GLI STATI UNITI OSCURANO 33 SITI DI INFORMAZIONE IRANIANA
Gli Stati Uniti bloccano oltre una trentina di siti di informazioni appartenenti alla Repubblica Islamica dell’Iran tra i quali Press TV ed Al-Alam.
La misura di sequestro dei siti iraniani è stata presa dall’Ufficio dell’Industria e Sicurezza, dall’Ufficio di Controllo delle Esportazioni e dall’F.B.i. degli Stati Uniti ieri. Nei portali dei suddetti media statali compaiono da questo martedì avvisi con messaggi che spiegano che le pagine sono state sequestrate in conformità con le leggi statunitensi, che consentono la confisca di proprietà legate al “traffico di tecnologie o materiali connessi alle armi nucleari”.
Il sequestro dei siti riguarda i domini .com e .net, restano invece attivi tutti i siti registrati con dominio .ir, resta quindi accessibile il sito di Press Tv registrato con dominio iraniano. Nell’avviso, il Dipartimento di Giustizia fa riferimento alle leggi federali che regolano i poteri del presidente in relazione a “minacce insolite e straordinarie” e alla dichiarazione di emergenza nazionale. Sembra quindi che la libera informazione fornita nei siti iraniani minacci la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Paradossale questa posizione dell’amministrazione Biden che si erge a paladina nella lotta alla libertà di stampa internazionale. Libertà che però deve essere allineata alle direttive imposte dal paese a stelle e strisce.
L’oscuramento dei siti iraniani avviene nel bel mezzo dei colloqui che si stanno tenendo a Vienna che hanno l’obiettivo di rilanciare l’accordo sul nucleare con Teheran sospeso da quando l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump ha ritirato unilateralmente gli Stati Uniti. Una misura che ha chiaramente un risvolto politico ovvero quello di cercare di innervosire i funzionari iraniani presenti a Vienna per farli abbandonare il tavolo delle trattative.
Ma non solo i 33 siti legati al governo iraniano sono stati oscurati dall’amministrazione statunitense. Infatti altri siti di informazione siriana, irachena e palestinese sono incappati nelle restrizioni statunitensi. Tra i siti oscurati figurano l’agenzia stampa irachena Al Maloomah e il canale televisivo Al Kawthar Tw.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info