LA CONGIUNTURA CHE LULA DEVE AFFRONTARE SULLA DIFENSIVA
Con la vittoria nelle elezioni presidenziali di Lula, il nuovo governo del Brasile ha dovuto affrontare una situazione difficilissima, segnata da crisi, bassa crescita ed una eredità legislativa basata su di una politica di radicale austerità neoliberista che – con i governi di destra precedenti – aveva adottato una specifica misura capestro inserita nella costituzione che impedisce qualsiasi aumento della spesa pubblica sociale: il famigerato “tetto della spesa”.
Per sciogliere i nodi della necessaria ripresa economica del Paese, il Ministro dell’Economia nominato da Lula – Fernando Haddad del Partito dei Lavoratori – ha dovuto elaborare quello che viene chiamato “Quadro di Ristrutturazione Fiscale”, cioè uno schema che possa superare le restrizioni all’aumento di spesa pubblica, ma che – nello stesso tempo – garantisca (il mercato) che gli sforamenti siano contenuti e definiti per i prossimi 3 anni. Non solo: il cosiddetto “Quadro di Ristrutturazione Fiscale” prevede specifici meccanismi che automaticamente vanno a tagliare alcune spese fondamentali se per caso il risutato del deficit pubbico finisca per superare alcuni parametri previsti.
Tale compromesso si è reso necessario per far sì che la maggioranza in Parlamento approvi la manovra fiscale, visto che il governo ha bisogno di ampio consenso da parte di forze politiche di centro e centrodestra.
In questo quadro, uno dei maggiori e più autorevoli commentatori politici brasiliani, Luís Nassif, ha elaborato un’analisi complessiva dell’attuale congiuntura in 5 sezioni.
Sezione 1 – Lo scenario politico
Fattori di vulnerabilità
– Parlamento, dominato dalle forze di centro, centrodestra e destra.
– Mercato, che conta con un’ampia influenza nei media.
– Forze Armate, occasionalmente lealiste, ma non così tanto.
Tappe del percorso virtuoso
Popolarità (che dipende da) –> Benessere (che dipende da) –> Economia
Cioè, l’unica arma per affrontare questa somma di vulnerabilità è rafforzare la popolarità. Ma dipende dal benessere generale – consumatori e imprese – che, a sua volta, dipende dal miglioramento dell’economia. Ciò deve essere raggiunto in un tempo politico definito che, se non ben gestito, renderà la crisi politica irreversibile.
Economia
A sua volta, l’economia dipende dall’intreccio di una serie di fattori: investimenti pubblici, privati ed esteri, rafforzamento del mercato di consumo, ecc.
L’interesse bancario
In tutti questi elementi entra il fattore del tasso di interesse bancario (Selic).
Ad esempio, lo Stato mette a disposizione del settore privato investimenti per la realizzazione di un’opera pubblica di ingegneria. Ma l’azienda che la realizza avrà bisogno di capitale circolante per costruire l’opera e poi ricevere il pagamento. E il tasso di interesse è essenziale per rendere redditizio l’investimento.
Nel caso degli investimenti privati, il tasso di interesse rende proibitivi i prestiti ed inoltre scoraggia il mercato dei consumatori. Nel caso degli investimenti esteri, influenza direttamente il rapporto debito/PIL.
In altre parole, senza una riduzione del tasso Selic non si può avere ripresa economica, il benessere del Paese non aumenta e non permette a Lula di rafforzare la sua popolarità per affrontare le vulnerabilità e le prossime elezioni.
Sezione 2 – La strategia del Ministro dell’Economia Haddad
La strategia messa a punto dal ministro delle Finanze, Fernando Haddad, si compone dei seguenti punti.
1) Non sovvertire nessuno dei dogmi del mercato, a cominciare dall’assoluta indipendenza della Banca Centrale.
2) All’interno delle regole di mercato, presentare un’alternativa alla legge sul tetto della spesa, il “Quadro di Ristrutturazione Fiscale”.
3) Sulla base del Quadro, rimuovere l’ultimo alibi della Banca Centrale per non ridurre il tasso Selic.
4) Senza questo alibi aumenterebbero le pressioni del settore privato e politico sulla Banca Centrale, costringendola a ridurre il tasso Selic.
5) Riducendo il tasso Selic, l’economia riprenderebbe a respirare, permettendo a Lula di ritrovare popolarità e aumentare le politiche di inclusione.
Per approvare il Quadro, però, Haddad ha dovuto sottoporsi a una serie di vincoli: severi limiti di spesa, poco spazio per gli investimenti e, inoltre, impegno al pareggio fiscale dal prossimo anno e avanzo fiscale dal 2025. Il Quadro purtroppo, ha dovuto tornare ad includere il Fondo per lo sviluppo dell’istruzione – settore fondamentale per il Paese – sotto il “tetto alla spesa”.
Per aumentare la spesa, il governo dovrà aumentare le entrate. Ma anche in questo caso c’è un limite di crescita della spesa del 2,5%.
Se il governo commette un errore nella proiezione, la differenza verrà pagata nel 2025. In altre parole, se il Tesoro non riesce a raggiungere i suoi obiettivi di bilancio fiscale, la differenza verrà tagliata dalle spese nell’anno successivo.
Secondo il modello proposto, gli obiettivi saranno raggiunti aumentando le entrate, derivanti dal taglio dei sussidi ingiustificati e dalle restrizioni sull’ingegneria fiscale per le grandi aziende.
Perché questa strategia funzioni, deve esserci una contemporanea riduzione del tasso Selic e un aumento delle entrate. Se entrambe le sfide falliscono, verranno compromessi i due fattori indispensabili per il processo di ripresa dell’economia: investimenti e spesa pubblica.
Sezione 3 – I due personaggi chiave dello scenario
Affinché la sua strategia abbia successo, il Ministro dell’Economia Haddad dovrà fare affidamento sulla buona volontà di due soggetti assolutamente inaffidabili:
– Il presidente della Banca Centrale, Roberto Campos Neto, che ha il potere di ridurre il tasso Selic di interesse bancario.
– Il presidente della Camera dei Deputati Arthur Lira, che ha il potere di far approvare la revoca dei privilegi fiscali, cioé il taglio dei sussidi ingiustificati alle grandi aziende.
In un primo momento, entrambi questi soggetti sono stati molto collaborativi, si puó dire che siano stati i veri autori del Quadro. Non vi è stata alcuna disputa politica o contrasto da parte del governo rispetto al “Quadro di Ristrutturazione Fiscale” o sulla riforma amministrativa.
Non si tratta di criticare l’accondiscendenza del Ministro Haddad, ma di un dato di fatto: il presidente della Camera dei Deputati Arthur Lira è padrone della situazione, così come il presidente della Banca Centrale Campos Neto. Ma la domanda rimane: Haddad sta cercando di adattarsi alla strategia di non confronto di Lula; o vuole arrivare, di fatto, ad approvare tutti i principi della politica economica di mercato?
La speranza di Haddad è che, dopo aver accontentato le pretese richieste dal presidente della Banca Centrale Campos Neto con il “Quadro di Ristrutturazione Fiscale”, si metteranno in atto finamente delle pressioni da parte dei suoi alleati per far ridurre il tasso di interesse bancario Selic.
Quindi è importante analizzare le questioni riguardanti Campos Neto e Arthur Lira.
Il presidente della Banca Centrale Roberto Campo Neto
Ci sono due spiegazioni per la sua insistenza su un tasso Selic sproporzionatamente alto.
Il primo, l’alibi dell’ignoranza: quella di un soggetto che applica un manuale senza la minima nozione sull’oggetto interessato. Il suo unico universo di analisi è il mercato, non l’economia reale.
Il secondo, l’ideologia. L’economia è uscita da un periodo di ultraliberalismo, di grandi affari con le aziende pubbliche, di svuotamento delle politiche pubbliche, che va dal governo golpista ad interim di Temer al periodo Bolsonaro coadiuvato dal suo Ministro dell’Economia, l’ultraliberista Paulo Guedes. Il presidente della Banca Centrale Campos Neto è un soldato di Guedes. Mantenere il tasso Selic al 13,75% (uno dei più alti al mondo), o farlo scendere lentamente, significherà il fallimento di qualsiasi politica alternativa, per quanto timida, e il ritorno agli standard di Paulo Guedes. In altre parole, il Selic di oggi è la garanzia del ritorno dell’ultraliberalismo nel 2026.
L’auspicio sarebbe un aumento significativo della pressione da parte dei settori produttivi. C’è uno tsunami in arrivo, uno schianto generale, che non desta la minima sensibilità dei media. Alla riunione del Consiglio nazionale per lo sviluppo industriale, l’avvertimento di Benjamin Steinbruch, presidente della Compagnia Siderurgica Nazionale sulla tempesta finanziaria che si prospetta è passato quasi inosservato. E l’industria è orfana di leader forti.
Qual è la probabilità che Campos Neto, di sua spontanea volontà, proceda a una significativa riduzione del tasso Selic? Si può tracciare una previsione ottimistica del 40%.
Il presidente della Camera dei Deputati Arthur Lira
Lira significa “affari”. Ha approvato il quadro fiscale perché interessava direttamente ai suoi sponsor, le lobby che egli rappresenta e difende. E non ha il minimo interesse ad approvare il ritiro dei sussidi ai grandi gruppi economici.
Ci sono due possibilità: o il Tesoro riesce a ridurre i benefici fiscali per i grandi gruppi, oppure dovrà allargare le privatizzazioni per fare cassa. Tuttavia, da una parte la riduzione dei vantaggi fiscali vanno a toccare grandi interessi. Ma dall’altra, anche l’eventuale diminuzione della spesa sociale colpisce settori sensibili.
Quanto è probabile che Lira supporti le misure di restrizione dei sussidi? Si può tracciare una previsione ottimistica del 30%.
Combinando le percentuali riguardanti l’attuazione dei due soggetti in questione, si verificherebbe una probabilità totale del 12% di attuare le due misure centrali affinché la strategia Haddad abbia successo.
Sezione 4 – La strategia non conflittuale
Finora si è percepita l’incapacità del governo di fronteggiare qualsiasi fronte di pressione da parte di: Parlamento, Mercato, Forze Armate.
Parlamento
Il cambiamento nel progetto di riforma amministrativa mostra l’ampio controllo conservatore sulla Camera. Il gruppo parlamentare che difende la lobby dell’agrobusiness è riuscito a svuotare il Ministero dell’Ambiente e quello dei Popoli Indigeni dalle loro competenze in merito a misure di politica ambientale e di difesa dei popoli indigeni. Per quanto il governo voglia festeggiare, tale approvazione è stata una vittoria di Arthur Lira.
Mercato
Il Ministro dell’Economia Haddad ha abbracciato completamente il discorso del mercato e delle restrizioni fiscali. Difficilmente aprirà il fuoco sul presidente della Banca Centrale Campos Neto, il che ritarderà notevolmente la riduzione dei tassi di interesse.
Forze Armate
Lula ha consegnato l’Ufficio per la sicurezza istituzionale a un militare, ha posto l’Agenzia di intelligence brasiliana sotto le sue ali e ha mantenuto l’intelligence militare senza alcuna forma di controllo civile. I militari continuano ad occupare gli stessi spazi conquistati negli ultimi anni. Inoltre, fino ad oggi Lula non ha firmato il decreto che reintegra la Commissione per la Verità e gli Scomparsi (per fare luce sue atrocità del periodo di dittatura militare), per paura delle Forze Armate.
La crisi economica
Nelle ultime rilevazioni della Relazione della Banca Centrale la previsione è che il 2023 si chiuda con un tasso Selic al 12,5%; il 2024 con il 10% di Selic; e il 2025 con Selic al 9%.
Per quanto riguarda il PIL, la relazione prevede un aumento dell’1,20% nel 2023, dell’1,30% nel 2024 e dell’1,70% nel 2025. Le aspettative per il 2024 e il 2025 sono mere supposizioni.
È evidente che, con le proiezioni del Selic e del PIL, l’indebitamento netto del settore pubblico non potrebbe che aumentare. E la relazione si basa su stime di un debito pubblico del 60,80% del PIL nel 2023, del 64,45% nel 2024 e del 67% nel 2025.
Se il Mercato e la Banca Centrale che hanno espresso consensualmente una tale relazione dovessero azzeccare le previsioni, l’economia andrà completamente a fondo.
Si possono aggiungere solo due ulteriori tasselli a questo scenario, che potrebbero fare la differenza: l’elevato potere moltiplicatore della redistribuzione del reddito e la riduzione dei prezzi dei carburanti, in particolare del gas in bombole (per l’uso domestico popolare). Questi due elementi potrebbero far respirare il binomio economia/popolarità nel breve termine e, con un po’ di fortuna, aiutare a orientare il medio e lungo termine.
Sezione 5 – Il conto alla rovescia
È evidente che il governo si trova in una situazione di fragilità in cui sbatte contro un muro di respingimento delle istanze popolari. Il tentativo di presentare l’approvazione del “Quadro di Ristrutturazione Fiscale” come una vittoria non convince nessuno.
Ma è anche evidente che nessun governo va al massacro senza reagire. Ad un certo punto bisognerà frenare, con Lula che sarà costretto a interrompere la sua offensiva internazionale, passando alla politica quotidiana e impegnandosi ad articolare le armi politiche a disposizione della Presidenza.
Esistono varie misure per fronteggiare la crisi che vanno al di là del “Quadro di Ristrutturazione Fiscale”, come la potenza di fuoco delle banche pubbliche, i progetti della maggiore impresa petrolifera pubblica Petrobras, gli incentivi fiscali per nuovi investimenti.
La questione è il momento politico adeguato e la volontà politica di Lula di abbandonare il dettato neoliberista, come ha fatto nei suoi primi due governi quando si era trovato di fronte alla crisi mondiale del 2008.
I continui viaggi internazionali di Lula sono rilevanti per il riposizionamento del Paese nella geopolitica internazionale e per attrarre futuri investimenti. Ma la grande battaglia è qui e ora. E c’è una correlazione di forze fortemente sfavorevole.
Quale strategia adotterà Lula? La sua abilità politica sarà messa così a dura prova, forse come mai prima d’ora. Sapendo oltretutto che alla fine del tunnel c’è il bolsonarismo in attesa della preda.
Alessandro Vigilante