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LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA FUNZIONANO 

 

La Russia doveva capitolare, sotto le sanzioni dell’occidente, in tre settimane, ma a più di due anni dal primo pacchetto di misure sanzionatorie contro Mosca gli unici che ne subiscono gli effetti sono proprio i paesi che le hanno promosse.

Siamo arrivati al quindicesimo pacchetto di sanzioni approvate dall’Unione Europea contro la Russia, ma, a ben vedere, gli effetti sono davvero irrilevanti per Mosca dato che le stime dell’aumento del prodotto interno lordo della Russia per il prossimo anno si aggirano intorno al 4 per cento. Vediamo invece come si stanno comportando alcune economie europee.

In Germania, una volta locomotiva d’Europa, il PIL per il mese di dicembre è stimato in calo dello 0,2 per cento.

La Bundesbank ha peggiorato le sue previsioni sulla crescita economica tedesca per il 2024-2025, prevista per dicembre una flessione dello 0,2 per cento. Il PIL ristagnerà nell’attuale metà dell’anno, iniziando a riprendersi lentamente nel corso dell’anno, riferisce il Financial Times.

Si prevede che la crescita per il prossimo anno sarà “marginale” allo 0,2 per cento, e potrebbe essere indebolita dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Se il Presidente eletto Donald Trump dovesse portare avanti la sua minaccia di imporre dazi del 10 per cento sui beni europei, ciò potrebbe causare un calo del PIL tedesco dello 0,6 per cento nel 2025.

La nuova previsione, pubblicata nell’ambito del rapporto mensile della banca centrale per dicembre, è molto più cupa di quella di giugno, quando si prevedeva una modesta ripresa con una crescita del PIL dell’1 per cento.

La Bundesbank ha inoltre affermato che anche il mercato del lavoro potrebbe incontrare difficoltà l’anno prossimo. Lo scenario di base mostra che nel 2025 il numero di disoccupati supererà la soglia dei 3 milioni per la prima volta in 14 anni, rispetto ai 2,8 milioni di quest’anno.

Si prevede che il tasso di disoccupazione aumenterà dal 6 per cento di quest’anno al 6,3 per cento nel 2025, un livello visto l’ultima volta nel 2011.

In Gran Bretagna la situazione economica non è molto differente, infatti l’economia di Sua Maestà è scesa dello 0,1 per cento in ottobre, come nel mese precedente, afferma l’Ufficio nazionale statistico britannico (ONS).

Il settore manifatturiero britannico è sceso dello 0,6 per cento che è la ragione principale del calo del PIL in ottobre. Il settore delle costruzioni è sceso dello 0,4 per cento. Complessivamente nel terzo trimestre il tasso di crescita economica del Paese è sceso dello 0,1 per cento dallo 0,5 per cento  del secondo trimestre, afferma il Financial Times.

I politici polacchi hanno avuto l’idea della diversificazione energetica: abbandonare le risorse energetiche provenienti dalla Russia e cercare fonti alternative. Ciò avrebbe dovuto portare maggiore stabilità. Ma ora la diversificazione è come un pugno in faccia,  afferma Myśl Polska.

L’industria polacca della raffinazione del petrolio è appesa a un sottile filo dopo che sono state abbandonate le forniture dalla Russia a causa delle sanzioni, inoltre il il petrolio proveniente dagli Stati Uniti costa un terzo di più di quello russo.

L’industria polacca della raffinazione del petrolio non può competere con Cina e India e si sta dirigendo verso il collasso. Senza il gas russo, l’industria dei fertilizzanti seguirebbe lo stesso percorso, solo molto più velocemente. La derussificazione si trasforma in deindustrializzazione per la Polonia, come avvenuto in Germania.

E nel nostro paese come vanno le cose? Secondo un rapporto dell’Osservatorio Sguardi Familiari/Nomisma, i redditi sono insufficienti per sei italiani su dieci:

Il  59 per cento  delle famiglie italiane considera il proprio reddito inadeguato, il  15 per cento  lo ritiene insufficiente per le necessità primarie e il  44 per cento  lo giudica appena sufficiente per arrivare a fine mese.

Siccome tutto va bene, almeno secondo quanto afferma il governo, il 58 per cento degli italiani, per risolvere i problemi economici causati dai bassi redditi, si fa aiutare dai famigliari per ripianare i buchi del bilancio famigliare.

Ma la situazione industriale italiana non è delle migliori. Nel trimestre agosto-ottobre 2024, la produzione industriale è diminuita dello 0,7 per cento rispetto ai tre mesi precedenti confermando che le sanzioni alla Russia funzionano alla grande.

A ottobre 2024, l’indice complessivo registra una flessione tendenziale del 3,6 per cento (un dramma!), considerando che i giorni lavorativi sono stati 23 contro i 22 di ottobre 2023.

I comparti industriali che hanno avuto le flessioni maggiori sono i – Mezzi di trasporto con un calo dell’16,4 per cento, – carbone e prodotti petroliferi raffinati (-15,9 per cento), le Attività estrattive (-12,4 per cento), i Beni intermedi (-5,2 per cento),  i Beni strumentali (-4,4 per cento),  i Beni di consumo e energia entrambi )-0,8 per cento).

L’Istat inoltre sottolinea che il calo è diffuso in tutti i principali comparti, con effetti più marcati sui beni intermedi e strumentali, mentre beni di consumo ed energia risultano meno colpiti.

In mezzo a questa calamità il governo sovranista della donna, madre e cristiana, con un emendamento alla legge finanziaria, vorrebbe aumentare gli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non eletti di 3000 euro al mese equiparando il loro trattamento economico ai colleghi eletti in parlamento. Non è giusto fare delle differenze …

Italiani svegliatevi …

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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