KALLAS DIFFIDA I PAESI EUROPEI E NON A PARTECIPARE ALLA PARATA DEL 9 MAGGIO A MOSCA
L’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e le politiche di sicurezza, Kaja Kallas, ha diffidato tutti i paesi facenti parte dell’Unione Europea e quelli che sono in attesa di essere integrati nel blocco europeo da partecipare alle commemorazioni per l’80° anniversario della vittoria sul nazismo in programma il 9 maggio a Mosca.
Ha dichiarato a tale proposito che la partecipazione alle sfilate militari o ad altri eventi commemorativi dell’80.º anniversario della vittoria sul nazismo in Russia “non sarà presa alla leggera da parte europea”.
Sulla stessa linea si è pronunciato il cancelliere lettone, Baiba Braze, affermando che Bruxelles ha dato “istruzioni molto chiare” affinché “i candidati [all’adesione al blocco] non partecipino agli eventi del 9 maggio secondo i valori dell’Unione europea”. Velli questi valori, andatene fieri …
Come era ovvio la maggior parte dei rappresentanti europei si sono allineati alle direttive impartite da Kaja Callas, Fuori dal coro si è invece espresso il primo ministro slovacco Robert Fico affermando che parteciperà alla parata del 9 maggio sottolineando che nessuno può negarglielo.
Fico ha dichiarato di opporsi all'”avvertimento e alla minaccia” di Kallas definendoli come “irrispettosi”. “Vado a Mosca il 9 maggio. L’avvertimento della signora Kallas è un ricatto o un annuncio che sarò punito al mio ritorno da Mosca? Non lo so, ma so che è l’anno 2025, non 1939”, ha scritto sui social media. Ha anche indicato che la posizione del capo della diplomazia europea conferma che “è necessario un dibattito nell’UE sulla natura della democrazia”.
Ha Inoltre sottolineato che è “il primo ministro legittimo della Slovacchia, un paese sovrano”. “Nessuno può dirmi dove dovrei o non dovrei viaggiare. Andrò a Mosca per rendere omaggio alle migliaia di soldati dell’Armata Rossa che sono morti nella liberazione della Slovacchia. Così come i milioni di altre vittime della dissolutezza nazista. Così come ho presentato i miei rispetti alle vittime dello sbarco in Normandia, o del Pacifico, o andrò a rendere omaggio ai piloti della RAF [Real Air Force britannica]”, ha continuato.
Il primo ministro slovacco ha anche sottolineato che è “uno dei pochi nell’UE che ha costantemente parlato della necessità di pace in Ucraina” e che non è “uno degli ardenti sostenitori” del conflitto russo-ucraino “senza senso”.
Da parte sua, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha comunicato che più di 20 capi di Stato e di governo sono attesi alla parata militare per commemorare l’80.º anniversario della vittoria sul nazismo. Oltre al primo ministro della Slovacchia, diversi leader e alti funzionari mondiali hanno annunciato i loro piani per visitare la capitale, tra cui i presidenti di Cina, Serbia, Venezuela, Brasile e Cuba, tra gli altri.
Le minacce ai paesi che sono in attesa di entrare nell’Unione Europea non sono velate, infatti l’ingresso della Serbia nel blocco europeo potrebbe essere bloccato se il suo presidente, Aleksandar Vucic, si recherà in Russia per partecipare alla parata militare del Giorno della Vittoria, riferisce The Telegraph.
Le autorità europee hanno avvertito il leader serbo – che ha recentemente confermato che incontrerà il suo omologo russo, Vladimir Putin, “dopo tre anni e mezzo”, in occasione della sua visita a Mosca per la parata. Belgrado ha fatto domanda per entrare a far parte del blocco nel 2009 ed è stato dichiarato candidato all’adesione nel 2012, ma questa visita potrebbe mettere in discussione la sua adesione, secondo i democratici europei di Bruxelles.
“Dobbiamo assicurarci che capiscano che alcune decisioni hanno un costo”, ha dichiarato il segretario generale del ministero degli Esteri estone, Jonatan Vseviov, sottolineando che “la conseguenza è che non entreranno nell’UE”. “I russi si sono sforzati molto per far andare la gente. […] Per noi, questa sarà una prova del fuoco importante. Fondamentalmente, guardiamo se sono dalla nostra parte o se giocano nell’altra squadra”, ha aggiunto.
Jonatan Vseviov, come la stessa Kallas, giocano evidentemente nella squadra che vuole portarci in guerra con la Russia a tutti i costi e non in quella che vuole la pace. Infine a Bruxelles si è consumata un’altra bella pagina di democrazia, quella democrazia che tanto ci ostiniamo a sbandierare ai quattro venti in ogni frangente..
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info