JOE BIDEN ELIMINA QUATTRO O CINQUE MISURE ECONOMICHE CONTRO CUBA MA IL BLOCCO RESTA INTATTO
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato di voler revocare alcune misure economiche applicate contro Cuba dal suo predecessore Trump ma è tutta propaganda.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha reso noto l’intenzione di eliminare alcune sanzioni introdotte dal precedente inquilino della Casa Bianca Donald Trump contro Cuba. Durante il suo mandato presidenziale Trump ha inasprito notevolmente il sessantennale blocco economico, commerciale e finanziario contro l’isola caraibica con 263 ulteriori misure coercitive.
Adesso il nuovo Presidente Joe Biden avvisa di volerne eliminare quattro o cinque, un bel passo avanti non c’è che dire. I cubani si strapperanno i capelli dalla gioia. Evidentemente la mossa della Casa Bianca è pura propaganda in un momento in cui in America Latina molti paesi si sono dichiarati in disaccordo per la decisione della Casa Bianca di non volere la partecipazione di Cuba, Venezuela e Nicaragua al prossimo Incontro delle Americhe che si terrà a Los Angeles dal 6 al 10 giugno prossimo.
Una mossa quella di Joe Biden che ha tutto il sapore di una presa in giro per il popolo cubano e allo stesso tempo un tentativo maldestro di ricompattare il fronte contrario alla sua decisione di escludere anche Cuba dal prossimo Incontro delle Americhe. Ora tutto quello che alleggerisce il blocco è ovviamente ben accetto ma non credete ai roboanti titoli dei giornali addomesticati che titolano che gli Stati Uniti hanno alleggerito l’embargo, ovviamente non usano la parola blocco perché oltre oceano non si parla di blocco ma di embargo, due parole simili ma profondamente diverse. Per arrivare a dire che il blocco è stato alleggerito con queste blande misure occorre avere tanta fantasia.
Ma vediamo nel dettaglio cosa Joe Biden ha regalato al popolo cubano. Verranno riaperti i voli diretti dagli Stati Uniti verso altre città cubane, attualmente dagli stati Uniti si può raggiungere solo L’Avana. Verrà revocato il limite di 1.000 dollari a trimestre sulle rimesse (per ogni mittente e consentirà anche rimesse non familiari per “sostenere gli imprenditori cubani indipendenti a dimostrazione che i cuentapropistas, ovvero i lavoratori autonomi, sono una categoria benvoluta oltre oceano.
Inoltre verrà riaperto il programma di ricongiungimento familiare tra i cubani residenti negli Stati Uniti con i parenti ancora presenti a Cuba. Verrà poi implementato il trattamento dei visti, anche presso il consolato dell’Avana, ma la maggior parte continuerà a essere gestita dall’ambasciata statunitense in Guyana. Infine i cittadini statunitensi potranno visitare l’isola attraverso un programma di viaggi di interscambio culturale e didattico.
“Il popolo cubano sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti e la nostra politica continuerà a concentrarsi sul rafforzamento del popolo cubano per aiutarlo a creare un futuro libero dalla repressione e dalla sofferenza economica”, ha dichiarato in una nota il Dipartimento di Stato tanto per far capire in che direzione va la politica statunitense.
Magari qualche responsabilità nei quotidiani problemi che i cubani affrontano ce l’ha proprio il blocco che gli Stati Uniti ostinatamente continuano a mantenere. E’ evidente che le misure prese dal governo di Joe Biden sono una goccia nel mare ma poco gli importa, l’importante restano i titoli che annunciano l’allentamento del blocco e che fanno passare la notizia che Biden si è convertito sulla strada di Damasco.
Da parte cubana il Ministero degli Esteri Bruno Rodriguez Parrilla, da buon diplomatico, ha scritto su Twitter che “L’annuncio del governo degli Stati Uniti è un passo limitato ma va nella direzione giusta”. Ha poi aggiunto che queste misure non hanno tolto Cuba dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo, non alleggeriscono il blocco e che non eliminano la maggior parte delle sanzioni applicate da Trump che colpiscono duramente l’isola.
Il ministro degli Esteri Bruno Rodriguez Parrilla ha quindi rimproverato agli Stati Uniti di non aver “cambiato né gli obiettivi né gli strumenti principali della politica fallimentare contro Cuba.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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