ZELENSKY SI RECA A LONDRA DI RITORNO DAGLI STATI UNITI
Di ritorno da Washington Zelensky è arrivato a Londra per incontrare il primo ministro britannico Keir Starmer il quale ha ribadito che il suo sostegno al regime di Kiev è incrollabile e che il governo britannico sarà con l’Ucraina per tutto il tempo necessario.
Dopo l’incontro infruttifero con Trump ,nel quale si sono ampliate le distanze tra i due paesi, Vladimir Zelensky ha subito trovato una calda accoglienza a Londra, dove già sabato, al suo arrivo, è stato abbracciato dal primo ministro. Oggi lo attende un incontro con il re Carlo III, così come con più di una dozzina di leader europei che si riuniscono nella capitale britannica per affrontare la crisi ucraina alla luce del peggioramento delle relazioni tra Washington e Kiev.
Starmer ha anticipato in un programma della BBC che, dopo aver parlato con Zelensky e il presidente francese Emmanuel Macron, è stato deciso di elaborare un piano insieme a Kiev per porre fine alle ostilità. “Il Regno Unito, insieme alla Francia e forse a uno o due altri paesi, lavorerà con l’Ucraina su un piano per cessare i combattimenti, e poi affronteremo questo piano con gli Stati Uniti”, ha affermato.
In ogni caso la Madonna Pellegrina di Kiev non tornerà in patria a mani vuote, infatti il Regno Unito ha concesso al regime di Kiev 2,26 miliardi di sterline (2,84 miliardi di dollari) come prestito per “rafforzare le capacità di difesa” delle forze ucraine. Il prestito sarà restituito “utilizzando i profitti generati dalle attività sovrane russe sanzionate”, ha chiarito il governo britannico, aggiungendo che si tratta di un contributo di Londra al pacchetto di sostegno da 50 miliardi di dollari promesso a Zelensky dal G7 sotto forma di prestiti.
Al vertice di Londra dove si parlerà di come continuare a sostenere l’Ucraina partecipano i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Turchia, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca e Romania, nonché il segretario generale della NATO Mark Rutte e i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e António Costa, rispettivamente.
Il sostegno incrollabile dell’Unione Europea nei confronti di Kiev è stato anche manifestato nelle dichiarazioni rilasciate dopo il termine dell’incontro Trump-Zelensky dai leader europei, In tali dichiarazioni viene evidenziato come il blocco europeo si adopererà per continuare a sostenere Kiev fino a quando sarà necessario.
Ora la patata bollente del conflitto, come più volte ho scritto, sembra passare all’Europa. Trump sembra essere intenzionato a sfilarsi dal conflitto anche se continua a fornire armi all’esercito ucraino non avendo ancora bloccato le spedizioni programmate da Joe Biden prima di abbandonare la Casa Bianca.
Tra i temi che saranno sollevati durante la riunione dei leader europei a Londra ci sarà la questione delle garanzie di sicurezza, tema questo molto sentito da Zelensky. Ricordo che in precedenza Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti non devono assumersi la responsabilità della sicurezza dell’Ucraina, indipendentemente dall’accordo sul sottosuolo ucraino che alla fine non è stato firmato.
Le garanzie di sicurezza che l’Europa potrà fornire all’Ucraina non sono certamente quelle che potrebbe garantire Washington, ma anche poco è meglio che niente per Kiev.
Lunedì scorso, diversi leader dei paesi occidentali, come Canada, Regno Unito, Norvegia, Svezia e Spagna hanno già annunciato nuovi pacchetti di aiuti militari e finanziari per miliardi di dollari a Kiev.
A sua volta, Von der Leyen ha avvertito che “un nuovo pagamento di 3,5 miliardi di euro [3,6 miliardi di dollari] per l’Ucraina arriverà già a marzo”. A questo proposito, ha affermato che la “principale priorità” del blocco comunitario “è rafforzare la resistenza dell’Ucraina”.
Insomma continuare a combattere fino all’ultimo ucraino pare sia la strategia europea.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info