ISRAELE FA PRESSIONI SULLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE E SULLA CORTE DI GIUSTIZIA
Si avvicina il giorno in cui la Corte Penale Internazionale dovrà decidere sulla richiesta di arresto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della “sicurezza, Yoav Galant e le pressioni nei confronti della corte si fanno sempre più pressanti.
Durante un’intervista nel programma Al-Mashhadiya Across dell’emittente libanese Al Mayadeen il consulente legale della Corte penale internazionale, Fouad Bakr ha affermato che il lavoro della corte è ostacolato e che alcuni paesi hanno intenzione di minare le indagini tagliando i finanziamenti.
Ha anche riferito che ci sono. state pressioni e minacce contro la maggior parte degli avvocati e dei giudici coinvolti nel caso “Israele”, i cui telefoni sono stati violati.
Inoltre i rappresentanti di “Tel Aviv” hanno minacciato il procuratore della Corte penale internazionale, ha affermato Fouad Bakr che ha anche criticato la legge approvata dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, secondo la quale il governo può imporre sanzioni alla Corte penale internazionale se indaga o persegue persone protette da Washington o dai suoi alleati.
Ma Tel Aviv non fa solo pressioni contro la Corte Penale Internazionale, infatti Israele sta chiedendo ai membri del Congresso degli Stati Uniti di fare pressione sul Sudafrica per abbandonare il caso di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia per la guerra nella Striscia di Gaza, riferisce Axios dopo aver avuto accesso a un documento del Ministero degli Esteri israeliano.
Il Ministero degli Affari Esteri del paese ebraico ha inviato lunedì un cablogramma classificato alla sua ambasciata a Washington D.C. e a tutti i consolati israeliani nel paese nordamericano in relazione al caso contro Tel Aviv per presunte violazioni della Convenzione sul genocidio durante la guerra nell’enclave palestinese.
“Vi chiediamo di lavorare immediatamente con i legislatori a livello federale e statale, con i governatori e le organizzazioni ebraiche per fare pressione sul Sudafrica per cambiare la sua politica nei confronti di Israele e chiarire che la continuazione delle sue azioni attuali, come il sostegno a Hamas e la promozione di movimenti anti-israeliani nei tribunali internazionali, avrà un prezzo elevato”, si legge nel testo.
A tale proposito, i diplomatici israeliani dovrebbero chiedere ai membri del Congresso di rilasciare dichiarazioni pubbliche che condannino le azioni del Sudafrica contro Israele, minacciando che ciò potrebbe portare alla sospensione delle relazioni commerciali tra Washington e Pretoria. Vogliono anche che esortino il nuovo governo della nazione africana a cercare il dialogo con il paese ebraico invece di boicottarlo e punirlo.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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