I medici cubaniI medici cubani

NON MESCOLIAMO LE CARTE SULLA VOTAZIONE DELL’TALIA AL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI 

Ci sentiamo in dovere di aggiungere alcune precisazioni ad un post apparso su Facebook di Emanuele Fiano del Partito Democratico riguardo la votazione dell’Italia al Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra. 

Giustamente Emanuele Fiano sottolinea che la risoluzione a cui l’Italia ha votato contro non è quella che chiede, in sede Onu, la cessazione del blocco economico, commerciale e finanziario verso Cuba ma una risoluzione presentata al Consiglio  dei Diritti Umani di Ginevra.

Non si può liquidare l’intera vicenda come una notizia falsa perché alcuni giornali e alcuni social network hanno sbagliato. Noi che siamo stati i primi a sollevare l’inopportunità che l’Italia in  questa votazione abbia votato contro non abbiamo confuso le due questioni, si tratta di due risoluzioni diverse presentate in due organismi diversi. La risoluzione presentata dalla Cina ed altri paesi chiede in sostanza di non usare le sanzioni, che nella risoluzione vengono definite misure coercitive, per scopi politici e di pressione verso altri paesi da altri che ne limitano il pieno godimento dei diritti.

Cuba, come gli altri paesi sottoposti a sanzioni, non viene direttamente chiamati in causa ma chi conosce la storia dell’isola sa benissimo che è sottoposta a sanzioni ed il blocco ne è la prova inequivocabile. La risoluzione pone invece l’accento sul fatto che le sanzioni applicate ai paesi sono illegali e mettono in serio pericolo lo sviluppo, la crescita economica e sociale e le conseguenze ricadono soprattutto sulle persone più deboli come bambini, donne e invalidi. Inoltre in una situazione come quella che oggi viviamo tutti a livello mondiale a causa della pandemia rende più vulnerabili i paesi sanzionati perché per loro è più difficile o addirittura impossibile dotarsi di medicinali o attrezzature mediche.

Parlare di ingratitudine del nostro paese verso i Cuba ed i suoi medici crediamo sia del tutto legittimo. Aver votato a favore della condanna delle sanzioni nel Consiglio dei Diritti Umani avrebbe dato un segnale chiaro a Cuba ed al mondo. Ogni governo è libero di votare secondo convenienza ma ci sentiamo di dire ad Emanuele Fiano di non mescolare le due risoluzioni per cercare di uscire da una situazione non del tutto edificante per il nostro paese. Il nostro governo sa benissimo che Cuba è un paese sotto sanzioni e che queste provocano grandi sacrifici alla popolazione e mettono in grave pericolo la salute dei cittadini degli stati sottoposti a sanzioni.

La stessa Sindaca di  Crema Stefania Bonaldi  si rammarica in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi della posizione presa dall’Italia in questa votazione (lettera che pubblichiamo separatamente nel nostro sito).  

Di seguito riportiamo alcuni punti della risoluzione in oggetto per far meglio capire cosa il nostro paese ha rifiutato:

La risoluzione inizia esaminando la situazione attuale:

”Esprimendo grave preoccupazione per l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sui diritti umani, il diritto allo sviluppo, le relazioni internazionali, il commercio, gli investimenti e la cooperazione”

“Riconoscendo che le misure coercitive unilaterali sotto forma di sanzioni economiche hanno ripercussioni di vasta portata sui diritti umani della popolazione degli Stati contro i quali sono dirette e colpiscono in modo sproporzionato i poveri e le classi più vulnerabili”

“Esprimendo la sua grave preoccupazione che, in alcuni casi, leggi, regolamenti e decisioni che impongono misure coercitive unilaterali abbiano un effetto extraterritoriale non solo nei paesi contro i quali sono diretti, ma anche, in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale, in paesi terzi che sono costretti ad applicare anche misure coercitive unilaterali”

Chiede:

“1. Esorta tutti gli Stati a smettere di adottare, mantenere o applicare misure coercitive unilaterali contrarie al diritto internazionale, al diritto internazionale umanitario, alla Carta delle Nazioni Unite e alle norme e ai principi che regolano le relazioni pacifiche tra gli Stati, in particolare misure di natura coercitiva con effetti extraterritoriali, che creano ostacoli alle relazioni commerciali tra gli Stati e quindi impediscono la piena efficacia dei diritti enunciati nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e in altri strumenti internazionali sui diritti umani, in particolare il diritto degli individui e dei popoli allo sviluppo”

“6. condanna fermamente il fatto che taluni poteri continuino ad applicare e far rispettare unilateralmente misure di questo tipo come strumento di pressione, compresa la pressione politica o economica, contro qualsiasi paese, in particolare contro i paesi meno sviluppati e in via di sviluppo, al fine di impedire loro che esercitano il diritto di decidere liberamente i propri sistemi politici, economici e sociali”

“8. Esprime la sua grande preoccupazione per il fatto che, in alcuni paesi, la situazione socioeconomica dei membri della famiglia, in particolare donne e bambini, sia influenzata da misure coercitive unilaterali imposte e mantenute in violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale. alle relazioni commerciali tra gli Stati, restringere la circolazione con i vari mezzi di trasporto, ostacolare la piena efficacia dello sviluppo sociale ed economico e costituire un ostacolo al benessere della popolazione dei Paesi colpiti, con particolari ripercussioni su donne, bambini, compresi gli adolescenti , gli anziani e le persone con disabilità”

“13. ribadisce che i beni di prima necessità, come cibo e medicine, non dovrebbero essere utilizzati come strumento di coercizione politica e che, in nessuna circostanza, le persone dovrebbero essere private dei loro mezzi di sussistenza e sviluppo”

“15. respinge qualsiasi tentativo di introdurre misure coercitive unilaterali e la crescente tendenza a farlo, anche attraverso l’emanazione di leggi di applicazione extraterritoriale”

“17. sottolinea la necessità che il sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite disponga di un meccanismo imparziale e indipendente per le vittime di misure coercitive unilaterali per sollevare questioni relative a rimedi e risarcimenti, al fine di promuovere la consegna di fatture e riparazioni”

Si conclude affermando che:

“30. esorta gli Stati a promuovere e preservare il multilateralismo e ad adottare le misure necessarie per rafforzare la cooperazione bilaterale, regionale e internazionale al fine di affrontare l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul pieno godimento di tutti i diritti umani”

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