Il Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez ParrillaIl Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez Parrilla

BIDEN ESCLUDE CUBA DALLA LISTA DEI PAESI TERRORISTI 

 

Il 14 gennaio 2025, il governo degli Stati Uniti ha annunciato la decisione di  escludere Cuba dall’elenco del Dipartimento di Stato dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo,  avvalersi della prerogativa presidenziale per impedire che i tribunali statunitensi possano agire in cause legali presentate ai sensi del Titolo III della legge Helms-Burton e  e  eliminare l’elenco di un gruppo di entità e istituzioni cubane con le quali è vietato ai cittadini e alle istituzioni statunitensi di effettuare transazioni finanziarie, il che ha avuto effetto nei paesi terzi, riferisce il Ministero degli Esteri cubano in una nota.

Nonostante il suo carattere limitato, si tratta di una decisione nella giusta direzione e in linea con la sostenuta e ferma rivendicazione del governo e del popolo di Cuba, e con l’ampia, enfatica e reiterata richiesta di numerosi governi, in particolare dell’America Latina e dei Caraibi, di cubani residenti all’estero, di organizzazioni politiche, religiose e sociali, e di numerose figure politiche degli Stati Uniti e di altri paesi. Il governo di Cuba ringrazia tutti per il loro contributo e la loro sensibilità, recita la nota.

Questa decisione pone fine a specifiche misure coercitive che, insieme a molte altre, causano gravi danni all’economia cubana, con un grave effetto sulla popolazione. Questo è ed è stato un tema presente negli scambi ufficiali di Cuba con il governo degli Stati Uniti.

È importante sottolineare che il blocco economico e gran parte delle decine di misure coercitive che sono state messe in vigore dal 2017 per rafforzarlo rimangono in vigore, con pieno effetto extraterritoriale e in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani di tutti i cubani.

Solo per citare alcuni esempi, continua la persecuzione illegale e aggressiva contro le forniture di carburante che Cuba ha il legittimo diritto di importare. Si mantiene la crudele e assurda persecuzione dei legittimi accordi di cooperazione medica internazionale di Cuba con altri paesi, minacciando così di privare milioni di persone dei servizi sanitari e limitando le potenzialità del sistema sanitario pubblico cubano. Le transazioni finanziarie internazionali di Cuba o quelle di qualsiasi cittadino che siano collegate a Cuba rimangono sotto divieto e rappresaglia. Anche le navi mercantili che attraccano a Cuba rimangono minacciate.

D’altra parte, a tutti i cittadini statunitensi, alle aziende e alle entità sussidiarie di una società di quel paese è vietato commerciare con Cuba o con entità cubane, salvo eccezioni molto limitate e regolamentate. Le molestie, le intimidazioni e le minacce contro il cittadino di qualsiasi paese che si proponga di commerciare con Cuba o investire in questo paese, continuano ad essere la politica ufficiale degli Stati Uniti. Cuba continua ad essere una destinazione che il governo degli Stati Uniti vieta ai suoi cittadini.

La guerra economica rimane e persiste, pone l’ostacolo fondamentale allo sviluppo e al recupero dell’economia cubana con un alto costo umano per la popolazione, e continua ad essere uno stimolo all’emigrazione.

La decisione annunciata oggi dagli Stati Uniti corregge, in modo molto ristretto, aspetti di una politica crudele e ingiusta. È una correzione che si verifica ora, nel periodo che precede il cambio di governo, quando avrebbe dovuto materializzarsi anni fa, come atto elementare di giustizia, senza chiedere nulla in cambio e senza fabbricare pretesti per giustificare l’inazione. Se si voleva agire correttamente. Per escludere Cuba dall’elenco arbitrario degli Stati sponsor del terrorismo, dovevano essere sufficienti il riconoscimento della verità, la totale assenza di ragioni per tale designazione e le prestazioni esemplari del nostro paese nella lotta al terrorismo, cosa che hanno ammesso anche le agenzie del governo degli Stati Uniti.

È noto che il governo di quel paese potrebbe invertire in futuro le misure adottate oggi, come è accaduto in altre occasioni e come segno della mancanza di legittimità, etica, coerenza e ragione nella sua condotta contro Cuba.

Infatti in qualunque momento il nuovo governo potrà inserire Cuba in questa lista usando i soliti pretesti come aveva fatto Donald Trump prima di abbandonare la Casa Bianca.

Per farlo, i politici statunitensi di solito non si impegnano a trovare una giustificazione onesta, finché rimane in vigore la visione descritta nel 1960 dall’allora assistente sottosegretario di Stato Lester Mallory, che descriveva il suo obiettivo di piegare i cubani attraverso l’assedio economico, la miseria, la fame e la disperazione. Non si fermano alle giustificazioni finché quel governo continuerà ad essere incapace di riconoscere e accettare il diritto di Cuba all’autodeterminazione, e finché rimarrà disposto ad assumersi il costo politico dell’isolamento internazionale causato dalla sua politica genocida e illegale di soffocamento economico contro Cuba.

Cuba continuerà ad affrontare e denunciare questa politica di guerra economica, i programmi di interferenza e le operazioni di disinformazione e discredito finanziate ogni anno con decine di milioni di dollari dal bilancio federale degli Stati Uniti. Rimarrà inoltre disposta a sviluppare un rapporto di rispetto con quel paese, basato sul dialogo e sulla non interferenza negli affari interni dell’uno e dell’altro, nonostante le differenze, termina la nota del Ministero degli Esteri di Cuba.

Secondo il documento firmato dal presidente Biden “Il governo di Cuba non ha fornito alcun sostegno al terrorismo internazionale nei sei mesi precedenti e ha fornito garanzie che non sosterrà atti di terrorismo internazionale in futuro”.

La decisione di Biden non ha trovato tutti d’accordo negli Stati Uniti. Il membro del Congresso, il  cubano-americano Carlos A. Giménez , ha detto che Biden è un “codardo”, assicurando poi che con l’amministrazione Trump Cuba tornerà nella lista.

Anche i membri del Congresso Mario Díaz-Balart, anche lui di origini cubane,  e María Elvira Salazar hanno criticato la decisione, che hanno definito un tradimento, anche se hanno detto che non sono rimasti sorpresi.

Appare chiaro che la decisione di Joe Biden di escludere Cuba dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo e le altre due misure adottate hanno un senso politico più che pratico, anche se l’esclusione dalla lista permetterà a Cuba di avere una maggiore agilità nelle transazioni finanziarie internazionali. Come giustamente sottolinea il Ministero degli Esteri quanto fatto dall’attuale amministrazione statunitense è un passo in avanti nella giusta direzione, ma non avrà un impatto decisivo sulla vita dei cubani perché. vada come vada, il blocco economico, commerciale e finanziario resta intatto come le numerose sanzioni adottate dalla precedente amministrazione di Donald Trump.

Comunque meglio che nulla … vedremo come si comporterà Trump appena insediato. Ricordo che Marco Rubio, da sempre acerrimo nemico di Cuba e rappresentante dei gruppi controrivoluzionari nel Senato degli Stati Uniti, sarà nominato Segretario di Stato. Speriamo che lasci in pace Cuba, ma non ci giurerei troppo.

Infine non posso che notare che tale dichiarazione autorizzerà i gruppi controrivoluzionari a continuare a sostenere che tutti i problemi che da oggi avrà Cuba saranno ricondotti al governo attuale, dipinto come inaffidabile, corrotto e incapace di attendere le esigenze della popolazione, Si dimenticheranno ovviamente che l’esclusione dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo è solo un piccolo mattone che cade dal muro eretto in oltre sessanta anni dalle varie amministrazioni statunitensi per distruggere la rivoluzione cubana.

 

Contemporaneamente alla dichiarazione di Joe Biden nella quale annunciava l’eliminazione di Cuba dalla lista dei paesi che patrocinano il terrorismo il governo cubano ha annunciato che, “nello spirito del Giubileo Ordinario del 2025” dichiarato da Papa Francesco, ha deciso di “beneficiare della concessione della libertà a 553 persone sanzionate in un giusto processo per vari reati contemplati dalla legge”, ha riferito il Ministero degli Affari Esteri in un comunicato.

Subito vari media hanno scritto che questo sarebbe il pegno pagato dal governo di Diaz Canel per l’esclusione del suo paese dalla lista. Penso però che si tratti di due avvenimenti distinti.

Nel testo diffuso dal ministero si precisa che il presidente Miguel Díaz-Canel ha comunicato il parere al Sommo Pontefice in una lettera inviata alla Santa Sede nei primi giorni di gennaio, mentre si sottolinea che “i rilasci sono effettuati sulla base di un’attenta analisi delle diverse modalità contemplate dalla legislazione, e come parte della natura giusta e umanitaria dei sistemi penali e carcerari di Cuba”.

“Manteniamo con il Vaticano e il sommo pontefice un rapporto rispettoso, franco e costruttivo, il che facilita decisioni come quella appena presa, all’interno dei requisiti stabiliti dalla legislazione vigente, il senso umanitario del sistema giudiziario cubano e l’adempimento degli obblighi con l’ordine interno e la sicurezza dei cittadini”, riporta il documento.

Perché sarebbero due eventi distinti? Semplicemente perché liberare 553 prigionieri, anche se alcune fonti riportano che si tratta di persone detenute durante le manifestazioni avvenute negli anni scorsi a Cuba, quindi prigionieri politici, secondo gli standard occidentali,  che rimessi in libertà potrebbero continuare il loro lavoro di sovversione, non valgono l’esclusione di Cuba dalla lista.

Secondo fonti legate alla contro rivoluzione di Miami tra le persone detenute, che saranno poco a poco liberate, non ci sarebbero quelli che loro definiscono prigionieri politici. In questa categoria includono tutti quelli che sono stati arrestati per aver commesso qualche reato penale durante le manifestazioni di protesta fatti passare per detenuti arrestati per le loro opinioni politiche. A Cuba si va in galera non per le proprie opinioni, ma se si commettono reati violenti. Durante le proteste degli anni scorsi sono state arrestate persone che hanno compiuto atti violenti non cittadini che hanno manifestato pacificamente. 

Per questo ritengo che si tratti di due eventi non collegati direttamente. Penso invece che si tratti di una scelta per metter in difficoltà il nuovo governo di Donald Trump  e non un atto umanitario e neppure uno scambio con le persone detenute nelle carceri cubane.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *