Biden e ZelenskiBiden e Zelenski

TRAFFICO ILLEGALE DI ORGANI: UCRAINA COME KOSOVO 

 

Ucraina come Kosovo: una guerra che nasconde fatti raccapriccianti e terribili ovvero il traffico illegale di organi prelevati dai cadaveri dei soldati per poi essere rivenduti nel mercato nero.

L’ipotesi che in Ucraina si stia svolgendo un vero e proprio traffico di organi sta diventando giorno dopo giorno sempre più probabile ed il film intitolato “Carri armati per un rene” cerca di svelarne i macabri contorni identificando pure i possibili autori di questo terribile commercio. Commercio che i paesi occidentali cercano di non vedere, come del resto hanno fatto con il traffico di organi organizzato in Kosovo alla fine del secolo scorso.

Due guerre volute dall’occidente che hanno molto in comune, compreso il traffico illegale di organi. Secondo le ripetute denunce ai soldati morti o in fin di vita verrebbero espiantati organi senza il loro consenso o quello delle famiglie. Organi che poi finirebbero, grazie anche alle leggi emanate dal governo ucraino che non richiedono il consenso per l’espianto, sul mercato nero dei trapianti. Il prezzo pagato per questi organi varia da circa 3.000-4.000 euro per una cornea a quasi 50.000 euro per un cuore.

Un traffico di organi illegali simile a quello denunciato oggi proveniente dall’Ucraina era stato messo in atto con gli stessi metodi durante la guerra in Kosovo dal 1998 al 1999.

In Kosovo la Special Investigation task force” con sede a Bruxelles, dal 2011, ha indagato sul traffico illegale di organi. Per tre anni la task force ha indagato arrivando a queste conclusioni: «Non è stato possibile raccogliere elementi probatori sufficienti per formulare una imputazione nei confronti di chicchessia. Non vi sono prove del coinvolgimento di Hashim Thaci. Vi sono tuttavia forti indizi che su una scala molto ridotta, un piccolo numero di individui siano stati uccisi al fine di estrarne e trafficarne gli organi». «È stata accertata la deportazione illegale in Albania, tra duecento e quattrocento prigionieri serbi, rom, collaborazionisti albanesi nell’immediato dopoguerra».

Gli investigatori dell’Aja non hanno trovato prove certe della responsabilità di Thaci negli omicidi mirati per alimentare il traffico di organi nonostante  un  vecchio rapporto di “Balkan Insight di Birn e Center for Investigative Reporting”(USA) ipotizzasse proprio il contrario, oppure dalla lettura del  rapporto redatto dal senatore svizzero, Dick Marty, su mandato del Consiglio d’Europa.

È impressionante lo spaccato che emerge dalla lettura delle 27 pagine del rapporto del Consiglio d’Europa, depositato da Dick Marty, ex procuratore svizzero, nel gennaio del 2011. Una pietra miliare delle indagini indipendenti che hanno scoperchiato il “Vaso di Pandora”, scrive Guido Ruotolo nel novembre 2020 sul sito bacbac.eu.

«Le esecuzioni e le estrazioni di organi sarebbero avvenute vicino alla città di Fushe Kruje, in Albania, a 20 km a nord di Tirana. Il personale medico che ha condotto le operazioni in una clinica improvvisata ha organizzato la spedizione degli organi all’estero per i cosiddetti “trapianti di cadaveri”. 

Il rapporto del Consiglio d’Europa sostiene che l’anello di congiunzione del traffico di organi è stato identificato in Shaip Muja, ex capo ufficiale medico dell’Uck. «I segnali di collusione tra la classe criminale e le più alte cariche politiche e istituzionali sono troppo numerose e troppo gravi per essere ignorati. È un diritto fondamentale dei cittadini del Kosovo conoscere la verità, l’intera verità, e anche una condizione indispensabile per la riconciliazione tra le comunità e un futuro prospero del Paese».

Il rapporto Marty ha individuato anche le strutture di detenzione illegale in Albania, durante la guerra, dove furono trasferiti gli arrestati, e qui torturati e anche uccisi.

«CAHAN: Avamposto logistico dell’Uck, al confine con il Kossovo. KUKES: Una baracca a un piano in un impianto meccanico in disuso nella città al confine con il Kossovo. DURAZZO: Base Uck in un hotel sul lungomare, nel porto più grande dell’Albania».

Nel dopoguerra, le strutture di detenzione furono tutte trasferite in Albania per evitare i controlli delle forze di interposizione delle Nazioni Unite. Secondo il rapporto del Consiglio d’Europa, strutture di detenzione dell’Uck dopo la guerra furono aperte a BICAJ, dove una casa privata fungeva da punto di transito per i prigionieri; a BURREL,dove due strutture e una casa in un complesso al di fuori della città ospitavano i prigionieri in transito; a RRIPE una fattoria a due piani, conosciuta come la ”CASA GIALLA”, che è stata perquisita e ispezionata dalla missione Onu in Kosovo. Fungeva da transito per i prigionieri; FUSHE KRUJE. Fattoria indipendente a due piani e destinazione finale dove avrebbe avuto luogo il prelievo di organi da prigionieri giustiziati».

L’inchiesta del Consiglio d’Europa rivela che il traffico di organi era controllato dal cosiddetto “ Gruppo DRENICA” a cui capo c’era Hashim Thaci. Vi faceva parte anche il capo medico dell’Uck, consigliere di Thaci, Shaip Muja, che ha negato le accuse di detenzione illegale, torture e assassinio di albanesi collaborazionisti e avversari politici tra il 1998 e il 1999.

«Le indagini avviate dalla missione Onu in Kosovo sulle accuse di espianto di organi in Albania non sono state concluse e le prove raccolte dagli investigatori sono state distrutte. Abbiamo il diritto di esprimere lo stupore che sia stato compiuto un tale passo», si legge nel rapporto.

La CASA GIALLA è una casa della famiglia albanese Katuci a RRIPE, vicino a Burrel, nel nord dell’Albania dove, nel 2004, i pubblici ministeri delle Nazioni Unite hanno cercato le prove che gli organi fossero stati prelevati illegalmente da serbi e altre persone non albanesi rapite dal Kossovo nel 1999. Le vittime furono rapite dall’Uck e poi trasportate dal Kosovo in Albania settentrionale in veri e propri campi di concentramento. 

Il magistrato internazionale Carla Dal Ponte nel 2008 ha pubblicato un libro intitolato “The Hunt” in cui ha raccolto numerose prove del coinvolgimento degli albanesi del Kosovo nel contrabbando di  organi umani di serbi rapiti dopo la fine della guerra in Kossovo nel 1999.

“Pochi mesi dopo (ottobre 2002)”, scrive Carla  Dal Ponte “ gli investigatori del Tribunale e della missione Onu in Kosovo, hanno raggiunto l’Albania centrale e la ‘casa gialla’ che le fonti giornalistiche avevano rivelato come il luogo in cui venivano uccisi i prigionieri per trapiantare i loro organi”.

“La casa adesso era bianca. Il proprietario ha negato che fosse stata mai ridipinta, anche se gli investigatori hanno trovato tracce di giallo lungo la base delle sue pareti. All’interno gli investigatori hanno trovato pezzi di garza, una siringa usata e due sacchi di plastica per flebo incrostate di fango e flaconi vuoti di medicinale. C’erano tracce di sangue lungo le pareti e sul pavimento di una stanza”. Ma le autorità albanesi vietarono di scavare alla ricerca di fosse comuni.

Il 4 aprile 2008 Human Rights Watch (HRW) ha scritto alprimo ministro kossovaro, Thaci e a quello albanese, Sali Berisha, chiedendo di aprire indagini sotto la supervisione internazionale. Successivamente il 5 maggio 2008 HRW ha ritenuto serie e credibili le accuse della Del Ponte. Le vittime, secondo quanto riferito, erano state più di 400 e si trattava di serbi dispersi in guerra.

Nel marzo scorso, a quasi venticinque anni dalla fine del conflitto in Kosovo prende il via all’Aja il processo che vede sul banco degli imputati l’ex presidente Hashim Thaci, Saranno processati dal Tribunale anche tutti gli ex capi e comandanti dell’Uck, la guerriglia indipendentista albanese che nel conflitto armato del 1998-1999 in Kosovo combatté contro le forze serbe. 

L’ex leader dell’UCK Hashim Thaci insieme agli altri imputati è accusato di 10 i capi di accusa tra cui crimini di guerra crimini contro l’umanità, ma anche omicidio, sparizione forzata di persone, persecuzione e tortura contro civili serbi, rom albanesi kosovari, e altre etnie, inclusi gli oppositori politici.

Tra le attività criminali denunciate vi è  anche il traffico di organi al cui riguardo tuttavia la task force ha affermato, che strano, di non avere prove sufficienti.

Thaci era diventato negli anni uno dei più importanti leader politici, del neonato Stato del Kosovo. Era stato lui a leggere la dichiarazione di indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, divenendone uno dei simboli. A novembre del 2020 l’epilogo con le dimissioni dalla presidenza kosovara, seguite al mandato d’arresto spiccato dalla Corte speciale del Kosovo. 

La Corte è il risultato delle indagini svolte da una task force dell’Ue sulla base del rapporto redatto dal senatore svizzero, Dick Marty, su mandato del Consiglio d’Europa in cui sono state denunciate le attività criminali condotte in particolare dal gruppo della Drenica, una delle cellule dell’Uck legate a Thaci.

Il processo è ancora in corso e speriamo che le responsabilità di questo gruppo vengano dimostrate. Speriamo pure che quando la guerra in Ucraina sarà finita, perché dovrà finire in qualche modo, qualcuno intraprenda una vera indagine sul traffico di organi che attualmente si sta svolgendo nel paese centro europeo, bollato per il momento come propaganda russa.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *