BRASILE: PARTE LA COMMISSIONE DI INCHIESTA SULLA PANDEMIA
di Alessandro Vigilante
Nel Brasile della catastrofe sanitaria della pandemia, giovedì prossimo, 22 aprile, inizieranno ufficialmente i lavori della Commissione Parlamentare d’Inchiesta (CPI) che dovrà appurare le responsabilità rispetto alla (disastrosa) conduzione delle attività di contrasto al Covid-19.
Nel valzer dei tre poteri costituzionali, la settimana scorsa, i giudici della Corte Suprema avevano obbligato il Senato – con una votazione di 10 a 1 – ad installare la CPI, con l’intento di fiscalizzare l’attuazione dell’esecutivo rispetto alla pandemia.
Il legislativo ha immediatamente recepito il monito ed ha composto la CPI con 11 senatori titolari e 7 supplenti, tutti maschi, scelti con il criterio della rappresentatività dei rispettivi partiti nel Senato della Repubblica. Non sono mancate le polemiche, da parte dell’esecutivo e dei partiti che lo appoggiano, rispetto alla presunta illegittima ingerenza del potere giudiziario nel richiedere la Commissione.
Nella CPI il governo non ha la garanzia di raccoglire la maggioranza, 5 senatori sono di opposizione o prossimi all’opposizione, un senatore è indipendente e gli altri 5 sono governisti o prossimi al governo.
La CPI lavorerà all’appurazione di 4 linee investigative che condurranno ad altrettante sub-relazioni.
La prima valuterà la questione dell’acquisto dei vaccini e altre misure di contenimento del virus. Saranno richieste informazioni sulle giustificazioni che il governo ha fornito per essersi rifiutato di acquistare, a metà del 2020, 70 milioni di dosi offerte a suo tempo dalla Pfizer. Si tenterà anche di accertare che l’esecutivo abbia agito in maniera deliberata per cercare che si determinasse la contaminazione in breve tempo del più alto numero di brasiliani possibili, con l’illusione che ciò avrebbe potuto portare all’ ipotetica “immunità di gregge”.
La seconda sub-relazione si concentrerà sul collasso del sistema sanitario a Manaus, la capitale dello Stato di Amazonas, in particolare sulla crisi della mancanza di ossigeno e sull’applicativo informatico lanciato dal governo che promuoveva un fantomatico “trattamento precoce”, il quale avrebbe dovuto salvare la popolazione a partire da farmaci completamente inutili (o perfino dannosi) alla prevenzione del contagio.
La terza sub-relazione, oltre a sviscerare a fondo la questione dell’acquisizione di farmaci senza la comprovata efficacia nella lotta alla pandemia, esaminerà i ritardi nell’acquisto degli anestetici, dei sedativi e dei bloccatori neuromuscolari indispensabili per i pazienti da intubare.
Infine, la quarta analizzerà i vari contratti firmati dal Ministero della Salute e la distribuzione delle risorse federali agli Stati membri e ai municipi.
La CPI ascolterà le deposizioni di per lo meno 15 persone che assumevano incarichi di comando nel governo durante la pandemia, come Fábio Wajngarten, Ministro della Comunicazione, per gli stavaganti annunci ottimistici dei dati del contagio. Poi, naturalmente l’ex-Ministro della Salute recentemente dimesso, il generale Pazuello; l’ex-Ministro degli esteri Ernesto Araújo, anch’esso recentemente coercitivamente sostituito, che sarà interrogato sui negoziati del Brasile con i governi di altri paesi e con le multinazionali in merito all’acquisto di vaccini, ma anche di aghi e siringhe, tuttora scarseggianti. Sarà convocato anche il generale Fernando Azevedo, ex-Ministro della Difesa, anche lui recentemente dimesso, rispetto al coinvolgimento dell’Esercito nell’esorbitante, dispendiosa ed immotivata produzione di clorochina.
La Commissione indagherà anche varie entità mediche che hanno stimolato l’uso di farmaci senza alcuna comprovanza scientifica e imprese di assicurazioni sanitarie private che hanno obbligato i medici ad usarle. I professori e gli scienziati specialisti del settore che accompagneranno gli interrogatori per coadiuvare la CPI sono stati già scelti.
La presidenza della Commissione sarà ocupata dal senatore governista Omar Azis, che già ha mostrato la sua posizione tendenzialmente “compensatrice”, dichiarando che in tutto il paese, negli Stati e nei municipi, non vi è governo di destra, centro o centrosinistra che non sia caduto in equivoci nella pandemia e il numero dei morti è alto anche negli Stati governati da chi non la pensa come Bolsonaro.
Il relatore della CPI sarà il senatore Renan Calheiros, vecchio leader del partito di centro MDB che tradì Dilma con l’impeachment, tra l’altro attualmente investigato per corruzione e lavaggio di denaro, che mostra un atteggiamento più combattivo, dichiarando alla stampa che: “la CPI indagherà sui fatti compiuti. Approfondendo le indagini si saprà se possiamo ritenere qualcuno responsabile. Se emergeranno responsabilità, esse avranno conseguenze penali, civili e amministrative. Ma non possiamo prevedere in anticipo cosa accadrà, sarebbe un mero esercizio di futurologia”.
Un altro senatore della Commissione, Tasso Jereissati del PSDB di centrodestra ma oppositore di Bolsonaro, è stato più contundente nel dichiarare in una intervista alla Folha de São Paulo che: “non c’è nessun dubbio che uno dei principali colpevoli della situazione a cui siamo arrivati è il governo federale. Se nel corso della CPI, ad esempio, emergessero prove che l’operato della Presidenza della Repubblica ha ostacolato e boicottato il processo di distanziamento sociale, ciò potrebbe costringerlo a comportarsi diversamente”.
Ma per intendere quale sia la postura di Bolsonaro, il giorno seguente alla pubblicazione della su citata intervista, il presidente ha mandato il seguente messaggio ai suoi critici: ha ignorato i protocolli sanitari e si è presentato in pubblico, dando la mano a per lo meno 150 persone, senza usare la mascherina e causando un affollamento, durante un viaggio a Goianápolis nello Stato del Goiás. Nell’evento Bolsonaro era al fianco del generale Pazuello, suo fallimentare ex-Ministro della Salute recentemente sostituito, che come premio per la sua brillante attuazione genocida sta per essere promosso alla carica di Segretario Speciale alla Modernizzazione dello Stato, direttamente al servizio della Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica.