BIDEN INSISTE: CI SONO CONCRETE POSSIBILITA’ CHE LA RUSSIA INVADA L’UCRAINA

 

Il Presidente  statunitense insiste sul fatto che la Russia stia preparando l’invasione dell’Ucraina nonostante le sue precedenti affermazioni su un’azione militare russa nel paese centroeuropeo si siano dimostrate semplicemente delle isterie: già si vocifera su una nuova data.

Joe Biden parlando alla Casa Biancaha affermato che Washington non ha visto segni del ritiro delle truppe russe lungo il confine con l’Ucraina ed ha dichiarato che ci sono concrete possibilità che avvenga la tanto auspicata invasione. In effetti le dichiarazioni del Presidente statunitense sono del tutto comprensibili dato la figura che la sua amministrazione e i suoi servizi segreti hanno fatto. Insomma cosa poteva dire di diverso nella situazione in cui si è cacciato da solo.

“Ho la sensazione che accadrà entro i prossimi giorni”, ha affermato Joe Biden. Ha in seguito dichiarato che la minaccia di un’invasione russa dell’Ucraina è “molto alta” e ha precisato di non avere intenzione di chiamare l’omologo russo Vladimir Putin. Le sue parole hanno fatto eco alle precedenti accuse di funzionari britannici, tra cui il premier Boris Johnson e la ministra degli Esteri Liz Truss, che hanno affermato che il bombardamento di un asilo nell’Ucraina orientale “era un false flag” progettato per creare un pretesto per l’azione militare russa.

Un mese fa la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha affermato che gli Stati Uniti avevano informazioni secondo cui la Russia stava pianificando di inventare un pretesto per un’invasione dell’Ucraina utilizzando agenti per realizzare un false flag. 

Come è noto, secondo le informazioni fornite dagli Stati Uniti, l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo doveva avvenire nei giorni 15 e 16 febbraio ma ciò non è avvenuto. Queste false informazioni hanno fatto sì che la tensione arrivasse alle stelle con la conseguente decisione da parte di numerosi paesi di far evacuare tutto il personale non necessario presso le loro rappresentanze diplomatiche in Ucraina.

Le nuove dichiarazioni di Joe Biden ribadite anche dal Segretario Generale della Nato su un’altra possibile invasione che dovrebbe avvenire adesso il 20 febbraio sono, come sempre, amplificate dai sempre accondiscendenti grandi mezzi di informazione. 

Infatti oggi il giornale statunitense Politico, riferendosi ad analisti, speriamo che non siano gli stessi che hanno dato le precedenti informazioni, ha fornito un elenco di motivi per cui la Russia potrebbe invadere l’Ucraina dopo il 20 febbraio, bollando la data precedente dell’atteso attacco, il 16 febbraio, come una distrazione dalle date effettive. Ovviamente anche Politico qualcosa per giustificare le palesi menzogne pubblicate sull’invasione doveva scrivere per non perdere del tutto la faccia.

I motivi addotti dal giornale sulla scelta del 20 febbraio quale data sicura per la tanto auspicata invasione sarebbero che questa data coinciderebbe con il termine delle esercitazioni militari congiunte tra Russia e Bielorussia. Inoltre sarebbe già terminata la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, alla quale parteciperanno il presidente ucraino Vladimir Zelensky, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e il segretario di Stato americano Antony Blinken. 

Terzo ma non meno importante motivo sarebbe che il 20 febbraio è l’ultimo giorno delle Olimpiadi invernali di Pechino, con la Russia che, secondo Politico, non lancerebbe l’attacco contro l’Ucraina prima di quella data per “fare piacere” al presidente cinese Xi Jinping. 

Intanto le forze armate ucraine, in piena violazione degli accordi di Minsk, hanno continuato le loro azioni belliche nel Dombass. L’esercito ucraino ha sparato colpi di mortaio e ha lanciato granate in quattro località dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk ieri nella notte.

Le truppe Ucraine hanno palesemente e gravemente violato il regime di cessate il fuoco usando armi che secondo gli accordi di Minsk dovrebbero essere ritirate. Tali accordi, concordati nel febbraio 2015, prevedono un cessate il fuoco tra le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk (RPL e RPD) e Kiev, il ritiro del personale militare, la ripresa dei legami economici e la riforma costituzionale in Ucraina, che avrebbe dovuto assicurare la sicurezza nazionale delle repubbliche e i loro diritti.

Il presidente russo Vladimir Putin, in precedenza, aveva sottolineato che gli accordi di Minsk sul conflitto nell’Ucraina orientale rappresentano l’unica soluzione possibile alla questione, ma Kiev non vuole rispettarli. Secondo Putin, l’Ucraina ha trascinato i negoziati per risolvere il conflitto e, in questo contesto, la NATO ha dispiegato attrezzature militari più vicino al confine con la Russia.

“Abbiamo più volte avvertito che l’eccessiva concentrazione delle forze armate ucraine nelle immediate vicinanze della linea di demarcazione, unita a possibili provocazioni, potrebbe rappresentare un terribile pericolo. Ora vediamo che queste terribili provocazioni continuano, vediamo le informazioni dei rappresentanti delle autoproclamate repubbliche sugli attacchi reciproci presso la linea di contatto, il primo dei quali è arrivato dall’Ucraina. Questa è un’informazione inquietante. Continuiamo a monitorare”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Insomma la situazione di tensione in Ucraina non sembra proprio normalizzarsi anche perché le ripetute dichiarazioni di una imminente invasione certamente non raffreddano i contendenti. Chiaramente da parte statunitense non c’è la volontà di smorzare i toni dato che proprio loro sono quelli che cercano di incendiare le polveri e dopo la figuraccia che hanno fatto di fronte al mondo, dando per certa l’invasione dell’Ucraina, non credo che retrocedano dalle loro posizioni. 

 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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