BOCCIATA LA COMMISSIONE PER INDAGARE SUGLI ATTENTATI AL NORTH STREAM
Come era prevedibile il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non ha approvato il progetto di risoluzione russo-cinese che prevedeva l’istituzione di una commissione indipendente per indagare sugli attentati ai gasdotti North Stream 1 e 2.
La proposta di risoluzione non è passata grazie all’astensione di 12 paesi, hanno votato a favore solamente Russia, Cina e Brasile. I paesi astenuti sono: Albania, Gabon, Ghana, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera, Francia, Regno Unito, Stati Uniti.
“Abbiamo presentato questa iniziativa perché abbiamo seri e molto ragionevoli dubbi sull’obiettività e la trasparenza delle indagini nazionali condotte da alcuni stati europei. Sfortunatamente, dimostrano una mancanza di intenzione di cooperare con le parti colpite, in particolare con il nostro paese che è il più colpito”, ha dichiarato il rappresentante permanente della Russia all’ONU Vasili Nebenzia.
Secondo il diplomatico, le indagini condotte da Germania, Danimarca e Svezia potrebbero portare a occultare le prove del sabotaggio. Ha ricordato che i rappresentanti dei paesi che dubitano dell’opportunità di un’indagine internazionale affermano che “prima dobbiamo aspettare le conclusioni delle indagini nazionali”.
“Vorremmo rispondere a questo dicendo che le [indagini] potrebbero durare anni ed essere condotte in modo inefficace e poco trasparente. Il tempo sta finendo e ci sono sempre più sospetti che gli sforzi di queste indagini non siano diretti a chiarire le circostanze del sabotaggio che ha avuto luogo, ma a nascondere le prove e a ripulire la scena del crimine”, ha detto il rappresentante russo.
Il rappresentante russo ha poi dichiarato che da Germania, Svezia e Danimarca non sono arrivate al suo paese risposte soddisfacenti mentre le uniche comunicazioni dei tre paesi nord europei sono state solo risposte burocratiche.
Il rappresentante cinese all’ONU ha detto dopo il voto che il suo paese si rammarica dei risultati, sottolineando che le indagini nazionali e una internazionale “non si contraddicono a vicenda”.
“Un’indagine internazionale sotto gli auspici delle Nazioni Unite può essere coordinata con quelle nazionali per essere più completa, le conclusioni così ottenute godrebbero di una maggiore accettazione”.
Da parte sua, Nebenzia ha dichiarato che il voto di lunedì si è mostrato come una sorta di “prova del fuoco” per scegliere verso quale tipo di mondo ci stiamo dirigendo: “Un mondo in cui il diritto internazionale è rispettato e gli attacchi contro oleodotti e altre infrastrutture internazionali sono puniti o un mondo in cui ci sono Stati che possono fare qualsiasi cosa […] e non sono responsabili di nulla neppure delle scelte più imprudenti e pericolose”.
Dopo la mancata approvazione del progetto di risoluzione da parte dell’ONU la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha detto in una conferenza stampa che “Il progetto di risoluzione proposto dalla Russia offre opzioni importanti per scoprire la verità, ma il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a raggiungere un accordo su questo e la Cina esprime il suo rammarico”. A questo proposito, ha ribadito che è necessario condurre un’indagine “imparziale, trasparente e indipendente” sugli atti di sabotaggio.
A quindi rimproverato gli Stati Uniti per essersi impegnati a condurre “le cosiddette ‘indagini’ su altri paesi in via di sviluppo”, mentre “copre” le informazioni sulle esplosioni nel Mar Baltico.
“È un doppio standard. Di cosa hanno paura gli Stati Uniti? Speriamo che le indagini pertinenti vadano avanti in modo che il mondo possa sapere cosa è successo veramente e si possa portare i colpevoli davanti alla giustizia”, ha osservato la portavoce, riporta RT.
L’analista internazionale Alberto Garcia Watson ha detto a RT che Washington ha motivo di temere un’indagine indipendente, perché rivelerebbe il suo coinvolgimento in quello che descrive come uno dei più importanti attacchi terroristici a livello globale.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info