IL CONSIGLIO D’EUROPA ACCETTA LO STATUS DI CANDIDATO AD ENTRARE NELL’UE PER L’UCRAINA
Il Consiglio europeo ha deciso giovedì di concedere all’Ucraina e alla Moldova lo status di candidati all’adesione All’Unione Europea, un segnale inequivocabile alla Russia.
A seguito della richiesta fatta il 28 febbraio dal presidente ucraino Zelensky il Consiglio Europeo ha accettato di concedere al paese centro europeo lo status di candidato ad entrare nell’Unione Europea. “Il giorno di oggi segna un passo cruciale verso l’UE”, ha twittato Charles Michel. “Il nostro futuro è unito”, ha aggiunto il Presidente del Consiglio d’Europa.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che la decisione presa dai paesi dell’UE “rafforza” il blocco nel suo insieme, così come tutti i paesi membri separatamente e, in particolare, all’Ucraina, Moldavia e Georgia.
Dalle dichiarazioni dei leader comunitari traspare tutta la doppiezza che l’Unione Europea nel suo complesso sta tenendo nella gestione della crisi Ucraina. Da un lato si invoca la necessità della fine della guerra e di instaurare un tavolo di trattativa tra le parti in conflitto e dall’altra parte si concede all’Ucraina lo status di candidato ad entrare nell’unione e si continuano ad inviare armi.
La decisione presa ieri dal Consiglio d’Europa non è certamente un segno di distensione nei confronti della Russia. L’adesione, che avverrà in tempi molto lunghi dell’Ucraina all’UE, è solo il primo passo verso la successiva integrazione nella Nato. Tutti i paesi europei che facevano parte dell’ex Patto di Varsavia che sono entrati nell’Unione Europea sono poi stati integrati nell’alleanza atlantica. Quindi il futuro dell’Ucraina, della Moldavia e della Georgia, dopo essere entrate nell’Unione Europea è segnato.
Aver deciso proprio adesso di procedere in tale direzione è ovviamente un segnale ben preciso lanciato alla Russia. L’Ucraina non rispetta nessuno dei requisiti necessari per poter entrare a far parte dell’Unione Europea ma ciò sembra essere una cosa non rilevante. Cito solamente un rapporto della stessa Ursula von der Leyen dove afferma che l’Ucraina accumula ben 501 sentenze della Corte europea dei diritti umani non rispettate. Un campione della democrazia, la stessa democrazia che noi abbiamo la presunzione di esportare.
Appresa la notizia, anche se nessuno dubitava del contrario, il Presidente ucraino Zelensky che sprizza gioia da tutti i pori scrive sul suo account Twitter: “Accolgo con sincerità la decisione dei leader dell’UE al Consiglio europeo di concedere all’Ucraina lo status di candidato. È un momento unico e storico nelle relazioni tra l’Ucraina e l’UE”.
I paesi candidati ad entrare nell’UE dovranno ora soddisfare una serie di criteri, noti come criteri di Copenaghen. In particolare, la Commissione Europea ha precedentemente precisato che, nel caso dell’Ucraina, dovranno essere attuate una serie di “riforme importanti” relative, tra l’altro, al sistema giudiziario, alla lotta alla corruzione, alla “de- oligarchia” e al rispetto dei diritti delle minoranze nazionali. Un bel da fare per il governo di Zelensky.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info