Esercito ucraino un militareEsercito ucraino un militare

LE FORZE ARMATE UCRAINE NON RISPETTANO LA TREGUA PROPOSTA DALLA RUSSIA

 

La tregua natalizia ordinata dal Presidente Russo Vladimir Putin è iniziata alle ore 12.00, le 10.00 in Italia, come previsto ma l’esercito ucraino, come annunciato in precedenza, non la sta rispettando.

Putin aveva ordinato ieri una tregua delle ostilità in Ucraina della durata di  un giorno e mezzo ma dal governo ucraino è arrivata la notizia che non la rispetteranno. La tregua è iniziata alle ore 12.00 di Mosca, le 10.00 in Italia,  e durerà fino alle ore 24.00 di domani 7 gennaio. La tregua era stata ordinata dal Cremlino per dare la possibilità ai cittadini di festeggiare il Natale ortodosso che viene celebrato il 6 e 7 gennaio.

“Dato il gran numero di cittadini ortodossi che vivono nelle zone di conflitto, chiediamo alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e permettere loro di partecipare ai festeggiamenti, sia alla vigilia di Natale che a Natale”, si legge nella dichiarazione pubblicata dal Cremlino.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lodato l’iniziativa russa. “La possibilità per le parti di mostrare rispetto e cessare le ostilità durante questo periodo sacro è sempre ben accolta dal segretario generale”, ha detto il suo portavoce Stéphane Dujarric.

Kiev ha rifiutato però di  rispettare il cessate il fuoco. “La Russia vuole usare il Natale come copertura per fermare, almeno brevemente, l’offensiva dei nostri ragazzi nel Donbass e avvicinare attrezzature, munizioni e truppe mobilitate”, ha denunciato il presidente ucraino Vladimir Zelenski.

Le autorità ucraine hanno fin da subito dichiarato che non avrebbero rispettato la tregua e infatti così si sono comportate. Quindici minuti prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, le forze ucraine hanno sparato a Donetsk cinque proiettili di calibro 155 mm, secondo i dati del Centro congiunto di controllo e coordinamento locale. Alle 12:00, il regime di Kiev ha lanciato sei proiettili dello stesso calibro. Pochi minuti dopo, alle 12:30, altri quattro proiettili sono stati lanciati contro Donetsk.

Nonostante l’osservanza del cessate il fuoco da parte della Russia, secondo il comunicato del Ministero della Difesa, “il regime di Kiev ha continuato a bombardare con artiglieria località e posizioni delle truppe russe” oltre ai soliti obiettivi civili.

In particolare sono stati registrati quattro attacchi di mortaio sulla linea di Krasni Limán, tre attacchi di artiglieria vicino a Belogorovka, vicino a Lugansk, e altri otto dalla zona di Novopávlovka a Zaporozhie. Le truppe russe hanno aperto il fuoco in risposta e neutralizzato le posizioni di tiro nemiche.

Scrive Francesco dall’Aglio in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram che il primo a commentare la proposta di tregua  è stato Mikhaylo Podolyak, consigliere presidenziale, che ha parlato di ipocrisia sostenendo che la tregua ci sarà quando i russi se ne andranno dall’Ucraina. Biden ha rincarato dicendo che la proposta è un tentativo russo di “trovare un poco di ossigeno”. Il governo tedesco inizialmente è sembrato conciliante e ha affermato di “aver preso nota“ della proposta, ma che comunque Mosca deve ritirarsi; poco dopo, però, la ministra degli esteri Berboeck ha dichiarato che “la cosiddetta tregua non porterà libertà o sicurezza alle persone che vivono sotto occupazione russa”, che non capisco cosa c’entri. Poi Dmytro Kuleba, ministro degli esteri ucraino, ha twittato che “il cessate il fuoco non può e non deve essere preso sul serio”. Si è aggiunto Charles Michel, Presidente del Consiglio UE, che in un altro tweet, dopo aver ribadito che c’è un aggressore e un aggredito (in effetti era da un po’ che non lo si diceva) ha sentenziato che l’annuncio del cessate il fuoco unilaterale “è tanto falso e ipocrita quanto le illegali e grottesche annessioni e i referendum che le hanno accompagnate”, cosa anche questa che con l’oggetto in esame c’entra poco. Aleksy Danilov, segretario del consiglio di difesa ucraino, ha escluso qualsiasi contatto con la Russia per una tregua. 

L’analista continua poi scrivendo che “la proposta, al di là del fatto che per eterogenesi dei fini potrebbe portare a qualche morto in meno e quindi è una bella cosa, è ovviamente un trappolone diplomatico nel quale i nostri sono cascati mani e piedi. Del resto non era possibile che facessero altrimenti, visto il tipo di propaganda messa in atto da febbraio: se c’è un aggressore e un aggredito mica una tregua può venire dall’aggressore, sarà certamente un inganno, quindi bisogna respingerla e non partecipare. La proposta è anche un’astuta mossa da parte del patriarcato di Mosca per spezzare il fronte interno dei credenti ucraini, parte dei quali non sta digerendo molto bene l’offensiva governativa contro la libertà di culto della Chiesa ortodossa ucraina rimasta fedele a Mosca e che nelle regioni orientali del paese, Kiev inclusa, non è affatto minoritaria. Putin si accredita come uomo alla fine pacifico, che una risoluzione diplomatica senza più morti alla fine la vorrebbe, purché “ragionevole”; Kiril passa al contrattacco, proponendosi anche lui come uomo di pace dopo tutte le critiche ricevute per avere esplicitamente appoggiato l’operazione militare, con un sermone di sicuro già pronto su Zelensky agente di Satana; e i nostri ci fanno la figura dei guerrafondai senza Dio, che nemmeno a Natale sono disposti a non sparare. E ovviamente, quando alle 12.00 e un secondo l’esercito ucraino non avrà cessato di sparare, l’esercito russo sarà a malincuore costretto a difendersi (come del resto Pushilin già ha detto qualche ora fa) e la tregua, appunto, non ci sarà: e non sarà colpa loro. Davvero un bel trappolone”.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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