EUROPOL DENUNCIA CONTRABBANDO DI ARMI PROVENIENTI DALL’UCRAINA
L’Europol, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione di polizia, ha denunciato di essere a conoscenza di vari casi di traffico illecito di armi provenienti dall’Ucraina.
Inviare armi al governo ucraino per far fronte alla guerra in corso sembra essere per l’occidente il modo migliore per farla terminare ma viene dimenticato che questo flusso ininterrotto di armamenti ha aperto un vero e proprio mercato illecito. I casi di contrabbando di armi provenienti dall’Ucraina oramai non si contano più.
L’ultima denuncia arriva dall’Europol, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione di polizia, che sostiene di essere a conoscenza di traffici illeciti di armi provenienti proprio dall’Ucraina.
“Gli Stati membri dell’Unione europea [UE] e i partner operativi hanno segnalato casi in cui le reti criminali sono attive nella regione e operano o prevedono di contrabbandare quantità significative di armi da fuoco e munizioni, comprese le armi militari”, si legge in una lettera dell’istituzione al Consiglio dell’UE, a cui hanno avuto accesso media tedeschi.
L’agenzia sostiene che vi siano depositi di armi nei pressi dei confini tra Ucraina ed i paesi dell’Unione Europea dove i trafficanti possono approvvigionarsi di armi. Le autorità europee sospettano inoltre che gli stessi rifugiati ucraini in Europa portino armi da fuoco attraverso il confine e poi le vendano nell’UE o le scambino con beni e servizi, come indicato nel testo. In alcuni casi, secondo la polizia, le corse in taxi sono state pagate con armi da fuoco.
Le stesse autorità ucraine hanno denunciato in precedenza casi di contrabbando di armi. L’Ufficio di sicurezza economica ucraino ha confermato una dozzina di casi di vendita di aiuti militari e umanitari forniti dall’Occidente,, ha inoltre assicurato che altre agenzie di sicurezza ucraine hanno registrato casi di vendite illecite.
L’amministrazione statunitense aveva confermato alcuni mesi fa di non sapere in quali mani le armi da loro fornite andassero dopo che avevano varcato il confine con l’Ucraina. Hanno dichiarato che non era loro responsabilità conoscere la destinazione finale delle armi ma era invece delle autorità ucraine.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info