DITEMI SE QUESTA E’ DEMOCRAZIA …
di Patrizio Digeva
Voi che siete smarriti di fronte alle manipolazioni dei tradizionali mass media di matrice liberale, ditemi se questa è democrazia.
Voi che vi fate trarre in inganno da mass media irrimediabilmente occidentalocentrici, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che credete alle tendenziose informazioni di giornalisti come Saviano et similia, che hanno l’ardire di strumentalizzare l’immagine di una donna sostenitrice del governo cubano in maniera tale da creare una narrazione contraria alla realtà per alimentare ulteriormente il falso spettro della dittatura cubana, ditemi se questa è democrazia;
Voi che definite Cuba una dittatura, pur essendo esso un Paese sotto un embargo criminale da decenni e che esporta medici nelle peggiori aree di crisi del pianeta piuttosto che armi per destabilizzare Paesi stranieri, ditemi se la vostra non è ipocrisia più che democrazia.
Voi che credete al falso mito della dittatura cubana, ma accettate i medici di quel Paese, ditemi se questa non è ipocrisia più che democrazia.
Voi che volete ignorare che non c’è nulla di umano e di moralmente accettabile nel vedere un ininterrotto bloqueo verso Cuba solo perché questa piccola isola coraggiosa ha avuto l’ardire di nazionalizzare le proprietà statunitensi per sottrarsi al giogo imperialista, ditemi se questa è democrazia.
Voi che non vedete che nella Cuba post-1959 un’efficiente rete di prevenzione e di assistenza medica pubblica e gratuita ha contribuito al raggiungimento di uno dei più alti tassi di speranza di vita in tutto il continente americano e all’infuori di esso, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che di Cuba volete ignorare la singolare presenza di una bassissima mortalità da Covid-19, tale da fare invidia a molti Paesi occidentali più sviluppati economicamente ma non moralmente, a partire dall’insaziabile Golia strangolatore lì vicino, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che non riuscite ad accettare il fatto che Cuba sia l’unico esempio vivente al mondo di un Paese produttore di un vaccino a livello statale senza l’intermediazione del profitto privato, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che non volete notare la singolare bellezza di chiamare il proprio vaccino “Soberana” per rimarcare la fierezza di un popolo a non aver ceduto alle criminose pressioni straniere, ditemi se la vostra non è più malafede che democrazia.
Voi che siete oggetto della più ideologica e bigotta disinformazione corporativistica senza che neanche ve ne rendiate conto, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che siete digiuni di basilari nozioni storiche e non vi soffermate a riflettere sul perché, nella stragrande maggioranza dei casi, storicamente siano proprio stati i movimenti comunisti a guidare le nobili e coraggiose lotte di emancipazione dei popoli sottomessi, ditemi se siete onesti e democratici conoscitori della storia.
Voi che fate parte di una società in cui i mass media consapevolmente agiscono in maniera tale da non darvi la possibilità di dotarvi di proprie abilità critiche per non farvi contemplare alternative esistenziali auspicabilmente di gran lunga migliori di quella presente, ditemi se siete maturi per considerarvi cittadini di una democrazia.
Voi che, in fin dei conti, in tempi di crisi sanitaria siete molto più inclini ad accettare una sembianza di anarchia sociale, per la quale il mio culo deve valere molto più di quello degli altri, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che vi dovete accontentare di politicanti del calibro di Trump, di Salvini oppure di Bolsonaro et similia, dichiaratamente e presuntuosamente reticenti ad accettare un semplice gesto, ma di grande responsabilità collettiva, come quello di indossare la mascherina, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che vivete in una società in cui i profitti vengono ripartiti tra un monopolio, o tutt’al più oligopolio, e l’altro, ma le perdite sono endemicamente socializzate tra gli strati più vulnerabili e più deboli della società, ditemi se questa è democrazia.
Voi che non volete accettare l’oggettività di queste considerazioni per sottomettervi alla propaganda capitalista, più subdola e pericolosa perché meno appariscente ma molto più pervasiva, ditemi se questa è democrazia.
Voi che siete circondati da bufale mediatiche e dai più ambigui personaggi che non credono nei vaccini, nelle mascherine, nel cambiamento climatico in atto; ma che credono nella dittatura sanitaria e che si scoprono scienziati dopo un paio di click sul web, mettendo così a repentaglio la vita dei più vulnerabili, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che avete periodicamente constatato la presenza in vari Paesi occidentali di raccapriccianti scene di persone ammassate mentre protestavano contro l’uso della mascherina, alimentando ulteriormente la diffusione e la capacità di mutazione del virus, rimanendo però in silenzio o inerti di fronte alla progressiva mattanza economica e sociale a noi di fronte, ditemi se questa è democrazia.
Voi presunti intellettuali e giornalisti aspiranti tuttologi, vassalli e meretrici al servizio del pensiero unico dominante, che credete che le fake news non possano provenire dai mass media liberali, ma fate finta di ignorare che alcune tra le più grandi e pericolose bufale della storia recente sono state create ad hocproprio dal Golia di turno, ditemi se questa è democrazia.
Voi intellettuali tradizionali, di gramsciana memoria, custodi di quest’ordine culturale ed immorale costituito, basato su interessi oligarchici ed imperialistici, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che supportate quest’egemonia culturale borghese che, tuttavia, non può esser fino in fondo posta al servizio della collettività intera finché gli interessi elitari che contemplano l’inevitabile sfruttamento della “campagna” nel fare gli interessi “della città” di turno sono predominanti, ditemi se la vostra è veramente democrazia.
Voi che difendete questo sistema basato sulla biasimevole e continua ricerca del soddisfacimento materialistico personale ed immediato senza alcuna prospettiva di lungo termine, ditemi se è democrazia.
Voi che siete oggetto inconsapevole del processo di mercificazione per via di strutturali interessi elitari e vi fate manipolare dai più acerrimi nemici di qualsiasi, reale o presunto, tentativo di ridistribuzione della ricchezza, ditemi se questa è reale democrazia.
Voi che date per scontato che le notizie dal mondo liberale siano incontrovertibilmente veritiere ed autorevoli e che gridate al complotto e all’eresia degna della più becera Inquisizione ideologica contemporanea di fronte al maturare di prospettive politiche ed esistenziali alternative, ditemi se questa è democrazia.
Voi che, digiuni di nozioni storiche e privi di capacità critiche, ignorate l’indubbio e notorio apporto benefico delle radicali riforme strutturali di matrice socialista in Paesi dove gli strati più indigenti sono stati endemicamente soggetti allo sfruttamento da parte di una ristretta oligarchia di origine europea prostrata agli interessi dell’imperialismo straniero, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che non vi rendete conto che l’imperialismo non nasce e finisce solo entro gli angoli della Casa Bianca, ma è una forma mentis; è un approccio esistenziale e mediatico di stampo oligarchico al quale anche la vostra quotidiana ignoranza contribuisce, ditemi se questa è democrazia.
Voi liberali in filosofia e liberisti in economia, che credete di avere la verità in tasca, assimilando esclusivamente la democrazia di stampo socialista -per la quale l’innaturale privilegio elitario di sfruttare gli altri esseri umani vanifica tutte le altre libertà borghesi e liberali finora conquistate- ad alcune minoritarie degenerazioni storiche di una parte della sinistra radicale, ditemi se questa è democrazia.
Voi che vedete solo i morti di queste degenerazioni ideologiche, in tal modo strumentalizzando e mistificando in toto il pensiero comunista, ma non vedete i morti che il sistema capitalista cagiona quotidianamente nei Paesi più sfruttati e reietti nel sud del mondo, ditemi se questa è democrazia.
Voi che vedete solo i morti che degenerazioni storiche di taluni sistemi socialisti hanno provocato, senza però controbilanciare questa faziosa osservazione con i più fulgidi esempi dei Partiti izquierdisti democraticamente eletti; oppure con i più nobili esempi dei militanti comunisti e democratici, patrioti anti-imperialisti arrestati e decimati in massa dalle dittature di destra in giro per il mondo, con l’esplicito avallo militare e logistico di Washington, ditemi se siete democratici conoscitori della storia.
Voi che –per via di una voluta noncuranza sistemica verso la verità e l’onestà storica- ignorate, ad esempio, il fatto che durante la guerra in Vietnam gli USA hanno ignominiosamente gettato in Indocina tre volte tanto il numero di tutte le bombe usate durante la Seconda Guerra Mondiale, ditemi se il vostro modello da seguire è sinonimo di democrazia.
Voi che nemmeno potete immaginare di quanto inchiostro ci sarebbe ancora da usare per poter elencare tutto lo scempio cagionato da Washington nel suo cortile di casa latino e all’infuori di esso, ditemi se la vostra è democrazia.
Voi che -per tutte queste ragioni- spesso tendete a paragonare a prioril’esperienza del fascismo/nazismo con quella del comunismo, che sono prospettive di vita ontologicamente agli antipodi: di oppressione e di follia distruttrice le prime due, di libertà con fini collettivistici e non solo esclusivamente individualistici la seconda, ditemi se siete maturi cittadini per una reale democrazia.
Voi che, infine, potrete sentire i nomi di militanti comunisti e rivoluzionari morti per l’auspicabile instaurazione di un governo democratico, ma che ignorate il fatto che non potrete mai sentire di fascisti o nazisti morti per la libertà di altri esseri umani, ditemi se la vostra conoscenza è realmente democratica.
Voi che –quindi- siete spesso moralmente apatici, intellettualmente appiattiti ed insensibili alle ingiustizie del mondo e del vostro Paese e guardate il dito ma non la luna, senza nemmeno cercare di arginare il vostro ossequio allo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, ditemi se la vostra è democrazia.
Patrizio Digeva