaglia, non si è mai visto un cadavere, ma certo come si poteva vedere il cadavere se gli bruciavano la faccia, i commilitoni sarebbero tornati in patria.
Alcuni giorni fa il Messaggero ci avvisava che i soldati russi combattono al fronte con i cavalli perché avrebbero terminato i mezzi per muoversi. Ma davvero ci prendono per scemi? Ma dopo tutte le fantasiose invenzioni giornalistiche atte a denigrare l’esercito di Mosca, questa ci mancava proprio.
Il messia dei nostri giorni, al secolo Mario Draghi, all’inizio del conflitto ci garantiva, gonfiandosi il petto, che le sanzioni contro la Russia la avrebbero portata sul lastrico e al fallimento in tre settimane. Oggi scopriamo invece che siamo noi i primi a soffrire per le sanzioni. L’economia dell’Europa è in crisi nera, quella Italiana non fa eccezione. La produzione industriale del nostro paese è in calo costante, rispetto al 2023 l’industria del bel paese è calata, nel 2024, del 3,6 per cento. Ma le sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia.
Paghiamo il gas tre o quattro volte quello che pagano negli Stati Uniti grazie alla decisione presa dai nostri governanti che siedono sulle poltrone di Bruxelles di rinunciare al gas russo. Ma siccome siamo alleati degli Stati Uniti ci hanno pure distrutto i gasdotti North Stream 1 e 2 dando poi la colpa allo stesso Putin che in un momento di rabbia si sarebbe bombardato da solo i gasdotti, come faceva quello che si tagliava i gioielli di famiglia per far dispetto alla moglie. Ma la cosa incredibile e che tutti ci hanno creduto e penso che ancora qualcuno ci creda. Come non potevano non crederci: a reti unificate tutti ripetevano che era stato Putin, poi si scopre che l’Usaid li finanziava per raccontarci le barzellette.
Se poi ti provavi a dire che tutto il conflitto era una strategia statunitense per debilitare l’economia europea venivi preso per il solito complottista. Oggi basta guardare i dati economici del vecchio continente per capire da che parte stava la verità. La Germania, un tempo la locomotiva d’Europa, è diventata l’ultimo vagone del treno europeo.
Se ti provavi a scrivere che non si sapeva dove finivano i soldi che arrivavano a fiumi a Kiev o che l’esercito ucraino vendeva le armi di sotto banco la scure dei fake checker cadeva inesorabilmente sulla tua testa. Oggi viene chiesto dalla nuova amministrazione statunitense di Donald Trump al circo di Zelensky di rendere conto dei finanziamenti ricevuti, forse avevamo ragione noi quando affermavamo, citando i report sulla corruzione, che l’Ucraina era il paese più corrotto in Europa e uno dei primi nella classifica mondiale. Ma noi dovevamo aiutare Kiev a lottare per la libertà e per il ripristino del diritto internazionale violato dalla cattiva Russia di Putin, dimenticandoci però di ricordare ai lettori che proprio i nostri alleati di oltre manica e di oltre oceano avevano sabotato ogni tentativo di pace nell’aprile del 2022, a pochi mesi dall’inizio del conflitto.
Oggi il noto giornalista statunitense Tucker Carlson afferma che almeno il 50 per cento delle armi che sono arrivate in Ucraina sono vendute dallo stesso esercito sotto banco in mezzo mondo. Quando scrivevo che sul dark web si potevano acquistare armi provenienti dall’occidente e destinate a Kiev i soliti censori della rete mi avvisavano che stavo diffondendo false notizie, mentre quelle pubblicate dai loro amici finanziati dall’Usaid erano le uniche verità possibili.
A tre anni dall’inizio del conflitto mi sento di affermare che avevamo ragione noi e che quelli che diffondevano false notizie non eravamo noi. Non ci voleva una grande scienza per capire che ci stavano prendendo tutti in giro, ma la macchina mediatica organizzata, la poca voglia dei lettori di approfondire le notizie, il costante bombardamento mediatico a cui ogni cittadino è sottoposto ha fatto il resto.
Per giustificare poi che le notizie pubblicate dai nostri media non avessero un contraddittorio abbiamo deciso, in barba a ogni regola democratica, di impedire alla controparte russa di diffondere la sua visione sul conflitto. Non che ciò che arrivi da Mosca sia l’oro colato, che non sia propaganda, ma sostenere che i russi combattevano con le pale non mi sembra una pagina di giornalismo di cui dovremmo andare fieri. I canali russi come Sputnik, Russia Today e Tass per NewsGuard, uno dei tanti fake checker che decidono quale notizia è vera e quale è falsa, sono dei diffonditori di menzogne, quindi chiunque ne pubblichi le notizie sta diffondendo informazioni false.
Sono stato censurato perché pubblicavo notizie provenienti da Russia Today dove si sosteneva che in Ucraina esistevano laboratori segreti dove si preparavano medicine e si studiavano i virus. Laboratori scoperti dai russi nelle provincie ucraine del Donbass finanziati dagli Stati Uniti. Mai lo avessi fatto … Oggi Robert Kennedy, ministro della sanità del governo di Trump, denuncia, fuori tempo massimo, che gli Stati Uniti stanno finanziando centinaia di biolaboratori in mezzo mondo, Ucraina compresa.
Infine non bisogna dimenticare che la patata bollente ucraina ci resterà nelle mani per un bel po’ di tempo. Il nuovo presidente statunitense che da un lato sbandiera la sua amicizia con Putin, che vorrebbe trovare una soluzione di pace al conflitto, ci avvisa che d’ora in avanti dovranno essere gli europei a prendersi in carico il compito di armare Kiev. Dovremmo continuare a sottrarre le risorse dai nostri bilanci per acquistare le armi di produzione statunitense per donarle a Zelensky o a chi arriverà dopo di lui quando si decideranno a celebrare le elezioni.
Insomma becchi e bastonati.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info