SONO OLTRE UN CENTINAIO IN COLOMBIA I MANIFESTANTI CHE HANO PERSO LA VISTA DURANTE LE PROTESTE
Un rapporto dell’Organizzazione non governativa colombiana “Temblores” riporta che almeno 14 persone hanno perso totalmente la vista durante le repressioni della polizia in occasione delle proteste contro il governo avvenute nei mesi scorsi.
Secondo il rapporto redatto dall’ong colombiana “Temblores” che ha monitorato le repressioni compiute dalla polizia e dallo Squadrone Mobile Anti Sommossa (ESMAT) durante le proteste contro il governo di Ivan Duque almeno 14 manifestanti hanno perso totalmente la vista. Degli oltre 100 casi registrati, il rapporto ha rilevato che almeno 14 hanno perso un occhio e un numero uguale di vittime è rimasto con perdita totale della vista.
Secondo i dati raccolti nel rapporto, il 54,37% delle lesioni agli occhi si è verificato nella capitale, Bogotá; mentre l’11,65 per cento era nella Valle del Cauca e il 7,77 per cento nella regione del Cauca. L’organizzazione ha inoltre rivelato che, tra il 28 aprile e il 20 luglio, la maggior parte delle persone colpite erano studenti di età compresa tra i 18 e i 22 anni.
Il coordinatore della piattaforma Alejandro Rodríguez ha sottolineato che il governo colombiano di Iván Duque aveva a disposizione un armamento specifico da usare contro i manifestanti. “In una democrazia e in uno stato sociale di diritto, la protesta è un diritto”, ha continuato.
Il documento esorta inoltre le autorità a rispettare le disposizioni della Corte suprema di giustizia del 2020, sulla garanzia dei diritti di espressione, riunione, protesta pacifica e libertà di stampa, ma evidentemente in Colombia questi diritti non valgono.
Le manifestazioni iniziarono il 28 aprile scorso per protestare contro le nuove leggi che il governo voleva introdurre in campo economico. Le riforme che volevano rendere ancora più liberale lo stato furono rifiutate dalla popolazione che scese in piazza per protestare. La polizia e lo Squadrone Mobile Anti Sommossa, un corpo di elite impiegato per reprimere le manifestazioni, fin dai primi momenti repressero i manifestanti con inaudita violenza. Decine di persone che manifestavano pacificamente furono uccise, oltre un centinaio persero la vista parzialmente o totalmente a causa dei colpi di arma da fuoco sparati dalle forze dell’ordine, alcune decine di donne e ragazze furono violentate durante la detenzione, molti manifestanti furono arrestati arbitrariamente e detenuti in carceri illegali.
Tutto questo accadeva in una nazione in cui la violenza la fa da padrona e sotto l’occhio indifferente della comunità internazionale sempre attenta ad alzare il dito quando i diritti umani delle popolazioni vengono solo presuntamente violati. In Colombia, dove la violazione dei diritti umani è una pratica comune, nessuno ha pensato di applicare sanzioni al governo di Ivan Duque per le repressioni durante le manifestazioni. Ma siccome la Colombia è un paese alleato degli Stati Uniti le pratiche repressive verso chi dissente sono permesse.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info