CUBA NUOVAMENTE NELLA LISTA DEI PAESI TERRORISTI: UNA RIFLESSIONE
Uno dei primi provvedimenti adottati dal nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump è quello che inserisce nuovamente Cuba tra i paesi che si suppone stiano patrocinando il terrorismo.
Come è noto il 14 gennaio l’uscente presidente statunitense Joe Biden aveva escluso l’isola da questa lista nella quale era finita un’altra volta proprio per volontà dello stesso Donald Trump nel 2021.
Una piccola riflessione sulla decisione di Donald Trump di inserirla nuovamente in questa lista penso sia doverosa. Innanzi tutto occorre ricordare che la decisione di Biden di escludere Cuba dall’arbitraria e illegale lista si basava sul fatto che non si erano trovate prove che dimostravano la partecipazione di Cuba nell’appoggio al terrorismo. Prima si inserisce una nazione in una lista che provoca notevoli problemi, poi si indaga.
Quindi se non sono state trovate prove della partecipazione di Cuba nel sostegno del terrorismo dalla precedente amministrazione, occorre domandarsi quali prove avrà mai trovato Trump per inserire nuovamente Cuba nella lista. Chiaramente nessuna, come non c’erano prove nel 2021 quando l’allora presidente Trump decise di inserirla nuovamente nella lista dei paesi terroristi, non ce ne sono oggi.
Appare evidente che le liste di proscrizione redatte dalla Casa Bianca non si basano su nessuna prova oggettiva, ma sono una delle tante manovre escogitate per sanzionare le nazioni che hanno deciso liberamente e legittimamente di non sottostare alle politiche imposte loro da Washington, E questa è la prova evidente, non c’erano prove nel 2021 come non ce ne sono adesso.
La decisione inoltre dimostra la debolezza del sistema politico statunitense che ha bisogno di sanzioni e liste di proscrizione per tentare di sovvertire i legittimi governi nei paesi, come detto, che non sono disposti a inginocchiarsi ai loro voleri. Non sono capaci di modificare il corso politico in alcuni stati che resistono, come Cuba, allora usano tutti i mezzi per tentare la sovversione. Non riescono a esportare la nostra democrazia in modo pacifico, quindi ci provano con le sanzioni e le liste dei cattivi servono proprio a questo. Cuba ha resistito per oltre sessanta anni al più lungo blocco economico, commerciale e finanziario della storia dell’umanità. Arrivato al potere Trump ha deciso di tornare alla politica di massima pressione contro la isla rebelde.
Le prove addotte nel 2021 da Donald Trump per inserire Cuba nella lista si basavano sul fatto che a L’Avana erano presenti i membri dell’Esercito di Liberazione Nazionale della Colombia per trattare con il governo di Bogotà una pace. Arrivato al potere in Colombia Ivan Duque decretò che l’ELN era un’organizzazione terroristica, questo è bastato a Trump per definire Cuba un paese che appoggiava il terrorismo. Una prova chiaramente strumentale, ma sufficiente per determinare l’inserimento dell’isola nella lista. Oggi si sono passati anche i pochi limiti di decenza che nel 2021 erano stati usati da Trump per sanzionare L’Avana. Infatti non sono state rese note le motivazioni della sua scelta, evidentemente non ce ne sono o almeno non sono state ancora fabbricate.
Se non fosse una cosa seria ci sarebbe davvero da ridere. Infatti ci troviamo di fronte a una decisione presa in modo unilaterale, senza alcuna prova a riguardo. Una situazione che mette in discussione proprio i valori democratici su cui si dovrebbe basare il nostro ordinato mondo. Un presidente può, secondo come si alza la mattina, decidere di punire un popolo oppure togliere la precedente punizione senza che nessuno possa dire nulla. E’ vero che loro sono gli Stati Uniti e noi non siamo un caxxo, ma qualcuno si dovrebbe almeno fare un esame di coscienza oppure farsi delle domande.
Infine come non parlare del modo del tutto infantile in cui si muovono i presidenti degli Stati Uniti. Come bambini si fanno i dispetti: Trump aveva inserito Cuba nel 2021 nella lista dei paesi terroristi per mettere in difficoltà la nuova amministrazione di Joe Biden, il quale. in risposta, ha tolto Cuba dalla lista. Oggi Trump la inserisce nuovamente per compiacere la base del suo partito che chiede una punizione esemplare contro Joe Biden che ha avuto l’ardire di contraddire la precedente decisione di Trump.
Non si può parlare che di comportamenti infantili da entrambi i presidenti perché non è credibile che Trump abbia preso per buono il fatto che Cuba ospitasse l’ELN per inserirla nella lista, come non si può pensare che ci siano voluti quasi quattro anni per rendersi conto che non c’erano prove contro L’Avana.
Ma alla fine chi continuerà a soffrire per le decisioni dei governanti degli Stati Uniti sarà il popolo cubano, ma alla Casa Bianca proprio questo cercano. Sperano che la popolazione, stanca per le continue limitazioni che tutte le sanzioni applicate all’isola provocano, portino i cubani alla tanto desiderata insurrezione interna che riporti Cuba sotto l’ombrello di Washington come lo era durante il periodo di Batista.
Mi dimenticavo di un particolare molto importante. Nella lista si suppone che Cuba stia patrocinando il terrorismo confermando che non ci sono prove a riguardo. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di supporre. Se nei sistemi democratici si suppone l’innocenza fino a prova contraria, contro Cuba si suppone la colpevolezza fino a prova contraria. Questa è la nostra democrazia a senso unico. Ma forse mi sbaglio …
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info