Dentro l’acciaieria AzovstalDentro l’acciaieria Azovstal

A MARIUPOL RIAPRONO QUATTRO SCUOLE 

 

Mentre tutti i mezzi di informazione danno la notizia della resa, anche se spesso questa parola non viene menzionata, dei militari che ancora sono asserragliati nell’acciaieria Azovstal a Mariupol sono state riaperte quattro scuole.

La notizia della resa, perché di altro non si può parlare, dei membri del battaglione Azov e dei militari ucraini  presenti ancora nel complesso siderurgico Azovstal di Mariupol ha monopolizzato l’informazione di queste ultime ore. Un’altra notizia altrettanto importante quella della riapertura in mezzo a mille difficoltà di quattro scuole a Mariupol è come era prevedibile passata inosservata.

La notizia ci arriva da Rangeloni News che scrive su Telegram che  è tornata a suonare la campanella della scuola N.34, dove sono stati accolti circa duecento studenti. È la quarta scuola che viene riaperta in città.

“Roman Alexandrovich, il preside, senza linea telefonica e mancanza di coordinazione ha dedicato intere giornate a ricompattare lo staff riuscendo a organizzare la riapertura della struttura. Nonostante la scuola fosse stata utilizzata dai militari ucraini come accampamento, i danni riportati sono relativamente contenuti. Le finestre sono state temporaneamente rattoppate con dei teli, alcuni locali sono stati chiusi. Manca la corrente elettrica, ma è questione di tempo, nel quartiere vicino è già stata riallacciata”, scrive Rangeloni Newsnel suo post.

Sottolinea nel  suo racconto del primo giorno di scuola dopo l’interruzione per i bombardamenti affermando che  la riapertura della scuola è avvenuta in concomitanza con la conclusione dei bombardamenti: a pochi chilometri di distanza, mentre gli studenti tornavano nelle aule, i militari ucraini all’interno dell’Azovstal hanno cominciato ad arrendersi”, .

Un piccolo gesto che ha un significato molto importante perché certifica che la città è stata completamente liberata ed i rischi di attacchi da parte dell’esercito ucraino sono evidentemente minimi al punto che è possibile far ritornare i bambini e gli studenti sui banchi di scuola.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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