A MENO DI DUE SETTIMANE DALLE ELEZIONI IN PERU’ UN MASSACRO SCONVOLGE IL PAESE. SOLO UN CASO?
La polizia nazionale del Perù conferma il massacro di 18 persone avvenuto nella notte tra domenica e lunedì a a San Miguel, capitale del distretto di Vizcatán del Ene, nella provincia di Satipo. Il governo responsabilizza del massacro il movimento Sendero Luminoso.
Il massacro è stato compiuto in una zona conosciuta come il Vraem (la Valle de los ríos Apurímac, Ene y Mantaro). Tra le persone uccise figurano 10 uomini, 6 donne e 2 bambini, ha riferito il capo della polizia César Cervantes anche se è in attesa di un rapporto completo da parte dei suoi agenti che si sono recati sul luogo del massacro. Secondo le prime informazioni le persone uccise non sono state ancora identificate perché dopo aver compiuto il massacro i killer hanno bruciato i cadaveri.
Il massacro avviene a meno di due settimane dal secondo turno delle elezioni presidenziali che vedono il candidato del Partito Perù Libre Pedro Castillo scontrarsi con la candidata del Partito Fuerza Popular Keiko Fujimori. Tutti i sondaggi danno in testa il candidato della sinistra Pedro Castillo anche se la candidata della destra Keiko Fujimori sembra risalire nelle preferenze dei peruviani. Del massacro sono stati incolpati subito dopo la scoperta dei corpi, con un comunicato redatto dal comando congiunto delle forze armate peruviane, i guerriglieri del movimento Sendero Luminoso che però da oltre venti anni hanno cessato qualunque azione violenta. Sul luogo del massacro è stato trovato un volantino firmato da un fantomatico braccio armato del Partito Comunista.
Da parte sua Pedro Castillo ha definito il massacro un atto terrorista ed in un messaggio su Twitter ha scritto che i crimini come questo prima delle elezioni in questo settore stanno purtroppo diventando una tradizione con chiari obiettivi politici a favore della destra. Il candidato di Perù Libre si riferiva agli attentati che a pochi giorni dalle elezioni negli anni passati hanno insanguinato il suo paese favorendo la destra.
Il fujimorismo si è sempre avvalso di attentati e di propaganda anti comunista per impressionare l’elettorato prima di una importante elezione e in questo modo condizionare il voto dei peruviani.
Anche questo massacro potrebbe non essere un caso fortuito. Nel 2001 un’imboscata contro una pattuglia militare che andava a Choquetira, nel Cusco provocò la morte di cinque soldati. Il fatto avvenne il 4 giugno, un giorno prima del secondo turno elettorale per le elezioni presidenziali. Chi ottenne un beneficio dall’attentato? Keiko Fujimori.
Nel 2016 un’imboscata ad un convoglio militare che stava andando a Macachacra, en Santo Domingo de Acobamba, en Concepción, Junín, provocò la morte di tre soldati e due civili. Anche questo massacro avvenne il giorno precedente il primo turno delle elezioni generali che si tennero il 10 aprile 2016. Alle elezioni il Partito Fuerza Popular di Keiko Fujimori ottenne 73 congressisti che gli permisero di controllare il Congresso. Fu penalizzata invece la candidata di sinistra Verónika Mendoza che arrivando terza non poté partecipare al ballottaggio. Al secondo posto si piazzò il candidato del Partito PPK sempre di destra e vicino al fujimorismo.
Nel corso dei suoi comizi Keiko Fujimori ha più volte agitato il classico spettro del comunismo. Ha più volte ripetuto che non possiamo lasciare il paese ad un governo guidato da un comunista perché altrimenti il Perù diventerà come il Venezuela di Nicolas Maduro. Ma i proclami evidentemente non sono sufficienti per riguadagnare punti sul rivale Pedro Castillo quindi gettare la colpa sui comunisti del massacro avvenuto nella notte tra domenica e lunedì potrebbe essere il modo giusto per rientrare nei giochi politici peruviani per Keiko Fujimori.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info