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GLI F-16 NON SONO IL SANTO GRAAL

 

Si parla sempre più insistentemente della fornitura dei caccia F-16 statunitensi all’esercito ucraino ma anche se veramente arrivassero a Kiev davvero cambierebbero le sorti del conflitto?

Riguardo a questa fornitura il  capo di stato maggiore dell’agenzia di intelligence della difesa John Kirchhofer ha affermato che “Purtroppo, niente di tutto ciò è il santo graal che gli ucraini cercano e che gli permetterà di farsi strada”, ammettendo che le sorti del conflitto non possono essere legate alla somministrazione di questi aerei, aggiungendo poi che “È vero che siamo un po’ in una situazione di stallo”.

“Una delle cose in cui i leader russi credono è che possono durare più a lungo del sostegno dell’Occidente [a l’Ucraina]”, ha notato. In questo contesto, Kirchhofer ha mostrato il suo pessimismo sulle forniture di munizioni a grappolo e sui sistemi di lanciarazzi multipli HIMARS da parte degli Stati Uniti, così come i missili da crociera Storm Shadow da parte del Regno Unito.

Secondo Bloomberg, i commenti di Kirchhofer sono più pessimisti rispetto alle dichiarazioni del capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti Mark Milley, che alla fine di giugno ha detto che le forze armate ucraine “avanzano continuamente”. Tuttavia, ha sottolineato che la controffensiva ucraina sarà “molto difficile, molto lunga e molto, molto sanguinosa”, e “nessuno dovrebbe avere illusioni su tutto questo”.

I caccia F-16 potrebbero non essere la soluzione giusta per l’esercito ucraino perché, come sottolinea Francesco Dall’Aglio sul suo canale Telegram”la debolezza maggiore sta nel fatto che gli F-16 sono del tutto inadatti a operare in condizioni di emergenza, dalle piste piccole, improvvisate e con scarsa manutenzione che sono le uniche a disposizione dell’aviazione ucraina e sulle quali invece i vecchi modelli sovietici (e i nuovi modelli russi) si trovano benissimo”. 

Spiega che “tempo fa ho fatto una illuminante chiacchierata (virtuale) con un signore molto simpatico che ha lavorato per più di trent’anni come tecnico armiere proprio degli F-16 C/D/CJ/DJ che  è poi passato a istruire l’aviazione irachena nell’uso di questi modelli – insomma uno che di queste cose ne sa un po’ più di me e di Di Feo messi insieme. Il problema, anzi l’incubo, come dice lui, degli F-16 sono i FOD: Foreign Object Debris, i “frammenti di oggetti estranei” (polvere, sassi, sterpaglia, bulloni eccetera) che possono venire risucchiati dalla presa d’aria del reattore al momento del decollo, con effetti gravissimi inclusa la perdita dell’aereo. 

Gli F-16 hanno una sola presa d’aria, proprio sulla pancia dell’aereo, a pochissima distanza dalla pista, e nessun sistema di protezione. In confronto il suo diretto concorrente dell’epoca, il Mig-29 (cioè un modello molto più vecchio di quelli in uso attualmente nell’aviazione russa, ancora più perfezionati da questo punto di vista) non solo ha due prese d’aria, una per motore, leggermente oblique rispetto al terreno e più in alto di quelle dell’F-16, ma soprattutto ha delle prese d’aria alternative sull’attaccatura delle ali, quindi rivolte verso l’alto; nelle manovre di decollo le prese d’aria principali vengono coperte da uno schermo che si solleva non appena le ruote hanno lasciato il terreno, per dare massima spinta senza più il rischio di risucchiare sporcizia da terra. Anche i Gripen sarebbero molto meglio da questo punto di vista, sono molto resistenti, con due prese d’aria inserite nella fusoliera e adattissimi agli STOL (Short Take-Off and Landing). Per gli F-16, invece, le piste di decollo e di atterraggio devono essere sempre mantenute pulitissime, ai limiti della maniacalità, e l’asfalto sempre in condizioni ottimali: e un piccolo aeroporto che venisse riprogrammato in questo modo certo non sfuggirebbe all’attenzione degli osservatori russi. Non so come si conta di risolvere questi problemi. 

Certo non potranno operare da piste al di fuori dell’Ucraina, perché sarebbe ovviamente considerata un’aggressione militare e non si potrebbe invocare nessun articolo; puoi usare personale straniero, certamente, ma il problema sono le piste oltre che il personale, e lo stesso discorso vale per i piloti. Non è escluso che gli F-16 arrivino come “garanzia di sicurezza” per l’Ucraina (ciò che ne resterà) a conflitto finito; oppure che, FOD o non FOD, siano davvero l’unica cosa che gli possiamo mandare, che è sempre meglio di niente”.

Infine non bisogna dimenticare l’addestramento dei piloti e dei meccanici a supporto degli. Durante il vertice della Nato che si è svolto a Vilnius è stato annunciato che undici paesi europei sono disposti ad addestrare il personale necessario ma ancora non ci sono tempi certi e l’addestramento non sarà di breve durata.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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