IL RAPPORTO DI RAND CORPORATION ANTICIPA QUANTO AVVENUTO IN UCRAINA
Il rapporto stilato dal think thank statunitense Rand Corporation del 2019 n. RB-10014-A intitolato “Overextending and Unbalancing Russia” commissionato dall’esercito degli Stati Uniti analizza le strategie per colpire la Russia ed anticipa quanto avvenuto in Ucraina.
Il rapporto stilato tre anni fa, quindi quando ancora l’invasione russa dell’Ucraina non era ancora avvenuta, mette in risalto tutte le azioni dirette che gli Stati Uniti ed i suoi alleati potrebbero fare per destabilizzare e ostacolare lo sviluppo economico della Russia. Un documento che anticipa di tre anni quanto poi è accaduto dopo l’invasione russa dell’Ucraina e che deve far riflettere.
Il report inizia analizzando al situazione attuale della Russia e afferma che “ La Russia di oggi soffre di molte vulnerabilità: i prezzi del petrolio e del gas ben al di sotto del picco che ha causato un calo degli standard di vita, sanzioni economiche che hanno favorito quel declino, una popolazione che invecchia, l’aumento dell’autoritarismo di Vladimir Putin”. Tali vulnerabilità se “amplificate potrebbero portare ad un cambio di regime di ispirazione occidentale”.
Gli autori però constatano che “Nonostante queste vulnerabilità e ansie, la Russia rimane un paese potente che riesce ancora ad essere un concorrente alla pari con Stati Uniti in alcuni domini chiave. Riconoscendo che un certo livello di concorrenza con la Russia è inevitabile”. I ricercatori di RAND hanno condotto una valutazione qualitativa delle “opzioni che impongono costi” che potrebbero sbilanciare e colpire eccessivamente la Russia, opzioni che impongono degli oneri alla Russia comunque minori di quelli necessari agli Stati Uniti per perseguire tali obiettivi.
“Il lavoro si basa sul concetto di competizione strategica a lungo termine sviluppato durante la Guerra Fredda … Un fondamentale rapporto RAND del 1972 ha postulato che gli Stati Uniti dovevano spostare il loro pensiero strategico per tentare di stare davanti all’Unione Sovietica in tutti i campi e a cercare di controllare la concorrenza e incanalarla in aree di vantaggio per gli Stati Uniti”.
Una azione molto semplice e poco rischiosa con costi molto bassi, secondo il rapporto, sarebbe quella di aumentare la produzione energetica statunitense. Questa azione provocherebbe una contrazione del prezzo del petrolio e del gas e ridurrebbe i ricavi russi costringendo così il Cremlino a diminuire gli investimenti in armamenti.
“Adottando politiche che espandono l’offerta mondiale e deprimono i prezzi globali, gli Stati Uniti possono limitare le entrate russe. Ciò comporta pochi costi o rischi, produce benefici di secondo ordine per l’economia statunitense e non ha bisogno di un’approvazione multilaterale.”
Poi viene preso in esame la possibilità dell’applicazione di sanzioni economiche molto profonde. Aggiungo io che però per poterle applicare occorre un motivo valido quindi aver creato un punto di conflitto in Ucraina risponde proprio a questa necessità.
Si legge nel rapporto a tale proposito che “L’imposizione di sanzioni commerciali e finanziarie più profonde probabilmente degraderebbe anche l’economia russa, soprattutto se tali sanzioni sono complete e multilaterali. Pertanto, la loro efficacia dipenderà dalla volontà di altri paesi di aderire a tale processo”. W gli alleati degli Stati Uniti hanno risposto prontamente a questa opzione.
Parallelamente alle sanzioni poi occorre che l’unione Europea si smarchi dal gas di provenienza russa rendendo inoltre il mercato più flessibile. Cosa, quest’ultima, avvenuta nel vecchio continente successivamente a questo rapporto, infatti nell’aprile dello scorso anno il mercato del gas è stato completamente liberalizzato e le quotazioni avvengono, come sappiamo bene, nella borsa di Amsterdam con le conseguenze che sappiamo.
Sarà un caso ma Rand Corporation tre anni fa scriveva che “Aumentare la capacità dell’Europa di importare gas da fornitori diversi dalla Russia potrebbe pregiudicare economicamente la Russia e tamponare l’Europa contro la coercizione energetica russa … . ma per essere veramente efficace, questa opzione avrebbe bisogno che i mercati globali del GNL diventino più flessibili di quanto non siano già e avrebbe bisogno che il GNL diventi più competitivo con il gas russo”.
Si potrebbe poi “incoraggiare l’emigrazione dalla Russia di manodopera qualificata e di giovani russi” ma i risultati si vedrebbero solo dopo molto tempo e gli effetti non sarebbero molto significativi.
Se qualcuno a questo punto dubitasse ancora della premeditazione del conflitto incorso allora legga quanto segue:
“Fornire aiuti letali all’Ucraina sfrutterebbe il punto di maggiore vulnerabilità esterna della Russia. Ma qualsiasi aumento delle armi statunitensi e dei consigli all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”.
Poco promettenti e dagli esiti incerti sarebbero, secondo il rapporto di Rand Corporation, le azioni di destabilizzazione dei paesi vicini ai confini russi, come “promuovere la liberalizzazione in Bielorussia che probabilmente non avrebbe successo” oppure agire in Transnistria per “ espellere le truppe russe dalla regione” che “sarebbe un colpo al prestigio russo, ma farebbe anche risparmiare denaro a Mosca e molto probabilmente imporrebbe costi aggiuntivi agli Stati Uniti e ai suoi alleati”.
Altro campo su cui lavorare è minare la credibilità della Russia in campo internazionale con azioni appropriate che potrebbero essere utili a far percepire alla popolazione che il governo non è in grado di “riportare la Russia alla sua antica gloria”. Si potrebbe rimuovere la “Russia dai forum internazionali non-ONU” e boicottare gli “eventi come la Coppa del Mondo”, cosa che poi è avvenuta.
Sul piano strettamente militare Rand Corporation suggerisce che “Il dispiegamento di ulteriori armi nucleari tattiche in località in Europa e in Asia potrebbe aumentare l’ansia della Russia abbastanza da aumentarne significativamente gli investimenti nelle sue difese aeree” ,mentre investire in “ sistemi di difesa missilistica balistica e armi spaziali allarmerebbe Mosca, ma la Russia potrebbe difendersi da tali sviluppi adottando misure che probabilmente sarebbero notevolmente più economiche dei costi di questi sistemi per gli Stati Uniti”.
Viene suggerito di aumentare la pressione militare nel Mar Nero “per aumentare il costo della difesa delle basi russe in Crimea per ridurre il beneficio per la Russia di aver sequestrato quest’area” anche se ciò implicherà un maggiore sforzo per gli alleati della NATO. Aumentare la frequenza delle esercitazioni in prossimità dei confini russi aumenterà la deterrenza ma non dovrebbe spingere il Cremlino ad aumentare le spese militari e potrebbe essere interpretata come un tentativo di invasione del paese.
Nelle conclusioni del rapporto si legge che “le opzioni più promettenti per “colpire la Russia” sono quelle che affrontano direttamente le sue vulnerabilità, ansie e punti di forza, sfruttando le aree di debolezza minando al contempo gli attuali vantaggi della Russia. A questo proposito, la più grande vulnerabilità della Russia, in qualsiasi competizione con gli Stati Uniti, è la sua economia, che è relativamente piccola e altamente dipendente dalle esportazioni di energia”.
Quindi un rapporto che esamina a fondo tutte le strategie possibili da metter in atto per distruggere la Russia, competitore economico e politico degli Stati Uniti. Rand Corporation evidenzia che il miglior modo per ottenere quanto desiderato è senza dubbio attaccare il Cremlino sul lato economico e dunque alla luce di quanto sta accadendo sul fronte ucraino pensare che il conflitto sia stato progettato con intenzionalità non credo sia una teoria di fantapolitica. Soprattutto perché se prendiamo in esame le sanzioni applicate ci rendiamo conto che erano state ben descritte in precedenza in questo rapporto.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info