PANDORA PAPERS: LA PIU’ GRANDE FILTRAZIONE DI DOCUMENTI FINANZIARI DELLA STORIA
Il Consorzio Internazionale dei Giornalisti di Investigazione (ICIJ), composto da oltre 600 giornalisti provenienti da 117 paesi e da oltre 150 testate, ha pubblicato la più grande quantità di documenti della storia che riguardano le attività finanziarie offshore denominati Pandora Papers. Il team giornalistico ha studiato oltre 11,9 milioni di documenti dai quali si evince che la macchina finanziaria offshore tocca ogni angolo del globo e coinvolge molti dei più noti personaggi mondiali inclusi molti politici.
Una delle principali conclusioni del lavoro giornalistico è che “la macchina del denaro offshore opera in ogni angolo del pianeta, comprese le più grandi democrazie del mondo”. “Tra i principali attori del sistema ci sono istituzioni d’élite, – banche multinazionali, studi legali e studi contabili – con sede negli Stati Uniti e in Europa”, ha detto l’ICIJ.
Secondo uno dei documenti dei Pandora Papers, le banche di tutto il mondo hanno aiutato i loro clienti a creare almeno 3.926 società nei paradisi fiscali con l’aiuto di uno studio legale panamense, chiamato Alemán, Cordero, Galindo & Lee, guidato da un ex ambasciatore negli Stati Uniti “Lo studio, noto anche come Alcogal, ha creato almeno 312 società nelle Isole Vergini britanniche per i clienti del gigante dei servizi finanziari statunitensi Morgan Stanley”, sottolineano i giornalisti.
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I documenti trapelati espongono i segreti finanziari e le procedure offshore adottate da 35 presidenti attuali ed ex, più di 100 miliardari e più di 300 alti funzionari pubblici, come ministri, giudici, sindaci e leader militari di oltre 90 paesi.
Tra i molteplici casi citati, è stato rivelato che l’ex primo ministro britannico Tony Blair e sua moglie Cherie hanno risparmiato più di $ 400.000 durante l’acquisto di una casa del valore di $ 8,8 milioni attraverso una società offshore, sebbene questa fosse una procedura legale. Il primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, che è in attesa di rielezione questa settimana, ha spostato $ 22 milioni a società offshore per acquisire una proprietà in Francia.
Inoltre nei documenti vengono rivelati l’acquisto di 14 case di lusso negli Stati Uniti e nel Regno Unito per un valore di oltre 106 milioni di dollari da parte del re Abdullah II di Giordania attraverso società di comodo registrate nei paradisi fiscali ed il possesso da parte dei figli del primo ministro pakistano Imran Khan di appartamenti di lusso a Londra.
Per avere un’idea della grandezza delle rivelazioni, alcuni dei protagonisti che compaiono nei risultati dell’inchiesta giornalistica sono: il Presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, il Presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, i figli del Presidente del Cile, Sebastián Piñera, gli ex presidenti della Colombia, César Gaviria e Andrés Pastrana, l’ex Presidente dell’Honduras, Porfirio Lobo, gliex presidenti di El Salvador, Alfredo Cristiani e Francisco Flores, l’ex presidente del Paraguay, Horacio Cartes, l’ex Presidente del Perù, Pedro Pablo Kuczynski, gli ex presidenti di Panama, Juan Carlos Varela , Ricardo Martinelli ed Ernesto Pérez Balladares, il Ministro dell’Economia del Brasile, Paulo Guedes, l’ex Primo Ministro di Haiti, Laurent Lamothe, il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, il Presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky, il Presidente del Gabon, Ali Bongo, il Presidente del Congo, Denis Sassou-Nguesso.Nei.
Nei Pandora Papers figurano 35 leader politici mondiali di cui 14 ancora attivi e 21 ritirati. I Pandora Papers includono, tra gli altri statisti, come detto,, i tre attuali leader latinoamericani: il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso; il presidente del Cile, Sebastián Piñera e il leader della Repubblica Dominicana, Luis Abinader. Inoltre, le fughe di notizie includono altri alti funzionari latinoamericani: 11 presidenti in pensione, 90 politici di alto livello e un governatore della banca centrale.
Secondo i documenti trapelati, il presidente ecuadoriano Guillermo Lasso ha avuto legami con 10 società e trust offshore a Panama e negli Stati Uniti nel South Dakota e nel Delaware: Bretten Trust, Liberty US Trust, Bernini Foundation, Bretten Holdings, Da Vinci Foundation, Real Estate Foundation, Nora Group Investment Corp., Pietro Overseas SA, Positano Trade LLC e Tintoretto International Foundation.
Bretten Trust e Liberty US Trust sono stati creati nel 2017 e Lasso ha autorizzato il trasferimento a questi due trust di società gestite da due fondazioni di interesse privato panamensi, chiamate Bernini e Barberini. Secondo le regole di ogni fondazione, dopo la morte di Lasso sarebbero stati effettuati distribuzioni mensili ai beneficiari, tra cui $ 20.000 per sua moglie, $ 2.000 per i suoi figli e $ 1.500 per suo fratello.
Il Presidente ecuadoriano ha dichiarato di non avere alcun rapporto con i Bretten Trust e Liberty US Trust mentre le altre società sono state tutte chiuse da tempo, ha continuato affermando che comunque tutte le sue società erano legali e legittime al tempo in cui sono state costituite.
Il presidente dominicano è legato a due società panamensi: Littlecot Inc. e Padreso SA, create prima che Abinader assumesse la presidenza del paese nel 2020. I file indicano che le azioni erano inizialmente “al portatore”, un meccanismo che consentiva di nascondere l’identità dei proprietari delle azioni. Anche ilPresidente dominicano per mezzo dei suoi portavoce ha dichiarato che le due società offshore sono legali.
L’inchiesta giornalistica indica che l’attuale presidente cileno Sebastián Piñera è stato coinvolto in diverse attività offshore. I figli di Piñera possedevano il 33,3% delle azioni del progetto minerario di Dominga. Nel dicembre 2010, quando Piñera era già presidente da nove mesi, la sua famiglia ha venduto i titoli della sua società mineraria all’uomo d’affari ed amico d’infanzia del presidente Carlos Alberto Délano. La vendita è stata effettuata attraverso due società di comodo registrate nelle Isole Vergini britanniche. La vendita è stata siglata con due documenti: uno firmato in Cile per 14 milioni di dollari e l’altro nelle Isole Vergini britanniche per 138 milioni di dollari. Il pagamento doveva essere effettuato in tre tranche, ma con una condizione: l’ultimo pagamento sarebbe stato effettuato solo se il governo del Cile non avesse dichiarato l’area di operazioni del progetto Dominga come santuario naturale. L’esecutivo di Piñera ha deciso di non promuovere l’iniziativa ambientale e, in questo modo, è stata erogata la terza tranche. A tale proposito il manager delle società della famiglia piñera, ha sottolineato agli investigatori che l’inquilino di La Moneda non ha partecipato, né era a conoscenza dei dettagli della vendita del progetto Dominga.
Insomma nessuno dei tre presidenti sud americani avrebbe commesso alcun illecito salvo aver occultato milioni di dollari di imposte non pagate nei rispettivi paesi di origine. Cosa questa che del resto sembra essere del tutto lecita anche se pome molte questioni morali ma queste ultime non sembrano avere molta importanza.
Gli Stati Uniti negli ultimi anni sono diventati una delle nazioni in cui le pratiche offshore sono più comuni. Infatti una dozzina di stati tra cui il South Dakota e il Nevada sono diventati “leader nel business della vendita di riservatezza finanziaria.
Nel 2014, gli Stati Uniti hanno rifiutato di aderire a un accordo, sostenuto da oltre 100 giurisdizioni, che costringerebbe le istituzioni finanziarie statunitensi a condividere informazioni su attività estere sconfessando così il luogo comune che dipinge i paradisi fiscali come piccole isole tropicali coperte da lussureggianti palme.
Grazie alle progressive leggi che garantiscono l’anonimato miliardi di dollari si sono spostati dalle classiche destinazioni tropicali ed europee verso alcuni stati come il South Dakota. In questo stato sono più che . quadruplicati i depositi finanziari raggiungendo la stratosferica cifra di oltre 360 miliardi di dollari.
Ma non solo politici e finanzieri fanno parte dei nomi di coloro che hanno usato società offshore per occultare i loro averi. Infatti nei Pandora Papers compaiano anche nomi di personaggi dello spettacolo tra cui Shakira, Elton John e Julio Iglesias.
La cantante colombiana figura nei Pandora Papers con tre società registrate nelle Isole Vergini britanniche: la Light Productions Limited, la Light Tours Limited e la Titania Management Inc. Secondo i documenti, l’artista colombiana ha aperto le società offshore quando è stata indagata dalle autorità fiscali spagnole nel settembre 2018.
La rock star britannica Elton John avrebbe una dozzina di società offshore registrate nelle Isole Vergini Britanniche il cui direttore è suo marito, David Furnish.
La star spagnolaJulio Iglesias avrebbe decine di società offshore in vari paradisi fiscali come le sopracitate Isole Vergini Britanniche e nove società a Miami. Inoltre tra i personaggi famosi menzionati nella ricerca figurano anche la ex modella Claudia Schiffer e Ringo Starr, uno dei membri del famoso gruppo dei Beatles.
Secondo i documenti resi noti anche Pepe Guardiola, attuale allenatore del Manchester City ed ex allenatore del fc.C Barcellona, avrebbe avuto un conto in Andorra fino al 2012. L’ex calciatore avrebbe approfittato del condono fiscale promosso in Spagna dal Governo di Mariano Rajoy, pochi mesi dopo aver lasciato il Barça, per regolarizzare quasi mezzo milione di euro, pagando solo il 10%, come stabilito dall’allora ministro delle Finanze, Cristóbal Montoro.
Secondo queste informazioni, Guardiola appare come beneficiario di una società chiamata Repox Investments, collegata al conto andorrano e registrata a Panama, tra il 2007 e il 2012, gli stessi anni in cui è stato allenatore di F.C. Barcelona.
Secondo una delle persone più vicine all’allenatore, ha ricevuto in quel conto i suoi stipendi come giocatore del club del Qatar Al Ahli, in cui ha giocato dal 2003 al 2005, perché i suoi consiglieri temevano che il Tesoro gli avrebbe fatto pagare le tasse nel paese. (RT)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo,info