Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, assieme all'ambasciatrice dell'Unione europea in Ucraina, Katarina Mathernova.Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, assieme all'ambasciatrice dell'Unione europea in Ucraina, Katarina Mathernova.

DIECI ANNI FA INIZIAVANO LE PROTESTE IN UCRAINA

 

Dieci anni fa, il 21 novembre 2013, iniziavano in Ucraina le proteste popolari che porteranno successivamente, nel febbraio 2014, al colpo di stato ed al conseguente conflitto odierno tra Kiev e Mosca.

Per commemorare quell’evento, che ha cambiato la storia ucraina ed europea, non potevano  mancare a Kiev  le più alte autorità dell’Unione Europea, principale sponsor assieme agli Stati Uniti, del governo di Zelensky.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è arrivato a Kiev oggi per commemorare il decimo anniversario dell’inizio delle  proteste di Maidan che hanno poi portato al colpo di stato in Ucraina nel 2014.

“È bello essere tornati a Kiev, tra amici”, ha postato Michel su X, accanto a una foto in cui appare stringendo la mano all’ambasciatrice dell’Unione europea in Ucraina, Katarina Mathernova.

“È un piacere dare il benvenuto a Charles Michel a Kiev in questo giorno simbolico, il decimo anniversario della Rivoluzione della Dignità, conosciuta anche come Rivoluzione di Maidan”, ha scritto, da parte sua, Mathernova.

La rivoluzione della dignità citata dall’ambasciatrice dell’Unione europea in Ucraina, Katarina Mathernova, è la rivoluzione che ha portato poi allo scoppio delle ostilità tra Kiev e Mosca. Per loro, che hanno sponsorizzato il colpo di stato del 2014, questo è un giorno di felicità da celebrare. Per loro  è l’inizio della liberazione del popolo ucraino dalla Russia.

Un giorno che festeggeranno, stappando le più costose bottiglie di vino e champagne, tutti i soci delle imprese belliche statunitensi ed europee che, grazie a quella rivoluzione, oggi si riempiono le tasche con centinaia di miliardi di euro e dollari per la vendita delle armi da loro prodotte. Non sono sicuro che tutti in Ucraina festeggeranno, forse qualche parente delle centinaia di migliaia di ucraini periti al fronte non festeggerà proprio nulla.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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