CUBA: LA MANO DEGLI STATI UNITI DIETRO LA MANIFESTAZIONE DI SANTIAGO
Era abbastanza facile prevedere che in questi giorni a Cuba ci sarebbero state delle manifestazioni di protesta, del tutto legittime se non fossero state organizzate da oltre oceano. Ora qualcuno mi dirà che sono il solito che vede in tutte le proteste che si svolgono sull’isola la mano della Casa Bianca.
Magari avrete pure ragione ma i segnali c’erano tutti. Da un lato la difficile situazione economica che porta come conseguenze i ricorrenti blackout della corrente elettrica, la costante svalutazione del Peso Cubano, i prezzi che aumentano e gli stipendi che invece non seguono il cambio peso\dollaro, dall’altro la costante guerra mediatica che dipinge Cuba come uno stato fallito nel quale il governo è incapace di provvedere alle reali esigenze della popolazione.
Dietro queste manifestazioni non c’è certamente il Padre Eterno ma ci sono gli Stati Uniti che dal trionfo della rivoluzione non hanno fatto altro che tentare di sovvertire il legittimo governo di L’Avana. nelle ultime settimane avevano preparato il terreno mediatico per poi far scendere in piazza poche decine di persone a Santiago de Cuba. L’Unione Europea aveva approvato la solita risoluzione nella quale veniva condannato per l’ennesima volta il governo di Diaz Canel per la violazione dei diritti umani, per l’ostinazione a non garantire la libertà religiosa del proprio popolo, per continuare a sfruttare i medici cubani che vanno a tamponare le situazioni sanitarie causate dal liberismo in mezzo mondo e molto altro ancora.
Articoli pubblicati dai fedeli giornalisti che ricevono le veline da Washington e dalle ambasciate degli Stati Uniti dislocate in giro per il mondo dipingevano la situazione alimentare cubana al collasso, una situazione in cui la popolazione stava letteralmente morendo di fame sfruttando la notizia che il governo cubano aveva chiesto al Fondo Alimentare Mondiale un aiuto per garantire a costo zero il latte ai bambini fino a sei anni. Altri pubblicavano critiche perché a L’Avana avevano deciso di aumentare il prezzo del carburante allineandolo al reale mercato internazionale senza ricordare che prima della riforma un litro di benzina costava poco più di 0,25 centesimi di euro.
Insomma tutto il terreno mediatico era stato preparato per poi chiamare pochi personaggi pagati dalle varie agenzie statunitensi, che si dedicano a prezzolare ingenui cubani poco interessati al lavoro ma parecchio interessati ai facili guadagni, per portare qualche decina di persone a protestare contro il governo senza mai ricordare che la madre di tutti i problemi cubani si chiama blocco economico, commerciale e finanziario.
Alcuni a Santiago de Cuba gridavano lo slogan della controrivoluzione moderna ovvero “Patria è libertà”, uno slogan che invece di essere gridato dovrebbe essere messo in pratica da questi nuovi rivoluzionari cubani. Se invece di gridare “Patria è libertà” e scriverlo sui muri questi ambigui personaggi dovrebbero iniziare ad andare a lavorare, magari prendendo un machete e andare a tagliare un po’ di canna da zucchero, così davvero aiuterebbero la loro patria a progredire e anche a superare le difficoltà economiche.
A seguito delle proteste il governo cubano ha accusato Washington di essere dietro l’organizzazione delle manifestazioni e per questo ha convocato il responsabile degli affari degli Stati Uniti, Benjamin Ziff,al Ministero degli Affari Esteri dove viceministro Carlos Fernández de Cossío, gli ha formalmente trasmesso il fermo rifiuto della condotta di interferenza e dei messaggi calunniosi del governo degli Stati Uniti e della sua ambasciata a Cuba di fronte agli affari interni della realtà cubana.
Con la consegna di una nota formale di protesta, al diplomatico statunitense sono stati ricordati gli standard minimi di decenza e onestà che ci si aspetta da una missione diplomatica in qualsiasi paese e che l’ambasciata statunitense a Cuba è incapace di osservare, mentre è stato sottolineato che quell’ufficio diplomatico e il suo personale sono obbligati a comportarsi secondo le regole della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.
Nell’incontro è anche stata ribadita la responsabilità diretta del governo degli Stati Uniti di fronte alla difficile situazione economica che Cuba sta attraversando in questo momento e, in particolare, alle carenze e alle difficoltà che la popolazione affronta quotidianamente, con la depressione e l’insufficienza di forniture e servizi essenziali, sotto il peso e l’impatto del blocco economico progettato per distruggere la capacità economica del paese.
L’apparente impegno del governo degli Stati Uniti nel limitare e ostacolare ogni sforzo dello stato cubano per trovare soluzioni e rispondere ai bisogni economici e sociali del paese è stato ripudiato, si legge nel nota del ministero degli esteri.
Il piano destabilizzante e la sua esecuzione sono evidenti alla vista di tutti. Riposa nel rafforzamento di una guerra economica spietata per provocare e sfruttare la naturale irritazione della popolazione. È finanziato ogni anno con decine di milioni di dollari del bilancio federale degli Stati Uniti. Ha una potente infrastruttura tecnologica per sfruttare le reti digitali dal territorio statunitense e per scopi aggressivi. Gode della complicità di importanti media della grande stampa americana e internazionale, e dell’appoggio mercenario di persone con sede principalmente nel sud dello stato della Florida, negli Stati Uniti, il cui unico modo di vivere è l’industria dell’aggressione a Cuba.
Se il governo degli Stati Uniti avesse una preoccupazione minima e onesta sul benessere della popolazione cubana, toglierebbe Cuba dalla lista arbitraria degli Stati che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo; metterebbe fine alla persecuzione delle forniture di carburante che il paese richiede l’importazione; smetterebbe di perseguire ogni transazione finanziaria di Cuba nel mondo; metterebbe fine alla persecuzione contro i programmi di cooperazione medica di Cuba nel mondo; smetterebbe di intimidire uomini d’affari, visitatori, artisti e chiunque si senta con l’interesse e il diritto di interagire con il popolo Cubano, conclude la nota.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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Abbiamo un cancro nel mondo che avvelena il pianeta terra e come ogni patologia ho va curato ho va estirpato questo va estirpato dalla radice questo cancro ha un nome si chiama America come continente il cognome sono il loro governanti per salvare l America da questo cancro e salvare il continente estirpare fine alla radice fare tavola rase di tutti i governati solo così possiamo salvare il pianeta terra
La solita visione di chi è abituato a scaricare la colpa sugli altri e mai su stessi.
60 anni di dittatura per dare la colpa agli stati uniti per essere stati incapaci di governare un paese.
Oggi, per cuba, gli stati uniti sono il maggior importatore di cibo, eppure si continua a raccontare falsità.
Il signor Puccio addirittura giustifica quasi l’allineamento dei prezzi dei carburanti facendo notare che prima costavano 0.25, ma forse non è aggiornato sulle paghe statali che un cubano percepisce al mese lavorando per la dittatura a gratis.
Intanto a cuba chi si lamenta di non aver pane e latte e soldi a sufficienza per vivere viene arrestato.
Buona giornata