L’UNIONE EUROPEA APPROVA 14° PACCHETTO DI SANZIONI CONTRO LA RUSSIA
arrivano altre sanzioni per la Russia, l’Unione europea ha adottato lunedì il 14.º pacchetto di sanzioni contro Mosca, che include restrizioni al transito del gas naturale liquefatto russo e aggiunge nuove persone e aziende alla lista delle persone ed entità sanzionate.
Le nuove restrizioni colpiscono 116 individui e aziende russe ed estere. Il Consiglio europeo ha aggiunto alla lista 61 nuove aziende, tra cui aziende della Cina, del Kazakistan, del Kirghizistan, della Turchia e dell’Emirati Arabi Uniti, accusate di sostenere il complesso militare e industriale della Russia fornendo beni e tecnologie a doppio uso.
Con questo nuovo pacchetto di sanzioni l’unione Europea vieterà la vendita di gas naturale liquefatto (GNL) russo ad altri paesi terzi con la tecnica del trasbordo sia da nave a nave che da nave a terra nei porti europei.
Inoltre, l’UE vieterà nuovi investimenti (così come la fornitura di beni, tecnologia e servizi) per il completamento di progetti di GNL in costruzione, come Arctic LNG-2 e Murmansk LNG.
Le autorità europee hanno anche sanzionato il Financial Message Transfer System (SPFS), l’analogo russo di SWIFT, vietando l’uso da parte di entità europee che operano al di fuori della Russia.
L’Unione Europea ha introdotto nuove restrizioni alle esportazioni di beni necessari per il miglioramento delle capacità industriali, tra cui troviamo i prodotti chimici compreso il manganese, plastica, macchinari per lo scavo, monitor e apparecchiature elettriche. Allo stesso modo, l’importazione di elio dalla Russia è limitato.
Viene inoltre vietato il sorvolo e l’atterraggio sul suolo europeo di voli non di linea provenienti dalla Russia o che trasportino viaggiatori russi.
Sono state imposte restrizioni all’accettazione delle domande di registrazione nell’UE di alcuni diritti di proprietà intellettuale da parte di cittadini e imprese russe. Inoltre, è vietato l’acquisto, l’importazione, il trasferimento o l’esportazione di beni culturali ucraini e di beni archeologici, storici, culturali o religiosi “quando ci sono motivi ragionevoli per sospettare che i beni siano usciti illegalmente dall’Ucraina”. (RT)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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