VENEZUELA: VINCE MADURO MA PER I SOLITI LE ELEZIONI NON SONO TRASPARENTI
Ci risiamo: alle elezioni in Venezuela non vince il candidato sponsorizzato dalla Casa Bianca e quindi i risultati sono stati viziati dai soliti brogli che, per altro, non sono suffragati da nessuna prova.
Il Consiglio Nazionale elettorale del Venezuela comunica i risultati finali delle lezioni presidenziali che vedono Nicolas Maduro vincere con il 51,2 per cento delle preferenze, corrispondenti a 5 150 092 voti, mentre , il candidato dell’opposizione González Urrutia si ferma, al 44,2 per cento dei suffragi che corrispondono a 4 445 978 voti.
La leader dell’opposizione, Maria Corina Machado ha proclamato che “il nuovo presidente eletto” del Venezuela è l’ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, che avrebbe vinto con oltre il 70 per cento dei voti insinuando quindi che i risultati ufficiali non sono veritieri allineandosi alle posizioni di coloro che non intendono riconoscere il risultato elettorale.
Risultato che non viene riconosciuto dal segretario di stato statunitense Anthony Blinken che parlando dal Giappone delle elezioni svoltesi in Venezuela ha affermato che “Abbiamo serie preoccupazioni che il risultato annunciato non rifletta la volontà o i voti del popolo venezuelano”. Posizione che però non collima con quanto detto da Kamala Harris, candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali statunitensi, che ha invece riconosciuto la vittoria di Nicolas Maduro.
Al coro di coloro che fin da subito hanno espresso dubbi sulla regolarità delle elezioni non poteva mancare il presidente argentino Javier Milei che ha scritto su X che non riconoscerà altri brogli in Venezuela e addirittura suggerisce l’intervento delle forze armate.
“Fuori il dittatore Maduro! I venezuelani hanno scelto di porre fine alla dittatura comunista di Nicolás Maduro. I dati annunciano una vittoria schiacciante per l’opposizione e il mondo attende che questa riconosca la sconfitta dopo anni di socialismo, miseria, decadenza e morte. L’Argentina non riconoscerà un altro broglio e spera che le Forze Armate questa volta difendano la democrazia e la volontà popolare. La libertà avanza in America Latina”, ha scritto.
Anche il Cile di Gabriel Boric non riconosce i dati elettorali delle elezioni venezuelane. Il presidente cileno ha scritto su X che “Il regime di Maduro deve capire che i risultati che pubblica sono difficili da credere. La comunità internazionale e soprattutto il popolo venezuelano, compresi i milioni di venezuelani in esilio, esigono la totale trasparenza dei verbali e del processo e che gli osservatori internazionali non impegnati presso il governo rendano conto dei veri risultati!”.
Il nostro ministro degli esteri Antonio Taiani, da sempre acerrimo nemico del governo bolivariano di Nicolas Maduro, si allinea alle dichiarazioni del suo mentore Anthony Blinken. dichiarando che questo risultato non rispecchia la volontà popolare e che nutre seri dubbi sulla regolarità del voto, ricalcando le affermazioni fatte in precedenza dal segretario di stato statunitense.
Fin dalla vittoria della rivoluzione bolivariana, nel 1998, in Venezuela il paese è stato sottoposto ad ogni forma di discredito possibile compresa la più classica ovvero che il sistema elettorale venezuelano non è sicuro e. per questo, poco affidabile nei suoi risultati.
Non c’è da stupirsi perché con la più grande riserva di petrolio come lettera di presentazione e l’istituzione di un modello politico lontano dalla tutela degli Stati Uniti, la nazione sudamericana è divenuta la più grande preoccupazione per un mucchio di paesi occidentali abituati a nazioni docili e allineate con i loro interessi,, quindi attaccare frontalmente il sistema elettorale che non garantirebbe trasparenza è una delle migliori armi a disposizione per discreditare la vittoria del candidato che non rappresenta i loro interessi.
Da notare che in alcune votazioni l’opposizione è riuscita a vincere nelle elezioni con lo stesso sistema elettorale, Se il sistema fosse in mano al governo ciò non sarebbe certamente avvenuto, ovviamente solo queste elezioni, quelle vinte dall’opposizione, sono state riconosciute all’unanimità dalla comunità internazionale dimostrando che solamente quando i loro candidati vincono le consultazioni si possono definire corrette.
Ma come funziona il sistema elettorale venezuelano, considerato da molti osservatori uno dei più sicuri al mondo?
1. Identificazione dell’elettore fatta attraverso l’impronta digitale: Su ogni tavolo c’è un lettore di impronte digitali che contiene solo le impronte delle persone che votano. In questo modo, anche se un elettore intende passare per un altro con un documento d’identità, l’impronta non corrisponderà e non potrà votare.
2. Voto segreto: L’elettore fa la sua scelta dietro un paravento in modo che la sua preferenza non sia identificata. Quando si preme il pulsante VOTA, viene stampata una scheda elettorale con il suo voto. “L’elettore può controllare direttamente che la sua preferenza sia stata espressa secondo la sua volontà, questa ricevuta\ voto viene depositata in una urna e rappresenta il principale elemento di audit.
3. Chiusura del processo di voto: alla fine dell’elezione, la macchina per il voto viene chiusa e vengono prodotti i verbali con i totali delle preferenze con tutti i voti stampati “in forma anonima in modo tale che non sia possibile assegnare un voto a un elettore specifico, con codici a barre e QR che hanno tutte le informazioni, più alcuni hashcode calcolati sulla base di quanto sopra permettono di garantire la loro autenticità e integrità”. Il totale dei voti per ogni singolo candidato o lista prodotti dai verbali stampati dalla macchina vengon confrontati con le ricevute depositate nell’urna, ovviamente devono coincidere.
4. Audit immediato:una delle chiavi di legittimità e affidabilità sta nel fatto che alla conclusione del processo, attraverso un sorteggio, metà delle sezioni elettorali di ogni centro sono immediatamente controllati. Le schede delle urne sono confrontate con il verbale del rispettivo seggio, per rilevare le discrepanze. Non sono mai stati rilevati voti maggiori del numero dei elettori, un classico nelle elezioni in altri paesi con sistemi manuali o meno sicuri.
5. Comunicazione sicura: In questa fase, la trasmissione del verbale avviene per mezzo di una comunicazione via modem in una rete ad hoc separata che viene utilizzata solo per pochi secondi e con protocolli di crittografia per garantire che i verbali dei seggi elettorali ricevuti siano gli stessi che sono stati inviati. Questo è un altro audit che avviene nel centro di elaborazione dei risultati elettorali.
6. Totalizzazione e risultati: I voti ricevuti da ogni candidato e partito sono sommati in una sala di calcolo all’interno del Consiglio Nazionale Elettorale. Questo è un processo così semplice che non c’è bisogno di ulteriori competenze. Non importa in quale ordine arrivino, la somma dei dati dei verbali, darà sempre lo stesso risultato. E di nuovo, chiunque abbia i verbali può fare il proprio processo di somma e arriverà allo stesso risultato.
Ma nonostante tutte queste misure che garantiscono la trasparenza elettorale se non vince il candidato che dalla Casa Bianca viene appoggiato allora le elezioni non possono essere riconosciute: questa è la nostra democrazia.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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