ESPRESSE PREOCCUPAZIONI DALL’AUSTRALIA PER IL RECENTE ACCORDO TRA CINA ED ISOLE SALOMON
Il primo ministro australiano Scott Morrison ha affermato che la costruzione di una presunta base militare cinese nelle Isole Salomone significherebbe una “linea rossa” per Canberra e gli Stati Uniti.
Il Primo Ministro australiano Scott Morrison ha espresso serie preoccupazioni riguardo il trattato di sicurezza firmato lo scorso martedì a Pechino tra il governo cinese e quello delle Isole Salomon ed ha dichiarato che”Non avremo basi navali militari cinesi nella nostra regione proprio dietro l’angolo”, assecondando le preoccupazioni degli Stati Uniti.
Secondo Morrison le preoccupazioni riguardano anche i vicini stati del pacifico meridionale come in particolare luoghi come Fiji e Papua Nuova Guinea.
Ma le preoccupazioni maggiori riguardo al trattato firmato tra le due nazioni arrivano ovviamente dagli Stati Uniti, infatti venerdì la Casa Bianca ha avvertito che “avrebbe preoccupazioni significative e risponderebbe di conseguenza” se la Cina stabilisse “una presenza militare permanente o de facto, oppure costruisse installazioni militari” nelle Isole Salomone.
L’accordo firmato tra Cina ed Isole Salomon non è stato pubblicato ma una bozza è filtrata in rete. Secondo questo documento la nazione del Pacifico ottiene il diritto a richiedere alla Cina di inviare la polizia, la polizia armata, il personale militare e altre forze armate. La decisione può essere presa dal governo salomonese secondo i propri bisogni e per sostenere il mantenimento dell’ordine sociale, la protezione delle vite e della proprietà delle persone, rispondere ai disastri ed in altri compiti concordati dalle parti.
Da parte sua la Cina ottiene il diritto di eseguire visite di navi, eseguire il rifornimento logistico e fare uno scalo tecnico nelle isole Salomon con il consenso della nazione del Pacifico. Allo stesso modo, può implementare nell’arcipelago Forze rilevanti per proteggere la sicurezza del personale e dei progetti cinesi, riporta RT.
Camberra teme che le Isole Salomon si convertano in una piccola Cuba a 1500 chilometri dalle sue coste, ma più probabilmente questa mossa preoccupa più gli Stati Uniti che i loro soci nel Pacifico. Per questo dalla Casa Bianca si sta pensando di riaprire l’ambasciata nelle Isole Salomon dopo ventinove anni dalla sua chiusura.
Premetto che sono assolutamente contrario alla costruzione di basi militari di qualsiasi tipo da chiunque in qualunque luogo del mondo, ma se viene deciso da parte della Nato di impiantare basi a pochi chilometri dal confine con la Russia in Ucraina va bene, se invece la Cina decide di firmare un trattato di sicurezza con le Isole Salomon allora diventa un caso internazionale. Qualcosa mi sfugge …
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info