L’EX PRESIDENTE HUGO CHAVEZL’EX PRESIDENTE HUGO CHAVEZ

VENTI ANNI FA IL COLPO DI STATO CONTRO HUGO CHAVEZ 

 

Venti anni fa, l’11 aprile 2002, l’allora Presidente della Repubblica del Venezuela Hugo Chavez subiva un colpo di stato che lo privò del potere per tre giorni organizzato dalla cupola finanziaria del paese sud americano con l’appoggio degli Stati Uniti. 

gli eventi dell’11 aprile 2002 rappresentano il primo tentativo di colpo di stato contro il processo politico bolivariano guidato dal comandante Chávez. Dal suo arrivo al potere nelle elezioni del 1998, il leader della rivoluzione bolivariana ha iniziato una serie di riforme politiche e  sociali che gli hanno procurato molti nemici soprattutto nella classe agiata venezuelana che viveva con le rendite del petrolio e delle materie prime di cui il paese è ricchissimo.

Così l’11 aprile 2002, il colpo di stato organizzato dalla cupola finanziaria supportata dalla vecchia classe politica e dal sostegno degli Stati Uniti, pone provvisoriamente il DE Facto presidente Pedro Carmona Panga a capo del Venezuela. 

Il colpo di stato si concluse tre giorni dopo, all’alba del 14 aprile 2002, con il ritorno di Hugo Chavez, che era stato imprigionato in una base militare, alla presidenza. Le mobilitazioni popolari per le strade della nazione sud americana convinsero i golpisti a liberare Chavez e dare fine al progetto di colpo di stato.

Con la scomparsa fisica del leader bolivariano il 5 marzo 2013 i tentativi di colpo di stato non si sono fermati, anzi sono aumentati anche grazie all’ordine esecutivo emesso da Barack Obama nel 2014 che definiva il Venezuela un paese che minaccia gli interessi degli Stati Uniti. Base questa che ha portato il paese nord americano ad applicare centinaia di sanzioni economiche al paese sud americano negli anni seguenti.   

Febbraio 2014 

Nel febbraio 2014, settori della destra venezuelana hanno iniziato  una serie di dimostrazioni violente, denominate Guaricbas, contro il governo di Nicolás Maduro. Queste azioni destabilizzanti promosse dalle parti più reazionarie della destra venezuelana con il sostegno degli Stati Uniti, avevano lo scopo di tentare un colpo di stato dolce (golpe blando(  per promuovere un cambio di governo in Venezuela. 

La guerra economica indotta (2014-2015) 

Nonostante il fallimento delle violente proteste del febbraio 2014, i settori industriali e politici usano  la carenza dei prodotti alimentari di base come parte del loro tentativo di destabilizzare la nazione Con il supporto degli Stati Uniti. Il piano consisteva principalmente nel far credere che il governo venezuelano fosse responsabile delle carenze nella catena di distribuzione alimentare e dei prodotti di base, al fine di creare un clima di caos nel paese. 

Per affrontare la mancanza di offerta di prodotti, il governo venezuelano ha lanciato una rete di distribuzione del cibo denominata Comitato Locale di Fornitura e Produzione (CLAP) ed ha implementato misure economiche per affrontare la guerra economica. 

settembre 2018 

Dopo il tentativo di omicidio del Presidente Nicolas Maduro, nell’agosto2018, quando alcun droni armati con esplosivo esplodono durante una parata militare nella capitale venezuelana, il giornale statunitense New York Times ha rivelato i dettagli di una nuova cospirazione contro il governo. Secondo quanto rivelato alcuni  funzionari di stato  degli Stati Uniti, hanno mantenuto incontri segreti con ufficiali militari venezuelani per tentare un nuovo colpo di stato contro il presidente Maduro. 

Le informazioni sono state confermate da diversi media, in cui sono state descritte una serie di riunioni nel corso di quell’anno. Alla fine, il governo degli Stati Uniti avrebbe deciso di non sostenere più il colpo di stato. 

Juan Guaidò 

Il 23 gennaio 2019 il deputato Juan Guaidò si è autoproclamato in mezzo ad una piazza di Caracas Presidente ad interim  del Venezuela in palese violazione  della costituzione del paese e sostenuto dagli Stati Uniti. 

La presa de “La Carlotta”

Insieme ai suoi alleati il 30 aprile, Guaidó e un piccolo gruppo di militari tentano di impadronirsi della base militare “La Carlotta” a Caracas, per iniziare da lì un nuovo colpo di stato. Per l’occasione viene prelevato dagli arresti domiciliari Leopoldo Lopez, leader del partito di destra Volontà Popolare, che doveva scontare una pena per la sua partecipazione alle guarimbas del 2014.

Il tentativo fallisce miseramente ma dagli Stati Uniti continuano ad arrivare affermazioni sulla necessità di mettere fine al regime venezuelano con un colpo di stato. Accanto a queste affermazioni continua senza sosta l’applicazione di sanzioni economiche contro il governo di Maduro con lo scopo di asfissiare l’economia del paese.

 

operazione Gedon

Il 3 maggio un gruppo di una sessantina di mercenari aveva tentato di entrare in Venezuela con lo scopo di catturare il Presidente Nicolas Maduro e compiere un colpo di stato. L’operazione era stata pianificata e messa su carta con un contratto stipulato tra l’autoproclamato presidente Juan Guaidò e la società statunitense di servizi Sillvercorp che avrebbe provveduto a tutti gli aspetti logistici compreso il reclutamento dei mercenari per un importo totale di 212 milioni di dollari. 

I mercenari sono arrivati sulle coste venezuelane con barche provenienti dalla Colombia ma le motovedette della guardia costiera venezuelane le hanno intercettate ed hanno permesso di smantellare il commando

Nonostante i tentativi di rovesciare il Presidente Maduro il popolo venezuelano ha dimostrato il suo rifiuto ai piani destabilizzanti e ai tentativi di invasione del paese appoggiati dagli Stati Uniti ed a sostenuto il suo diritto all’autodeterminazione.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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