LE RELAZIONI CINA-AMERICA LATINA AL CENTRO DELLA SCENA GLOBALE
Estratto dal Programma 这就是中国 (China Now)
A cura di Herta Manenti
Il programma televisivo China Now (这就是中国), prodotto dalla Shanghai Oriental TV in collaborazione con l’Istituto di Studi Cinesi della Fudan University di shanghai, rappresenta una piattaforma unica per analizzare le dinamiche geopolitiche e socioeconomiche globali attraverso una prospettiva cinese. Il professor Zhang Weiwei, direttore dell’Istituto di Studi Cinesi della Fudan University, guida il dibattito con approfondimenti critici sulle politiche internazionali, rompendo i cliché occidentali e offrendo una narrazione basata sull’esperienza cinese. Nel recente episodio dedicato all’America Latina, intitolato “La “Cina moment in America Latina”, il focus è stato sulla crescente influenza economica e geopolitica della Cina nel continente. La visita del presidente cinese Xi Jinping in Perù e Brasile durante il 2024 ha rappresentato un momento cruciale per comprendere come la cooperazione tra Cina e America Latina stia ridefinendo il panorama globale.
Il viaggio in America Latina del presidente Xi Jinping: cooperazione sino-latinoamericana e riforma della governance globale
Dal 13 al 23 novembre 2024, il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha visitato il Perù per partecipare al vertice dei leader dell’APEC e ha effettuato una visita di Stato nel paese. Successivamente, si è recato in Brasile per partecipare al vertice del G20, accompagnato da un’altra visita di Stato. Questa serie di eventi ha suscitato grande attenzione a livello internazionale, venendo definita il “momento cinese” dell’America Latina.
Uno degli eventi più rilevanti di questa visita è stata l’inaugurazione del porto di Chancay in Perù, avvenuta tramite collegamento video tra il presidente cinese e la presidente peruviana Dina Boluarte. La realizzazione di questa infrastruttura rappresenta un cambiamento significativo per il commercio transpacifico: i tempi di navigazione tra America Latina e Asia si ridurranno da circa 40 giorni a poco più di 20. Il porto, costruito con investimenti cinesi, non solo rafforza le relazioni commerciali tra Cina e Perù, ma diventa un punto di collegamento per l’intera regione latinoamericana con l’Asia. Secondo le stime degli esperti, il porto di Chancay genererà benefici economici pari all’1,8% del PIL peruviano. Durante la fase di costruzione, il progetto ha creato 1.300 posti di lavoro diretti e oltre 8.000 indiretti.
Il Perù punta a trasformare Chancay in un hub logistico strategico per tutta l’America Latina, con l’obiettivo di diventare il “Singapore della regione”, fungendo da snodo per le merci provenienti dai paesi asiatici dirette in America Latina e per i prodotti latinoamericani destinati ai mercati asiatici, in particolare a Shanghai.
Anche la visita di Xi Jinping in Brasile ha rafforzato una relazione strategica consolidata da oltre 15 anni, durante i quali la Cina è stata il principale partner commerciale del paese. Nel corso della visita, sono stati firmati 38 accordi di cooperazione in settori chiave come agricoltura, commercio, investimenti, infrastrutture, industria ed energia. Il presidente brasiliano Lula ha sottolineato come, nonostante la distanza geografica, Cina e Brasile abbiano costruito un’amicizia strategica basata su interessi comuni e su una visione condivisa dello sviluppo globale.
Negli ultimi vent’anni, il commercio tra Cina e America Latina è aumentato esponenzialmente, passando dai 12 miliardi di dollari nel 2000 ai 489 miliardi di dollari nel 2023. Ad oggi, la Cina è il principale partner commerciale della maggior parte dei paesi latinoamericani. Finora, 22 paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno firmato accordi di cooperazione con la Cina nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI), con numerosi progetti già in fase di realizzazione. La complementarità economica tra la Cina e l’America Latina è molto elevata, e la cooperazione tra le due parti porta benefici concreti alle popolazioni dei rispettivi paesi.
Le reazioni degli Stati Uniti e la competizione strategica in America Latina
Gli Stati Uniti, che storicamente considerano l’America Latina come una propria area di influenza strategica, hanno seguito con attenzione e diffidenza la crescita della presenza cinese nella regione. In particolare, progetti come il porto di Chancay hanno suscitato critiche e preoccupazioni a Washington.
Nel maggio 2024, il comandante del Comando Sud degli Stati Uniti, Richard Heitkamp, ha dichiarato che il porto di Chancay potrebbe avere un utilizzo duale, sia commerciale che militare, sollevando dubbi sulla possibile presenza di navi da guerra cinesi. Inoltre, diversi think tank statunitensi hanno parlato di una presunta “coercizione economica cinese” nei confronti dell’America Latina.
Il Wall Street Journal ha pubblicato un’analisi in cui afferma che il porto di Chancay, controllato da investitori cinesi, potrebbe diventare il primo vero centro commerciale globale del Sud America. Tuttavia, il ministro degli Esteri peruviano, Javier González-Olaechea, ha risposto a queste critiche, sottolineando che se gli Stati Uniti sono preoccupati per l’espansione della Cina nella regione, dovrebbero aumentare i propri investimenti invece di limitarsi a sollevare timori strategici.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno lanciato diverse iniziative per contenere l’influenza cinese, come la “Partnership for the Americas” e il “Build Back Better World”. Tuttavia, la mancanza di fondi e di un impegno strutturale hanno reso questi piani difficilmente realizzabili, portando a una crescente disillusione tra i paesi latinoamericani.
Un articolo pubblicato sulla rivista Foreign Policy il 16 dicembre 2024 ha sottolineato il diverso approccio tra Cina e Stati Uniti nella regione. Mentre la Cina investe in infrastrutture e commercio, gli Stati Uniti continuano a privilegiare aiuti condizionati e supporto militare. Il confronto è stato evidente anche durante il vertice APEC: mentre Xi Jinping inaugurava il porto di Chancay, il presidente statunitense Joe Biden annunciava la donazione di nove elicotteri Black Hawk per contrastare il narcotraffico e prometteva la costruzione di una linea ferroviaria. Tuttavia, il divario tra promesse e risultati effettivi solleva interrogativi sulla reale capacità statunitense di competere con l’influenza cinese nella regione.
Un altro esempio significativo riguarda l’Argentina. Durante la sua campagna elettorale, il presidente Javier Milei aveva annunciato l’intenzione di interrompere le relazioni diplomatiche con Pechino. Tuttavia, una volta insediato, ha progressivamente modificato la sua posizione, fino a dichiarare la Cina un “partner commerciale interessante” e a programmare una visita ufficiale a Pechino nel 2025. Questo cambiamento riflette la crescente dipendenza economica dell’America Latina dalla Cina e la difficoltà per gli Stati Uniti di isolare Pechino dal mercato regionale.
In questo contesto, la Belt and Road Initiative si è rivelata una strategia vincente per la Cina, consolidando legami non solo con governi e imprese, ma anche con le popolazioni locali. L’effetto di questi investimenti è stato evidente in diversi paesi latinoamericani, dove nuove infrastrutture come autostrade, ferrovie e porti hanno trasformato il panorama economico.
A differenza di altre potenze che adottano un approccio condizionato nelle loro relazioni diplomatiche ed economiche, la Cina mantiene una politica di cooperazione a lungo termine, evitando ingerenze nei sistemi politici locali. Questa strategia ha permesso di costruire rapporti più stabili e duraturi con i paesi dell’America Latina.
Negli ultimi anni, questa cooperazione si è espansa anche in ambiti emergenti come l’energia rinnovabile, l’economia digitale e l’intelligenza artificiale. La crescente integrazione tra Cina e America Latina suggerisce che nei prossimi anni il continente latinoamericano potrebbe diventare un pilastro ancora più importante nella strategia globale cinese, contribuendo alla costruzione di un nuovo ordine economico internazionale basato su una maggiore multipolarità.
L’importanza dell’APEC e del G20 nella nuova governance economica globale
L’APEC e il G20 rappresentano due delle piattaforme più importanti per la cooperazione economica internazionale. Tuttavia, negli ultimi anni, il loro ruolo è stato messo alla prova da nuove sfide globali, tra cui la crescente protezione del mercato e le politiche di decoupling promosse dagli Stati Uniti.
L’APEC è nato in un periodo in cui la regione Asia-Pacifico stava vivendo un’espansione economica straordinaria, e il suo principale obiettivo è sempre stato la riduzione delle barriere tariffarie per favorire il commercio libero e aperto. Grazie a questo approccio, le tariffe medie della regione sono diminuite dal 17% al 5%, contribuendo alla crescita economica dell’area.
Tuttavia, da quando Donald Trump è salito al potere, gli Stati Uniti hanno spostato la loro attenzione sul concetto di Indo-Pacifico, ridimensionando il loro coinvolgimento nell’Asia-Pacifico. Al contrario, la Cina continua a vedere l’APEC come una piattaforma strategica fondamentale. Se gli Stati Uniti dovessero ridurre ulteriormente il loro impegno, la Cina e gli altri paesi della regione potrebbero comunque portare avanti il processo di integrazione economica.
Il G20 ha assunto un ruolo centrale nella governance economica globale dopo la crisi finanziaria del 2008, quando si è compreso che il G7 non era più sufficiente per affrontare le sfide economiche internazionali. Questo forum riunisce le 20 maggiori economie del mondo, coinvolgendo sia i paesi sviluppati che le economie emergenti. Tradizionalmente, il focus del G20 è stato sulle riforme del sistema finanziario globale, ma nei recenti incontri il dibattito si è allargato a temi cruciali come la lotta alla povertà e alla fame.
Durante il vertice in Brasile, queste questioni sono state discusse con particolare attenzione, poiché il presidente Lula ha posto al centro del suo programma la sicurezza alimentare e la riduzione della povertà. La Cina, avendo già maturato un’esperienza significativa nella lotta alla povertà all’interno del proprio paese, ha portato al tavolo del G20 proposte concrete per affrontare questi problemi su scala globale.
Nei precedenti vertici del G20, la Cina ha promosso iniziative per sostenere i paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione all’Africa. Quando Pechino ha ospitato il G20 a Hangzhou, ha posto lo sviluppo del continente africano tra le priorità dell’agenda, riconoscendo che il progresso dell’Africa è un fattore chiave per la stabilità economica globale.
Negli ultimi anni, la cooperazione tra Cina e Africa si è rafforzata attraverso investimenti infrastrutturali e commerciali. Progetti di grande rilevanza, come la costruzione di porti, ferrovie e reti energetiche, hanno migliorato la connettività del continente e facilitato il commercio. Questa strategia si sta ora estendendo anche all’America Latina, con investimenti che mirano a modernizzare le infrastrutture e a rendere le economie locali più competitive.
Brasile e Cina: cooperazione agricola e sviluppo tecnologico
Un settore in cui la cooperazione tra Cina e America Latina sta evolvendo rapidamente è quello agricolo. Il Brasile, in particolare, possiede una delle più grandi industrie agroalimentari del mondo, ma il settore è ancora fortemente dipendente dai fertilizzanti importati e da tecnologie industriali spesso obsolete.
Attualmente, è in corso un importante dialogo tra il governo brasiliano, il governo cinese e diverse aziende cinesi per sviluppare il settore dei fertilizzanti biologici e migliorare le tecnologie agricole. L’obiettivo è introdurre in Brasile tecnologie avanzate per la produzione di fertilizzanti organici ad alto rendimento, riducendo così la dipendenza da prodotti chimici importati e favorendo una transizione verso un’agricoltura più ecologica e sostenibile.
Parallelamente, sono previsti investimenti significativi nella produzione locale di macchinari industriali per la trasformazione agricola. Questo consentirebbe di migliorare la capacità di lavorazione dei prodotti agricoli direttamente nel paese, aumentando il valore aggiunto per i produttori locali e rendendo l’industria agroalimentare brasiliana più autonoma e competitiva.
La Cina ha già esperienza in questo campo, grazie a un modello di sviluppo che integra l’uso di tecnologie avanzate con una vasta rete di piccoli produttori. Se il progetto dovesse concretizzarsi, potrebbe portare a una trasformazione profonda del settore agricolo brasiliano:
– L’uso di fertilizzanti biologici innovativi migliorerebbe la qualità del suolo e aumenterebbe la produttività agricola senza impatti negativi sull’ambiente.
– L’introduzione di macchinari industriali moderni e accessibili darebbe maggiore autonomia ai produttori locali, riducendo il divario tra piccole aziende agricole e grandi industrie agroalimentari.
Questi sviluppi potrebbero rappresentare un primo passo verso una collaborazione più ampia tra Cina e Brasile nel settore dell’agricoltura sostenibile e della trasformazione industriale, rafforzando ulteriormente il legame tra i due paesi.
Herta Manenti