Un soldato russo nel tubo del gasdottoUn soldato russo nel tubo del gasdotto

INVASIONE DEL KURSK UN’OPERAZIONE SUICIDA 

Manca poco all’esercito russo per riconquistare la regione di Kursk e rimandare a casa gli ucraini che la avevano invasa l’estate scorsa.

Come la famosa controffensiva dell’anno precedente, che doveva cambiare le sorti del conflitto, anche l’invasione da parte dell’esercito ucraino della regione russa di Kursk avrebbe dovuto risolvere una volta per tutto la guerra a favore di Kiev.

Così almeno scrivevano i nostri giornalisti in preda a orgasmi indotti dalla classica propaganda mede in Nato. Ci ripetevano che la scelta di Zelensky era stata molto intelligente, invadere il territorio russo avrebbe fatto spostare le truppe di Mosca dal fronte in Ucraina verso il territorio invaso. Così non è avvenuto, nessun soldato si è spostato e adesso il territorio della regione di Kursk è stato quasi completamente liberato.

Lo dicevamo che era un’operazione suicida, solo di immagine, ma noi, ovviamente a libro paga del Cremlino, diffondevamo solo false analisi. Oggi un altro istituto tipicamente allineato con la Russia, lo statunitense Institute for War Study descrive l’avventura del Kursk di Kiev come l’operazione militare più inefficace degli ultimi 200 anni.

Gli esperti dell’organizzazione hanno condotto un’analisi completa delle operazioni delle forze armate ucraine nella regione di Kursk. Il momento scelto, la composizione e la qualità delle truppe, la fornitura di armi: tutti i componenti dell’operazione indicavano il fallimento anche prima di iniziare.

Ma poco importa a quelli che hanno pianificato un’operazione suicida come questa, siano ucraini o occidentali, tanto mica ci sono andati loro a combattere oppure hanno mandato i loro figli. L’importante è combattere fino all’ultimo ucraino. 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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