GLI STATI UNITI STANNO ABBANDONANDO IL GOVERNO DI ZELENSKY?
Gli Stati Uniti stanno abbandonando il governo di ZelenskY? La risposta non è facile ma alcuni segnali potrebbero indicare che dalla Casa Bianca ci sia la volontà di mettere la parola fine a questa assurda guerra.
Innanzi tutto non bisogna dimenticare che negli anni che hanno preceduto l’inizio del conflitto non è stato fatto nulla per evitarlo. Ciò non deriva dalla mancanza di attenzione a quanto stava accadendo in Dombass ma al fatto che la guerra civile in atto. perché è di questo che bisogna parlare, era parte integrante di un disegno che doveva usare l’Ucraina per portare la Nato alle porte della Russia.
Alcuni segnali potrebbero far pensare che a Washington si stia pensando di allentare il sostegno al governo amico di Zelensky. Pensare al loro totale disimpegno, in questa fase, penso non sia realista ma un lento allontanamento potrebbe starci. Allontanamento che piano piano potrebbe equivalere ad un disimpegno di fatto lasciando l’Europa con la patata bollente in mano.
Il missile caduto per errore o volontà di Kiev in Polonia è il primo segnale. Dico per errore o per volontà perché non è escluso che potesse essere stato lanciato per coinvolgere la Nato nel conflitto, non è idea pellegrina, pensare che da molte parti, governo ucraino in primis, un allargamento del conflitto è ampiamente caldeggiato.
Visti i risultati delle inchieste internazionali che nei mesi scorsi hanno esaminato i fatti avvenuti sul campo di battaglia, i cui esiti hanno addossato tutte le colpe alla Russia, non sarebbe stato difficile anche in questo caso incolpare il Cremlino di aver lanciato il missile sul territorio polacco. Se fin dai primi momenti i soli che hanno creduto che la Russia fosse la responsabile sono stati i fans della guerra ovvero i grandi media internazionali ed alcuni politici con l’elmetto che stanno seduti sui divani, come Letta e Calenda.
Era chiaro a tutti coloro che non hanno il prosciutto sugli occhi o che vagano per i salotti con il fuciletto in mano che il missile non poteva essere russo e se lo fosse stato, nella peggiori delle ipotesi, si trattava di un incidente. Mosca non aveva alcun motivo di lanciare un missile contro un trattore polacco nel mezzo di un campo. Ma, si sa, che talvolta basta poco per scatenare un conflitto su larga scala o allargarlo, come in questo caso. Se ciò non è avvenuto è senz’altro perché gli Stati Uniti non lo hanno voluto, ma attenzione alla Casa Bianca non pensate si siano convertiti sulla strada di Damasco trasformandosi di colpo in colombe. Semplicemente non gli conviene che il conflitto si allarghi ulteriormente.
ghiacciare i bollenti spiriti dei polacchi e degli ucraini in quel momento era l’imperativo, quindi proprio dalla Casa Bianca hanno, in un primo momento, affermato di non avere prove che coinvolgessero direttamente la Russia e, successivamente, hanno smentito ufficialmente. che il missile fosse di Mosca.
Scatenare un conflitto in mezzo all’Europa aveva il duplice scopo di far sprofondare in una crisi economica senza precedenti la Russia e l’Unione Europea. Con la Russia questa strategia non è riuscita ma con il vecchio continente invece direi proprio di si. Infatti se nei primi giorni del conflitto si paventava un rapido ed inesorabile crollo del prodotto interno lordo della Federazione Russa con il passare dei mesi questo non è avvenuto, l’economia della Russia ha retto più che bene anche se alla fine di questo anno ci sarà una contrazione di circa il 3 per cento, molto lontana dal 14 per cento pronosticato a marzo.
Ieri alcuni video pubblicati in rete mostrano dodici militari russi che si erano arresi uccisi dall’esercito ucraino a sangue freddo. Niente di nuovo per me che ho pubblicato più volte video che mostrano atrocità varie commesse proprio dall’esercito ucraino e dai vari battaglioni arruolati dal governo ucraino per combattere affianco all’esercito regolare. La differenza con quanto avvenuto fino ad ora è che adesso i media considerano i video autentici e che le atrocità commesse dall’esercito ucraino possibili. Un grande salto di qualità dato che mai i buonissimi ucraini si sarebbero potuti macchiare di tanta crudeltà, i cattivissimi erano sempre e solo gli appartenenti alle forze armate di Mosca.
I cattivi stanno da una parte ed i buoni dall’altra, ma se adesso anche i buoni non sono poi così tanto buoni vuol dire che qualcosa sta cambiando. Non bisogna dimenticare che i vari membri dei battaglioni, come il famoso Azov, erano considerati i partigiani del nuovo millennio che lottavano per la libertà di un paese invaso dal cattivissimo Putin. Le svastiche tatuate sui loro Bicipiti non erano altro che un modo goliardico di interpretare la storia e non avevano nulla a che fare con il nazismo. Ma forse qualcosa sta cambiando.
Se fin ad ora tutta la narrativa è andata a senso unico e chiunque abbia messo in discussione il pensiero unico è stato etichettato come putiniano, se da Washington davvero ci fosse un cambiamento di strategia allora anche la trattazione degli avvenimenti deve cambiare. Ecco quindi che quanto apparso nei video pubblicati ieri non è più propaganda russa ma un possibile crimine di guerra compiuto proprio da coloro che non avevano macchie sulla coscienza per definizione.
“La guerra con la Russia può finire anche prima della liberazione totale dei territori ucraini occupati”., ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Mykhail Podolyak. Ma poi ha anche aggiunto: “Qualsiasi ‘compromesso territoriale’ non porterebbe la pace ma moltiplicherebbe le vittime. Ogni concessione alla Federazione Russa sarà la vittoria di Putin, legalizzerà l’assassinio e renderà la guerra uno strumento nelle relazioni internazionali. Questa sarà la fine del diritto internazionale. C’è qualcuno che vuole davvero questo?”. Il consigliere di Zelensky ha spiegato quale è la posizione di Kiev: “Una vittoria militare completa” potrebbe non essere necessaria per finire la guerra. Potrebbe bastare che la Russia perdesse “una grande città occupata dal 2014” per porre fine al conflitto. “Ad esempio, avanzare nella regione di Luhansk o Donetsk, far cadere una grande città che è stata sotto occupazione russa per otto anni, diciamo Luhansk. Come conseguenza inizierebbero dei processi irreversibili, sia nelle élite politiche russe che nella società. E così la guerra potrebbe finire anche prima che i nostri militari liberino tutto”. Visto che a quel punto la Russia avrebbe “perso la guerra”.
Una dichiarazione che non lascia presagire niente di buono ma che però, per la prima volta. mette in discussione la posizione ucraina. Infatti ogni volta che si è parlato di una possibile uscita dal conflitto da Kiev hanno chiuso ogni spiraglio affermando che non ci sarà pace finché la Russia occuperà i territori ucraini, Crimea compresa.
E la nostra classe politica, che ha sempre affermato che la Russia deve essere fermata sul campo, come ne uscirà? Altra bella domanda. La risposta però credo sia molto facile: si riciclerà come al solito. abiurerà quanto detto, affermeranno che le condizioni sono mutate, che la pace in fondo è quello che da sempre veniva auspicato e resteranno in sella al cavallo.
In fondo i nostri politici hanno sempre ripetuto ciò che gli veniva detto da oltre oceano e anche questa volta, nel caso ci fosse un cambio di rotta della Casa Bianca, si adegueranno senza troppi problemi morali o etici. Questa classe politica sta dov’è solo perché fa la cassa di risonanza ai discorsi provenienti da Washington quindi non vi dovrete stupire troppo se dovessero cambiare idea da un giorno ad un altro sul conflitto in corso o, più presumibilmente, a piccoli passi per convincere l’opinione pubblica che non hanno voltato gabbana ma che la situazione politica è mutata.
Sul campo resteranno decine di migliaia di morti di cui nessuno vorrà prendersi la responsabilità.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Più chiaro di così non si può, certo la strada da percorrere è ancora lunga per raggiungere la pace. Però se sono rose fioriranno. Almeno si spera.