DEVON ARCHER CONFERMA LE PRESSIONI DI BURISMA SU HUNTER BIDEN
L’ex socio in affari di Hunter Biden, Devon Archer, ha parlato davanti al Congresso, confermando ai legislatori, in una sessione a porte chiuse, che Burisma Holdings ha fatto pressioni su Hunter Biden nel dicembre 2015 per “trattare” con un procuratore ucraino che stava indagando l’azienda per corruzione. Poco dopo il vicepresidente Joe Biden minacciò di interrompere gli aiuti finanziari all’Ucraina se non fosse stato licenziato il procuratore che stava indagando.
Secondo Just the News )JTN) Archer ha anche detto al Comitato di supervisione che Hunter Biden è stato assunto per far parte del consiglio di Burisma perché il “nome” della sua famiglia aveva valore in un momento in cui l’azienda stava affrontando accuse di corruzione non solo da parte della Procura Generale ucraina ma anche dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna.
“Devon Archer ha detto durante la sua testimonianza durata quattro ore che aver aggiunto Hunter Biden al consiglio di amministrazione di Burisma era molto importante per il cognome che portava essendo figlio di Joe Biden, allora vice presidente degli Stati Uniti, ha detto una fonte anonima a JTN. Archer ha anche affermato che Burisma sarebbe fallita se non fosse stato per ‘il marchio”. Secondo Archer Joe Biden veniva definito appunto “il marchio”.
Archer ha anche contraddetto le affermazioni di Joe Biden secondo cui non aveva mai incontrato i soci in affari stranieri di Hunter Biden, affermando al comitato che Joe Biden si era messo in vivavoce più di 20 volte con i clienti aziendali di suo figlio anche se non si era impegnato direttamente in affari specifici, ma “è stato messo in comunicazione telefonica per vendere ‘il suo nome’”.
L’ex socio in affari della società Rosemont Seneca, che è stato condannato nel 2018 in una frode su alcune obbligazioni, ha anche detto ai legislatori che Hunter Biden è stato sottoposto a pressioni alla fine del 2015 per aiutare ad affrontare l’indagine sulla corruzione condotta dal procuratore generale Viktor Shokin mentre Joe Biden si stava preparando a viaggiare in Ucraina, riferisce JTN.
“Nel dicembre 2015, Mykola Zlochevsky, il proprietario di Burisma, e Vadym Pozharski, chiamato D.C., un dirigente di Burisma, hanno esercitato continue pressioni su Hunter Biden per ottenere aiuto da Washington riguardo all’indagine del procuratore ucraino, Viktor Shokin”, ha detto la fonte a JTN. “Shokin stava indagando su Burisma per corruzione. Hunter Biden, insieme a Zlochevsky e Pozharski, ‘ha chiamato D.C.’ per discutere la questione. Biden, Zlochevsky e Pozharski si sono allontanati per decidere”.
Pochi giorni dopo quell’incontro, Joe Biden ha visitato l’Ucraina in qualità di vicepresidente e ha fatto di tutto per costringere il presidente ucraino a licenziare Shokin, minacciando infine di trattenere $ 1 miliardo di garanzie sui prestiti statunitensi se il licenziamentonon fosse avvenuto. I difensori di Biden hanno a lungo sostenuto che il licenziamento non era correlato a Burisma ed era il risultato della politica statunitense perché l’amministrazione Obama riteneva che Shokin fosse corrotto.
Archer ha capito quindi perché Hunter Biden potrebbe valere il milione di dollari che Burisma gli ha pagato ogni anno per far parte del suo consiglio. Ha indicato che “Burisma avrebbe cessato l’attività se ‘il marchio’ non fosse stato collegato ad essa”.
La rappresentante Marjorie Taylor Greene ha dichiarato poi al Daily Caller che “La cosa più significativa che è venuta fuori finora è che ora abbiamo la prova che Joe Biden ha mentito quando ha detto di non aver mai parlato di affari con il figlio. Bene, questa mattina Devon Archer ha confermato a tutti noi che quanto detto da Biden non è vero”.
“Ci ha detto nella sua testimonianza trascritta di aver sentito Hunter Biden parlare con Joe Biden più di 20 volte dei loro affari. Non di nient’altro, ma degli affari”, ha aggiunto.
Comer ha detto in una dichiarazione che “La testimonianza di Devon Archer oggi conferma che Joe Biden ha mentito al popolo americano quando ha detto di non essere a conoscenza dei rapporti commerciali di suo figlio e di non essere coinvolto. Joe Biden era “il marchio” che suo figlio vendeva in tutto il mondo per arricchire la famiglia Biden”.
Il Partito Democratico cerca comunque di minimizzare e coprire la cosa. Per loro Biden avrebbe detto solo “Ciao” ai soci del figlio Hunter Biden durante le conversazioni telefoniche, aggiungendo poi che ogni padre si preoccupa di quello che il figlio sta facendo. (Theblaze.com)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info