EMERGONO LE VERITA’ SUI CRIMINI COMMESSI DAI MILITARI UCRAINI
di Rangeloni News
I riflettori puntati su Mariupol nel corso di tutta la primavera si sono spostati su altri fronti nel momento in cui si sono arresi gli ultimi militari presenti in città. Nel frattempo le strade sono state ripulite, i numerosi corpi senza vita dei civili sparsi per le strade sono stati sepolti. Poco per volta viene fatta chiarezza anche su molto di quello che è accaduto in quell’inferno.
Uno dei luoghi di Mariupol che più mi è rimasto impresso nella mente è il largo viale di fronte all’acciaieria Ilycha, “la strada dei morti”. Il giorno successivo all’ultima battaglia per il controllo di quell’impianto e della fuga dei fanti di marina ucraini verso l’Azovstal, sull’asfalto di quel viale ho incontrato diverse decine di cadaveri di civili. I pochi sopravvissuti incontrati, residenti delle vie limitrofe, mi avevano raccontato di come queste persone fossero state uccise dai marines ucraini che si trovavano a poca distanza, all’interno dell’acciaieria.
Oggi Anatoly Sharij, un noto blogger ucraino, ha pubblicato la ricostruzione delle sorti di un civile ucciso nei pressi di questo impianto siderurgico, non distante da questo viale. Ha intervistato un prigioniero di guerra ucraino appartenente proprio alla 36esima brigata che si trovava nell’Ilycha. Il militare ha confessato che l’11 aprile, mentre era di guardia, ha individuato e fermato un civile. Dopo averlo interrogato lo ha fucilato per ordine del suo comandante Evegeny Bova (Zelensky gli ha conferito il titolo di “Eroe d’Ucraina”, massima onoreficenza del Paese). Precedentemente altri militari di quella brigata avevano ammesso di aver ucciso civili su ordine del comandante, il quale avrebbe ripetutamente affermato: «Qui non c’è gente “nostra”»
Sharij è riuscito a rintracciare i parenti di Tumanov, il civile fucilato dal militare intervistato. La moglie, che un mese prima di quell’11 aprile era riuscita a lasciare Mariupol raggiungendo l’Ucraina, dove aveva il fratello che combatteva per Kiev sul fronte di Lugansk, ha confidato che il marito – per ironia della sorte – il giorno in cui è iniziata l’”operazione speciale russa” aveva pianto per l’Ucraina e che sarebbe rimasto a Mariupol per “lottare”.
Link del video di Sharij con sottotitoli in inglese:
Having read this I thought it was very enlightening. I appreciate you finding the time and effort to put this article together. I once again find myself spending a lot of time both reading and leaving comments. But so what, it was still worthwhile!