IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA RISOLUZIONE SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI A CUBA
Il Parlamento Europeo ha approvato un progetto di risoluzione intitolato “Sui diritti umani e la situazione politica a Cuba” presentato dall’estrema destra europea ma evidentemente appoggiato anche da altri settori estranei a quei gruppi. Infatti la risoluzione è passata con 386 voti a favore, 236 contrari e 59 astensioni.
La risoluzione era stata presentata da Vox (Spagna), Fratelli d’Italia e HSP-AS (Croazia), dal gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, dal PiS polacco, dal Partito Popolare spagnolo (PP) e dall’alleanza liberale Renew Europe, a cui appartiene anche la FDP tedesca. Tutti partiti di estrema destra che paradossalmente hanno appoggiato le direttive degli Stati Uniti. Dico paradossalmente perché quando li senti parlare invocano la sovranità delle nazioni e poi alla resa dei conti si inginocchiano a quanto arriva da Miami. Questa risoluzione ha l’unico scopo di stringere la corda intorno al collo di Cuba.
Ma vediamo cosa hanno approvato i nostri parlamentari europei. La risoluzione approvata mischia le presunte limitazioni alle libertà di espressione del Movimento San Isidro ad incarcerazioni arbitrarie i cui dati sono forniti da organizzazioni finanziate dagli Stati Uniti in un mix di fandonie e inesattezze davvero sconcertante.
Nel dettaglio nella risoluzione approvata dal Parlamento Europeo al punto 1 si legge che l’EU “condanna fermamente la presenza di prigionieri politici, le sistematiche e persistenti persecuzioni politiche, gli atti di vessazione e le detenzioni arbitrarie nei confronti dei dissidenti a Cuba; condanna inoltre gli attuali attacchi contro artisti del movimento San Isidro, dissidenti pacifici, giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani e membri dell’opposizione politica; chiede la cessazione immediata di tali azioni ed esorta le autorità cubane a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici e coloro che sono arbitrariamente detenuti solo per aver esercitato la loro libertà di espressione e di riunione; condanna fermamente la detenzione arbitraria di Aymara Nieto Muñoz, Mitzael Díaz Paseiro, Iván Amaro Hidalgo, Edilberto Ronal Arzuaga Alcalá, Yandier García Labrada, Denis Solís González, Luis Robles Elizástegui e dei 77 prigionieri di coscienza; esprime solidarietà ai membri del Movimento San Isidro e a tutti gli attivisti e difensori dei diritti umani nei loro sforzi per promuovere la libertà di espressione a Cuba”. Le persone citate sono tutte, come dimostrato chiaramente dai documenti che ho pubblicato in altri articoli, alle dipendenze di organizzazioni finanziate dagli Stati Uniti per creare sovversione nel paese caraibico.
Al punto 3 la risoluzione recita che sempre l’Unione Europea “si rammarica profondamente per la mancanza di impegno e volontà da parte del regime cubano di adoperarsi per compiere progressi, anche minimi, verso il cambiamento o di aprire canali che potrebbero consentire di riformare il regime, migliorando la partecipazione sociale e politica, nonché le condizioni di vita dei cittadini; deplora il fatto che, nonostante l’accordo di dialogo politico e di cooperazione sia entrato in vigore quasi quattro anni fa, la situazione relativa ai diritti umani e alla democrazia non sia migliorata e non abbia portato a risultati positivi sostanziali e tangibili per il popolo cubano; chiede il rispetto degli obblighi vincolanti stabiliti nell’accordo in questione e l’adozione di chiari parametri di riferimento a tale riguardo”. Adesso mi aspetto un giudizio simile anche per il governo amico di Ivan Duque in Colombia dove evidentemente nessuno sta violando i diritti umani di alcuno. Oltre 70 manifestanti uccisi dalla polizia sono un’inezia per i parlamentari europei.
“riconosce il diritto del popolo cubano di chiedere la democratizzazione del proprio paese attraverso un dialogo con la società civile e l’opposizione politica al fine di stabilire una tabella di marcia verso elezioni democratiche multipartitiche”, si legge al punto 4, come se la plurarità di partiti garantisse una reale democrazia.
Al punto 7 si cerca di istituzionalizzare il Movimento San Isidro come un interlocutore politico indipendente della presunta opposizione al governo cubano tralasciando però che i loro membri sono finanziati dagli Stati Uniti, quindi non proprio indipendenti sul piano strettamente politico. Infatti si “invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a riconoscere l’esistenza di un’opposizione politica al governo cubano e, di conseguenza, a coinvolgerla nei dialoghi politici istituzionalizzati, formali, aperti e pubblici tra l’UE e Cuba, a sostegno dei pilastri dell’accordo di dialogo politico e cooperazione”.
Non poteva mancare un riferimento alle missioni mediche cubane all’estero comprese quelle che i medici cubani hanno realizzato l’anno scorso in ed ad Andorra in aiuto alla lotta contro il corona virus. Seguendo quanto iniziato da Donald Trump e non smentito da Joe Biden in relazione al presunto sfruttamento da parte dello stato cubano del lavoro dei medici cubani la risoluzione afferma al punto 10 che “condanna le violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto del lavoro commesse dallo Stato cubano nei confronti del suo personale sanitario in servizio all’estero nell’ambito di missioni mediche in violazione delle convenzioni fondamentali dell’OIL ratificate da Cuba; esorta Cuba ad attuare e rispettare in maniera efficace la Convenzione americana sui diritti dell’uomo, così come le Convenzioni 29 e 105 dell’OIL; invita il governo cubano a garantire il diritto dei cubani ad uscire dal proprio paese e a rientrarvi, anche per i dottori che partecipano a missioni mediche all’estero, in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani; invita il governo cubano a ratificare il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali e a garantire il diritto alla libertà di associazione, compresa la registrazione delle organizzazioni, e alla contrattazione collettiva, in linea con le norme dell’OIL”. Poi mi fa ridere che l’Unione Europea che chiede sempre a gran voce riforme in senso liberale del mercato del lavoro si erga a difensore dei diritti dei lavoratori cubani che come è arcinoto non sono obbligati in nessun modo a svolgere missioni mediche internazionali. Semplicemente tali missioni gli permettono di guadagnare stipendi più alti che in patria, invece di preoccuparsi dei medici cubani farebbero meglio a preoccuparsi delle migliaia di giovani che, specialmente in Italia, abbandonano il loro paese per emigrare in altre nazioni in cerca di fortuna.
Nella premessa alla risoluzione il punto F cita come fonte relativa alle incarcerazioni arbitrarie i dati forniti dall’Osservatorio cubano dei diritti umani. Ma chi è l’Osservatorio cubano dei diritti umani? Una delle tante organizzazioni controrivoluzionarie finanziate dai contribuenti statunitensi. Infatti l’Osservatorio cubano dei diritti umani ha ricevuto dalla NED (National Endowment for Democracy) nel 2017 127.974 dollari, secondo quanto riporta Cuba Debate, per le sue azioni sovversive contro il governo cubano. Una fonte certamente attendibile non influenzata da tenere ben di conto quando si parla di diritti umani a Cuba. Nel punto citato si legge che “considerando che il parere 50/2020 del gruppo di lavoro del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, pubblicato il 14 ottobre 2020, avverte che la violazione sistematica dei diritti umani da parte delle autorità cubane è prassi comune; che, negli ultimi dodici mesi fino al 1º giugno 2021, sono stati registrati 199 casi di prigionieri politici a Cuba, con 65 nuovi casi di detenzione politica; che dall’inizio del 2021 il mese di aprile è stato il più repressivo, come testimoniato dall’Osservatorio cubano dei diritti umani che ha documentato oltre 1 018 azioni repressive contro attivisti per i diritti umani e giornalisti indipendenti, di cui 206 casi di detenzioni arbitrarie e 13 casi di gravi violenze; che, secondo l’organizzazione dei difensori dei prigionieri, attualmente vi sono150 prigionieri politici detenuti a Cuba”.
La risoluzione ha lo scopo di tentare di far naufragare l’accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri e Cuba firmato nel dicembre 2016 e applicato in via provvisoria dal 1º novembre 2017.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Qui il testo integrale della risoluzione:
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-9-2021-0346_IT.html
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