Bandiere Brasile e ArgentinaBandiere Brasile e Argentina

BRASILE e ARGENTINA: Non si tratta di moneta unica, ma di finanziamento delle esportazioni 

 

Cerchiamo di capire meglio ciò che i media hanno trattato come la “moneta unica” dell’America Latina, secondo uno dei suoi formulatori. L’Argentina voleva vendere al Financial Times l’idea di una moneta unica, ma per disperazione. Non c’è niente di simile a ciò in discussione, se non la creazione di un gruppo di lavoro che pensi a una moneta per il futuro, ma solo per gli scambi commerciali. 

Con la crisi argentina, i rapporti commerciali con il Brasile sono tornati al periodo pre-Mercosur. Lo spazio è stato occupato dalla Cina, perché offre credito e swap di cambio valute da una banca centrale all’altra. Lo swap di cambio è lo scambio di valute, quando una delle parti non può controllare il rischio insito in determinate operazioni per mancanza di valute convertibili. 

Il primo passo del Brasile verso la ripresa del commercio con l’Argentina sarà avere una Eximbank (banca di finanziamento per il commercio estero) e praticare swap di scambi di tassi di cambio da una banca all’altra. 

Ma ci sono difficoltà con la Banca Centrale brasiliana che è indipendente e che non vuole correre il rischio in Argentina. Il Ministero delle Finanze brasiliano ha offerto il Tesoro dello Stato brasiliano in garanzia, ma ci sono limitazioni legali per il Tesoro ad agire come prestatore della Banca Centrale e, allo stesso tempo, come garante. La Banca Centrale ha operazioni di cambio valuta dagli Stati Uniti al Brasile, ma non con il Tesoro. 

Nelle trattative, l’Argentina voleva accedere a una linea fissa di reais da poter convertire in dollari. È stato deciso che il credito sarà esclusivamente per l’importazione di prodotti e servizi dal Brasile. L’operazione sarà garantita dal Fondo di Garanzia all’Esportazione (FGE). Per le banche, è il modo migliore. Siccome il FGE possiede il rischio sovrano del Brasile – che è basso – non influisce sui limiti di Basilea – che, in base al profilo di credito di una banca, definiscono i limiti di prestito. 

Qualsiasi banca, comprese le banche private, potrà prendere in prestito linee per finanziare il commercio con l’Argentina. Il pagamento sarà effettuato direttamente all’esportatore brasiliano. 

Ad esempio, se la Fiat esporterà in Argentina, richiederà un finanziamento in 180 giorni. La banca brasiliana pagherà in contanti, in reais. Qui entra in gioco la questione delle garanzie. L’Argentina, ha solo 7 miliardi di dollari in riserve di liquidità, mentre le sole esportazioni brasiliane ammontano a 13 miliardi di dollari l’anno. 

In questa operazione ci sono due rischi da gestire: 

1) Il rischio dell’importatore argentino. 

2) Il rischio dell’Argentina stessa. Cioè, l’importatore paga, ma l’Argentina non ha abbastanza dollari per effettuare il trasferimento. Potrebbe pagare in pesos, ma c’è un chiaro rischio che, a breve termine, si possa verificare una massiccia svalutazione del peso e un default, che ridurrebbe in polvere la garanzia del peso. 

La grande sfida, quindi, è come gestire questo doppio rischio: per l’importatore e per l’Argentina. 

Per la banca commerciale, il FGE è la strada migliore, perché scambia il doppio rischio di insolvenza con il rischio del Tesoro, che è equiparato al rischio sovrano brasiliano – estremamente basso. In base all’Accordo di Basilea, il limite di credito di una banca dipende dalla qualità del suo portafoglio. Con il livello del rischio sovrano del Brasile, i limiti di credito bancario non saranno influenzati. 

Ad oggi il fondo ha subito tre default: da Cuba, Mozambico e Venezuela. Per prendere precauzioni nel progetto Argentina, è stato istituito il seguente accordo: 

– L’Argentina si assume il rischio dell’importatore, tramite il Banco de la Nación Argentina. 

– Il rischio Argentina, invece, sarà lavorato con garanzie aggiuntive, asset con liquidità internazionale e convertibili in reais: ricavi da petrolio, soia, grano e gas. 

– Queste garanzie saranno depositate in luoghi in cui possono essere eseguite: New York, Londra o Brasile. 

– Oltre a queste garanzie, ci sarà un’ulteriore garanzia del 200% in peso, per compensare la differenza tra il cambio ufficiale e quello parallelo. 

In questo modello c’è una garanzia contro il double default. Il valore della linea dipenderà dalla dimensione delle esportazioni brasiliane. 

Dopo aver deciso il modello, si è passati ai dettagli. Sérgio Massa, il ministro dell’Economia argentino, ha offerto il gas di Vaca Muerta come garanzia. Poiché c’è molta volatilità nei prezzi internazionali del gas, il Brasile ha chiesto, come riferimento, un importo inferiore a quello pagato per il gas boliviano, per avere margini di compensazione se il prezzo internazionale dovesse scendere. 

Un altro punto negoziato ha riguardato il ritiro di capitali dall’Argentina. Al giorno d’oggi, ci sono grandi restrizioni sui deflussi di capitali, a causa della situazione delle riserve argentine. Il Banco do Brasil, ad esempio, ha una banca in Patagonia, ma non può ritirare i dividendi e convertirli in reais. La linea 4 dell’accordo garantirà questa uscita. 

Il secondo passo 

Parallelamente a questo accordo, verrà istituito un Gruppo di lavoro per studiare la fattibilità di un’unità di scambio comune, una stanza di compensazione commerciale nel Sudamerica, che non ha nulla a che fare con la cosiddetta moneta unica. 

Con una governance congiunta, in questa stanza di compensazione/unità di conto e di scambio, sarà raggiunto un qualche tipo di coordinamento economico tra i paesi. Poi l’integrazione economica sarà un po’ più profonda, con la possibile adesione di Uruguay e Cile. Ma è un progetto rivolto ad un certo punto nel futuro. 

La definizione dell’attuale modello è stata possibile grazie all’impegno e all’esperienza del Banco do Brasil. Nonostante sia stato il principale finanziatore delle esportazioni brasiliane, per qualche motivo interno il BNDES non ha partecipato agli studi di fattibiità. 

Fonte: https://jornalggn.com.br/comercio-exterior/nao-e-moeda-unica-e-financiamento-de-exportacoes/ Traduzione: Alessandro Vigilante 

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