Bombardamenti Nato su Mosul IraqBombardamenti Nato su Mosul Iraq

OLTRE 350 MILA SONO I MORTI CAUSATI DALLE GUERRE DELLA NATO DALL’11 SETTEMBRE 

 

Tra poche ore si aprirà a Madrid il summit della NATO e per celebrare il conviviale incontro non penso ci sia niente di meglio che ricordare cosa l’alleanza atlantica ha combinato in nome della democrazia in giro per il mondo negli ultimi anni.

Per Celebrare il summit della NATO che tra poche ore aprirà i battenti a Madrid penso sia doveroso ricordare alcune delle gesta che l’alleanza atlantica ha compiuto negli ultimi anni in giro per il mondo. Tra le conseguenze che queste azioni hanno avuto sulle popolazioni che sono state baciate dalla fortuna ed hanno visto le truppe NATO sul loro territorio non bisogna dimenticare le centinaia di migliaia di morti provocati dalle loro guerre. Crimini impuniti questi che l’Alleanza Atlantica non ha mai voluto chiarire.

Il giornale spagnolo Público ha avuto accesso a un rapporto del Watson Institute, un prestigioso centro di studi sugli affari internazionali della   Brown University, con sede nel Rhode Island (USA) nel quale vengono evidenziate quante sono state le vittime degli ultimi conflitti a cui a partecipato la Nato nonché il numero di persone, che a seguito di questi conflitti, sono state costrette ad abbandonare i loro paesi.

Il Watson Institute sta monitorando il numero di morti causati dai principali interventi militari lanciati dagli Stati Uniti e dalla NATO dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. Queste campagne militari si sono svolte in paesi come Afghanistan, Pakistan, Iraq o Siria.

Secondo le cifre riportate in questo rapporto e reperite attraverso l’uso di diverse fonti di dati consultate dai suoi autori,  si stima che 350.800 civili in questi paesi sono morti violentemente a causa delle guerre. Le persone che vivono in zone di guerra sono state uccise nelle loro case, nei mercati e sulle strade. Sono morti per bombe, proiettili, incendi, ordigni esplosivi improvvisati e droni, descrive il Watson Institute.

Nel rapporto vengono evidenziate anche tutte le persone morte quando calpestano mine o bombe a grappolo, quando raccolgono legna da ardere o si prendono cura dei loro campi, quando vengono rapite e giustiziate a scopo di vendetta o intimidazione. Tutte persone che nella maggior parte perdono la vita durante le successive guerre civili che scoppiano nei paesi in cui la NATO ha tentato di portare la democrazia con le armi.

L’avventura in Afghanistan lanciata solo dagli Stati Uniti e dalla NATO nel 2001 ha causato la morte di 46.319 civili. Si stima che altre 185.000 persone siano morte in Iraq che non stavano combattendo da nessuna delle due parti. In Siria le morti raggiungono le  95.000 unità mentre in Pakistan sono stati registrati fino a 24.099 morti.

La Libia è stato un altro scenario scelto dalla NATO per intervenire con le sue macchine da guerra. Nel marzo 2011 diversi Stati membri dell’Alleanza Atlantica, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Francia, hanno iniziato una serie di attacchi via mare e via aerea contro le forze del colonnello Muamar al Gheddafi.

“Secondo la NATO nella sua campagna militare aerea e marittima durata sette mesi sono state effettuate più di 9.700 missioni di combattimento e più di 5.900 obiettivi militari sono stati distrutti”.

Un rapporto pubblicato un anno dopo da Amnesty International certifica che molte persone civili sono state uccise nelle loro case durante i bombardamenti della NATO effettuati in zone residenziali. L’Alleanza Atlantica quindi ha ammesso di aver ucciso civili in Libia a seguito di un errore tecnico. Non ci sono state indagini indipendenti o conseguenze di alcun tipo per coloro che hanno commesso tali atrocità.

Nel rapporto della Brown University viene evidenziato anche il numero di persone costrette ad abbandonare il loro paese a causa degli interventi militari effettuati dagli Stati Uniti e dalla NATO dal 2001. Secondo il rapporto le guerre post 11 settembre hanno causato lo sfollamento forzoso di almeno 38 milioni di persone in luoghi come Afghanistan, Iraq, Pakistan, Libia o Siria. Questo numero, sottolinea lo studio, supera gli sfollati da tutte le guerre dal 1900 esclusa la seconda guerra mondiale.

Tra gli altri aspetti, il rapporto sottolinea che i rifugiati dalle guerre “perdono l’accesso a un approvvigionamento alimentare stabile o al loro lavoro, il che causa un aumento della malnutrizione e della vulnerabilità alle malattie”. Queste sono le altre conseguenze delle guerre del XXI secolo.

Dati come quelli esposti nel rapporto del Watson Institute dovrebbero far riflettere sul fatto che la NATO non è un’alleanza difensiva come invece vogliano farci credere. Ma purtroppo una menzogna ripetuta mille volte diventa una verità. Cosa questa piuttosto facile in un mondo in cui i maggiori media, sia giornali che social network, sono in mano ai governi che ne tirano le fila e gli usano per convincere le popolazioni che le loro guerre sono giuste e che i paesi invasi sono sempre dei covi di terroristi pronti a minacciare le nostre società. Non viene invece detto che gli interessi che tutelano non sono i nostri, ovvero quelli del cittadino medio, ma quelli di uno stretto manipolo di oligarchi, o meglio capitalisti, che vedono nella moltiplicazione infinita della loro ricchezza la sola ragione di vita.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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