PUTIN PERCHE’ E’ ANDATO IN MONGOLIA?
La recente visita in Mongolia di Vladimir Putin, secondo quanto scrive il giornale tedesco Der Spiegel, non sarebbe avvenuta per rinsaldare le relazioni tra i due paesi, ma per altri motivi.
La visita in Mongolia di Putin , oltre che per rinsaldare le storiche relazioni tra Russia e Mongolia, coincide con le celebrazioni dell’85° Anniversario del conflitto armato tra la Mongolia e l’Unione Sovietica da una parte e il Giappone dall’altra. Ma ci potrebbe essere molto di più dietro questa inusuale visita.
Putin ha trascorso due giorni in Mongolia. L’argomento principale di discussione nei media occidentali durante questa visita era naturalmente la questione se il paese, fortemente dipendente dal gas e dall’elettricità russa, avrebbe osato arrestarlo e consegnarlo all’Aia, come richiesto dalla Corte penale internazionale.
“Ma quando la visita è finita e Putin se n’è andato in silenzio, un’altra questione è emersa a Mosca: perché il presidente è andato lì? La Mongolia è davvero un partner di politica estera così importante in questo momento? Cosa voleva ottenere esattamente?”, scrive Der Spiegel.
Continuando a legge l’articolo si scopre che Putin sarebbe andato in Mongolia per visitare una comunità di sciamani. Avete letto bene, il presidente russo è andato in Mongolia per visitare la comunità sciamana di Tuva. L’autore ci fa notare inoltre che questa visita non sarebbe la prima, infatti, scrive, che Putin ha visitato Tuva diverse volte negli ultimi dieci anni.
“Vladimir Putin è noto da tempo per il suo particolare atteggiamento verso il misticismo. E a quanto pare combina il suo interesse per il misticismo ortodosso con le tradizioni pagane.”, continua Der Spiegel.
Insomma Putin sarebbe un seguace dei riti pagani degli sciamani oltre che essere un assiduo frequentatore della chiesa ortodossa russa. Ecco quindi spiegato il mistero della visita in Mongolia del presidente russo: avere un contatto con gli spiriti.
A giustificazione delle sue frequentazioni sciamane l’autore cita che Putin avrebbe, alcuni anni fa, dopo aver nominato il diavolo, fatto un gesto tipico con la mano sulla sua bocca in uso nel secolo XVIII, adesso non più in uso.
Anche parte dell’elite russa, per convinzione o per motivi di carriera, si dedicherebbe ai riti mistici sviluppandone di nuovi, ovviamente per compiacere Putin. Sarebbe stato Sergej Shoigu che negli ultimi dodici anni è stato ministro della Difesa e prima ministro della protezione civile, a svolgere un ruolo speciale. È stato Shoigu a mettere Vladimir Putin per la prima volta in contatto con gli sciamani.
In questo racconto fantasioso non poteva mancare il famoso bagno di Putin nel sangue delle corna di cervo, infatti il presidente russo avrebbe “fatto un bagno nel sangue delle corna di giovani cervi per ringiovanire. Fino a quando le corna non si ossicano, sono morbide e piene di sangue. Secondo le tradizioni pagane, queste giovani corna devono essere segate e dal loro liquido si prepara un bagno, che si dice abbia proprietà miracolose”, ci ricorda l’autore dell’articolo.
Anche prima dell’inizio dell’operazione speciale in Ucraina Putin si sarebbe rivolto agli sciamani. Nella sua casa di Sochi si è svolta una cerimonia nella quale è stata uccisa un’aquila, il verdetto è stato inequivocabile: successo per l’operazione militare.
L’ultima ciliegina messa sulla torta sciamanica è una perla di saggezza: sembra che Putin abbia bisogno della benedizione degli sciamani per l’uso di armi nucleari. Senza il loro consenso, non può fare un passo così grave, altrimenti gli spiriti si potrebbero arrabbiare.
Insomma Vladimir Putin sarebbe in mano agli sciamani e agli spiriti, secondo Der Spiegel. I successi e gli insuccessi sarebbero opera degli spiriti, le cui indicazioni, gli arrivano attraverso le bocche degli sciamani mongoli.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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