Jair BolsonaroJair Bolsonaro

DEPUTATO MARCON: “LA COLTELLATA A BOLSONARO E’ UNA MESSA IN SCENA”

 

Torna in primo piano in Brasile la coltellata ricevuta da Jair Bolsonaro nel settembre 2018 alla vigilia delle elezioni, che poi lo videro vincitore, contro il candidato del Partito dei Lavoratori. Durante la sessione della Commissione parlamentare sul Lavoro di ieri il Deputato del Partito dei Lavoratori Marcon ha affermato che “la coltellata ricevuta da Bolsonaro è stata una messa in scena”.

Al sentire pronunciare queste parole il figlio di Bolsonaro, Eduardo Bolsonaro anche lui Deputato e membro della commissione, ha inveito e minacciato Marcon dicendogli che lo avrebbe colpito in faccia.

Il deputato Marcon ha poi detto che “E’ stata una messa in scena per vincere le elezioni”. Eduardo Bolsonaro ha risposto: “Guarda il livello di provocazione. Ti darei una pugnalata allo stomaco e voglio vedere cosa farai”. I parlamentari presenti si sono quindi chiesti se la dichiarazione di Bolsonaro fosse stata o meno  una minaccia.

Il battibecco tra i due è continuato: Marcon ha messo in dubbio “quanto sangue è uscito dalla ferita”, alludendo al fatto che dopo la pugnalata inferta da Adélio Bispo a Jair Bolsonaro nel video non si vede uscire sangue. Quindi Eduardo Bolsonaro si è alzato ed è andato verso il petista. “Pensi di essere su internet? Ti metto le mani in faccia e perdo il mandato. Perdo il mandato, ma con dignità, quella che non hai tu”, ha detto Eduardo Bolsonaro, esaltato e pronunciando parolacce.

Le parole di Marcon riportano in prima pagina una vecchia questione molto indagata ma mai del tutto risolta ovvero se davvero il candidato del PL Jair Bolsonaro abbia realmente ricevuto la coltellata da Adélio Bispo durante la campagna elettorale nel settembre 2018 oppure sia stato, come sostenuto dal deputato del PT, una “messa in scena per vincere le elezioni”. 

Fin dai primi minuti successivi all’accoltellamento molti dubbi sono stati sollevati sulla reale portata dell’attentato. Primo tra tutti il fatto che non si veda sangue uscire dalla ferita che ha suggerito a molti che Bolsonaro non sia stato ferito. I successivi interventi chirurgici a cui è stato sottoposto potrebbero essere infatti stati eseguiti per asportare un cancro all’intestino che non voleva essere rivelato. Antônio Luiz de Vasconcellos, il  chirurgo che ha operato  Bolsonaro,  ha però negato nonostante due dei sei interventi a cui è stato sottoposto non riguardavano l’attentato.

Jair Bolsonaro è stato accoltellato a Juiz de Fora, Minas Gerais, il 6 settembre 2018, durante un atto pubblico della campagna elettorale per le elezioni presidenziali. 

L’autore del delitto, Adélio Bispo de Oliveira è stato assolto perché l’imputato è ritenuto non imputabile – dal Tribunale Federale di Minas Gerais, nel 2019. Non viene condannato a una pena, ma inizia a rispettare alcune misure di sicurezza.

, Il tribunale ha applicato la misura a causa di un rapporto che dimostrava che soffriva di disturbi mentali. Le due indagini aperte dalla polizia federale sul crimine indicano che Adélio ha agito da solo e senza mandanti. Inoltre non era alla Camera dei Deputati il giorno dell’attentato, come affermato in alcune inchieste.  

Una terza inchiesta è in corso per accertare il finanziamento della sua difesa nel processo in quanto Adélio Bispo de Oliveira non era in grado di pagare gli avvocati che hanno curato la sua difesa.

La difesa di Adélio Bispo era composta da quattro avvocati. A capo del quartetto si trovava l’avvocato Zanone Manuel de Oliveira coadiuvato da Pedro Augusto de Lima Felipe e Possa, Marcelo Manoel da Costa e Fernando Magalhães. 

Secondo l’avvocato Possa, in un’intervista a UOL, nel novembre 2021, l’ufficio di Zanone ha accettato di ricevere 25 mila R$ per la difesa di Adélio Bispo. L’avvocato, tuttavia, dice che c’è un accordo di riservatezza per non rivelare chi ha finanziato la difesa. Fino a novembre di quell’anno, secondo l’avvocato Possa, sarebbero stati pagati solo R$ 5mila.

“Adélio è una persona legata a lui religiosamente. Non conosco la sua identità, solo il dottor Zanone (Manuel, che è a capo della difesa del caso) lo sa, ha avuto contatti con lui. Ma non c’è un mandante, un finanziatore, nessuno che fosse a conoscenza di questa azione perpetrata da Adelio. Solo dopo aver appreso della pugnalata era disposto ad aiutarlo per amore per il prossimo, diciamo così”, ha detto l’avvocato quando è stato intervistato da UOL.

Insomma i dubbi su quell’attentato restano e la verità appare ancora lontana.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *