Un militare dell’esercito ucrainoUn militare dell’esercito ucraino

DIVERSI MILITARI UCRAINI COINVOLTI IN STUPRI E ASSASSINI DI CIVILI NELLA REGIONE DI KURSK 

 

Il Comitato d’inchiesta russo ha annunciato di essere riuscito a stabilire il coinvolgimento di diversi militari ucraini della 92esima brigata d’assalto in atrocità disumane commesse contro civili russi, anziani inclusi, in una città della provincia di Kursk già liberata.

Questi combattenti delle forze armate ucraine sono accusati di aver commesso atti terroristici, stupri e atti violenti di natura sessuale da parte di un gruppo di persone previo accordo. Tra i sospettati c’è il soldato Evgueni Fabrisenko, che ha confessato i crimini durante l’interrogatorio, così come un comandante di una compagnia con il nome in codice ‘Kum’ e tre militari soprannominati ‘Motyl’ (‘Verme rosso’), ‘Provodník’ (‘Conduttore’) e ‘Judozhnik’ (‘Artista’).

L’indagine ha rivelato che i militari ucraini accusati hanno attraversato illegalmente il confine russo nel settembre 2024 e sono entrati nel territorio della provincia di Kursk. Nel periodo che va dal 28 settembre al 24 novembre dello scorso anno, questi soldati, seguendo gli ordini del loro comandante – ‘Kum’, hanno ucciso 11 uomini e 11 donne, otto delle quali violentate e sottoposte ad atti violenti di carattere sessuale, nella città di Rússkoye Poréchnoye, nel distretto di Sudzha.

Successivamente, le persone coinvolte hanno trasferito i corpi dei 22 cittadini che avevano ucciso in alcuni scantinati di residenze private della città. “Ad oggi, gli investigatori, in collaborazione con i militari del Ministero della Difesa della Federazione Russa, hanno recuperato i corpi dei civili uccisi nei luoghi indicati dagli imputati”, ha riferito la commissione d’inchiesta russa, che sottolinea la natura massiccia dei crimini dei militari ucraini.

“Nel corso dell’indagine preliminare, i comandanti delle formazioni armate ucraine che hanno dato gli ordini criminali e altri complici di questi crimini saranno identificati e le loro azioni saranno oggetto di una valutazione giuridica penale”, ha sottolineato l’agenzia russa.

“Evgueni Fabrisenko è stato arrestato dai militari dell’esercito russo nel distretto di Sudzha durante le operazioni di combattimento ed è stato interrogato come sospetto nell’ambito delle indagini su tali atrocità. Il soldato ucraino ha pienamente riconosciuto la sua colpevolezza e ha fornito una testimonianza dettagliata sui crimini macabri che ha commesso insieme ad altri imputati.

Il soldato ha rivelato che un giorno lui e i suoi complici sono entrati in una casa e hanno trovato una ragazza “di 18-20 anni”. “Noi, tre dei miei compagni ed io, l’abbiamo violentata con particolare crudeltà. Ho messo la ragazza in ginocchio e le ho sparato […] con un fucile d’assalto del mio compagno di unità”, ha detto Fabrisenko, che ha precisato che hanno puntato alla nuca della giovane donna l’arma.

Ha anche aggiunto che, dopo aver ucciso la civile, il gruppo di militari è entrato in un’altra casa, dove c’erano due uomini, che hanno ucciso immediatamente, e una donna, che Fabrisenko ha violentato a cui poi a sparato dopo averla fatta inginocchiare. Il militare interrogato ha ricordato che a un uomo sono state tagliate le vene del braccio. Alla domanda sul motivo per cui lo hanno fatto, il soldato ha risposto che volevano semplicemente “schernir”.

Durante la cupa narrazione dei crimini che ha commesso con i suoi complici, Fabrisenko ha sottolineato che quando ha lasciato la casa, il gruppo ha sentito rumori provenire da un fienile. “Abbiamo aperto il fienile e c’erano tre nonne e tre nonni nascosti in un pagliaio”, ha detto. I soldati decisero di portarli fuori dal loro rifugio e di legargli le mani. In seguito, i militari ucraini li hanno portati in un seminterrato.

“Poi, ‘Motyl’ ha tirato fuori una granata F1 e l’ha gettata nel seminterrato”, ha aggiunto Fabrisenko, precisando che gli anziani sapevano cosa volevano fare i soldati, poiché il leader del gruppo li aveva avvertiti dei loro piani.

Questo mese, le forze per le operazioni speciali russe hanno scoperto diversi cadaveri di civili torturati dalle truppe ucraine in un seminterrato di Russkoye Poréchnoye. Le vittime erano anziani, avevano i vestiti strappati e le mani legate alla schiena. I loro corpi presentavano tracce di lividi e fori e, considerando le loro condizioni e il tipo di abbigliamento, è stato stabilito che erano sul posto da diversi mesi.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha denunciato fermamente l’atrocità che – ha detto – rappresentano “una nuova palese dimostrazione del carattere terroristico e neonazista del regime di Kiev”. Secondo lei, la “perversa impotenza militare e politica nel contesto delle sconfitte al fronte” è ciò che spinge il regime ucraino a commettere questi “massacri disumani”.

La specialista in geopolitica Ermelinde Malcotte ritiene che non si deve sperare che gli organismi internazionali giudichino il regime di Kiev per le sue atrocità, poiché sono controllati dall’Occidente. (RT)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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