RITORNO ALLA NORMALITA’: LIBERTA’ DI LICENZIAMENTO E SPRITZ SENZA MASCHERINA E COPRIFUOCO
Lentamente il corona virus sta sparendo e lentamente stiamo tornando alla normalità, ma quale normalità ci attende alla fine del tunnel? Quella che abbiamo lasciato oltre un anno fa o qualcosa di peggio?
Grazie alle misure, anche se tardive e talvolta contraddittorie, messe in campo dai governi che si sono susseguiti nel nostro paese, grazie alla campagna vaccinale anche se non troppo rapida l’Italia piano piano sta uscendo dalla pandemia e allo stesso modo cerca di tornare alla normalità. Ogni giorno possiamo leggere o ascoltare nei telegiornali che l’Italia ed il mondo. almeno quello occidentale che ha accesso ai vaccini, sta ritornando alla normalità ovvero alla situazione precedente la pandemia. Una normalità che la popolazione attende con molta ansia per ritornare a vivere ed alle vecchie abitudini.
Ma la normalità che ci aspetta alla fine del tunnel come sarà? Sarà come quella che abbiamo lasciato oppure sarà migliore o peggiore? Nei mesi più cupi della pandemia, soprattutto agli inizi, circolavano molti articoli scritti da illustri giornalisti e commentatori che ipotizzavano una nuova visione del mondo dopo la pandemia. Fantasticavano sulla possibilità che questa grave crisi sanitaria avrebbe reso l’umanità più umana, che tutti ci saremmo resi conto che la vita ed il mondo in cui viviamo era stata messa in serio pericolo. Ipotizzavano un mondo più giusto ed equo, ipotizzavano la necessità di abbandonare le vecchie pratiche economiche capitalistiche, io ho sempre diffidato da questa visione utopica del mondo dopo la pandemia.
Ho scritto, in quei giorni, varie volte che dopo la fine della pandemia il mondo sarebbe stato, nel migliore dei modi, come quello che avevamo lasciato anche se avevo ipotizzato che sarebbe stato peggiore. In questi giorni in cui si discute tra riaperture delle discoteche e numero di persone che si dovranno sedere attorno al tavolo del ristorante negli ambienti ministeriali e di governo si parla anche della cessazione del blocco dei licenziamenti.
Come è noto per le grandi imprese dall’inizio della pandemia vige il divieto di licenziamento dei lavoratori. Ma con l’imminente ritorno alla normalità anche licenziare torna ad essere una pratica normale. La discussione al momento verte su quando tale provvedimento deve essere eliminato e chi potrà essere licenziato. Alcune settimane fa anche la Commissione Europea, sempre attenta ai diritti dei lavoratori, si era espressa affermando che l’Italia doveva sospendere il divieto di licenziamento. Tra i partiti di governo, nella vecchia logica di tutela degli interessi degli imprenditori, le posizioni sono apparentemente diverse ma nella sostanza tutti sostengono la necessità di concedere agli industriali il permesso di licenziamento.
La posizione più comica, per non dire assurda, è quella che autorizzerebbe le aziende di quei settori che in questi ultimi tempi hanno avuto una ripresa a licenziare i lavoratori in eccesso, invece per le aziende dei settori in difficoltà questa possibilità viene rimandata per qualche mese, fino ad autunno. Insomma le aziende che vanno bene possono iniziare a licenziare, quelle che invece hanno ancora problemi non possono farlo. Una domanda però a questo punto sorge spontanea: perché un’azienda che ha lavoro dovrebbe licenziare i propri lavoratori? Semplice, per riassumerne altri con contratti diversi o con paghe più basse. Un imprenditore potrà licenziare un lavoratore sindacalizzato ed assumerne un altro che invece non lo è, oppure potrà licenziare un lavoratore con contratto a tempo indeterminato ed assumere un nuovo lavoratore con contratto a termine o ancora pagare semplicemente meno il nuovo operaio.
Secondo alcuni studi almeno 100 mila lavoratori rischiano il loro posto di lavoro anche se Confindustria afferma che non saranno più di 70 mila i lavoratori da licenziare. Insomma un’inezia secondo Via dell’Astronomia. Poi c’è chi cerca di indorare la pillola affermando che così sarà più facile per chi cerca lavoro trovarlo. E color che lo hanno perso dove li mettiamo?
Ma gli italiani sembrano, come sempre accade quando si parla di licenziamenti o di mercato del lavoro, indifferenti ed anestetizzati, come se a nessuno di loro potesse capitare di essere licenziato dal proprio datore di lavoro. L’attenzione degli italiani adesso è proiettata solo alle prossime vacanze ed alla possibilità, tanto agognata, di bere l’aperitivo senza doversi preoccupare della mascherina o del coprifuoco.
Insomma questa prima misura che il governo dovrà prendere al più presto ci fa capire in quale direzione sarà la nuova normalità che ci aspetta in fondo al tunnel. Come ho scritto all’inizio di questo articolo io non ho mai creduto che il nuovo mondo sarebbe stato migliore di quello pre pandemia e da quanto si vede mi sembra che avevo ragione.
Ultima, ma non meno importante nota, è quella che la Commissione Europea ha già iniziato a porre una data per il ripristino del pareggio di bilancio. Si parla degli inizi del 2023, data non troppo lontana che significherà, per il nostro paese, riforme e tagli della spesa pubblica senza precedenti. Ma agli italiani interessa lo spritz senza mascherina e coprifuoco.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info