GLI STATI UNITI IMPEDISCONO ALLA RUSSIA DI PAGARE LE PROPRIE OBBLIGAZIONI
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che non estenderà la deroga alle sanzioni che ha consentito alla Russia di effettuare i pagamenti dei debiti sulle obbligazioni sovrane agli investitori occidentali, che scade oggi.
Nella nota emessa dall’Office of Foreign Assets Control si legge che questo ufficio non prorogherà la licenza speciale che ha permesso alla Russia di provvedere al pagamento delle cedole sulle obbligazioni emesse che scadrà oggi. Questo potrebbe comportare che la Russia entri in un default tecnico per non aver onorato i suoi impegni finanziari verso i creditori.
In precedenza, il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen ha confermato che è improbabile che il suo paese estenda la licenza, il che porterebbe la Russia alla possibilità di entrare in un default tecnico. “Se la Russia non è in grado di trovare un modo per effettuare questi pagamenti e tecnicamente è inadempiente sul suo debito, non credo che ciò rappresenti davvero un cambiamento significativo nella situazione della Russia”, ha sottolineato l’alto funzionario.
Prevedendo che questa licenza non sarebbe stata prorogata, una settimana prima della data di pagamento, il ministero delle Finanze ha dichiarato di aver adempiuto in anticipo ai propri obblighi di pagamento regolarizzando le cedole in scadenza. Infatti il 27 maggio, il ministero delle Finanze russo avrebbe dovuto pagare 26,5 milioni di euro e 71,25 milioni di dollari in obbligazioni.
Le sanzioni applicate alla Russia in campo finanziario hanno l’obiettivo di portare il paese ad un default tecnico creando tutte le condizioni perché la Russia non paghi i proprio debiti nonostante abbia tutta la liquidità necessaria. Denaro che però non può essere usato in quanto le sanzioni hanno congelato gli attivi russi presenti nelle banche internazionali.
Il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov ha assicurato che non c’è motivo per un vero default della Russia, aggiungendo che questa situazione è creata artificialmente dall’Occidente. “La Russia ha tutte le risorse di cui ha bisogno per pagare i suoi debiti”, ha sottolineato.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha ricordato che “le azioni statunitensi. che causano impedimenti tecnici all’adempimento degli obblighi devono essere considerate dal tribunale come forza maggiore o comportamento colpevole da parte del creditore”.
Da parte sua, il ministro delle finanze russo Anton Siluanov ha affermato che la Russia è in grado di dimostrare in tribunale di aver fatto tutto il possibile per saldare il debito. “Faremo causa perché abbiamo adottato tutte le misure necessarie per garantire che gli investitori ricevano i loro pagamenti”, ha affermato il ministro in un’intervista a Izvestia. In questo senso, ha aggiunto che la Russia può mostrare i documenti che confermano i suoi “sforzi per pagare, sia in valuta che in rubli”.
Il presidente della Duma di Stato, la camera bassa del parlamento russo, Viacheslav Volodin, a sua volta ha indicato che la Russia effettuerà i pagamenti del debito estero in rubli. “E’ una decisione sensata a causa degli Stati Uniti. Loro stessi hanno proibito i pagamenti in dollari. Oggi il rublo si è notevolmente rafforzato e, in questo senso, le condizioni di mercato sono buone per noi”, ha scritto l’alto funzionario nel suo account Telegram.
A tale proposito, Siluánov ha sottolineato che “il congelamento dei conti in valuta estera del governo russo e della sua Banca centrale può essere descritto come il desiderio di alcuni paesi stranieri di provocare un default artificiale che non ha una reale base economica”.
Il 2 marzo l’Office of Foreign Assets Control ha emesso una deroga che ha consentito a Mosca di pagare i suoi prestiti in valuta estera con le riserve congelate, sebbene ciò richiedesse l’approvazione delle banche statunitensi. Grazie a questa esenzione, la Russia è riuscita a effettuare due pagamenti di cedole di Eurobond sovrani. Il 17 marzo sono state regolate due emissioni di Eurobond per un controvalore di 117,2 milioni di dollari con scadenza rispettivamente nel 2023 e nel 2043. Un’altra cedola Eurobond del valore di 65,63 milioni di dollari con scadenza 2029 è stata pagata il 22 marzo. (RT)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info