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CUBA: UNA MINACCIA AUTORITARIA PER GLI STATI UNITI  

 

Cuba, dal trionfo della rivoluzione, è diventata una spina nel fianco per gli Stati Uniti che in ogni modo hanno cercato di riprenderla sotto il loro ombrello, recentemente l’isola caraibica  è tornata al centro del dibattito strategico durante una riunione di alto livello tenutasi presso il Comando Sud degli Stati Uniti (SOUTHCOM), con sede a Doral, in Florida

Alla riunione hanno partecipato importanti leader diplomatici e militari statunitensi, tra cui il capo della missione diplomatica all’Avana, Mike Hammer, e l’ammiraglio Alvin Holsey, capo del comando sud degli Stati Uniti.

Secondo una dichiarazione rilasciata dall’ambasciata degli Stati Uniti all’Avana, l’incontro ha affrontato questioni chiave relative alla sicurezza nazionale nell’emisfero occidentale. Tra questi spiccano le strategie per affrontare le minacce che colpiscono la regione e gli sforzi per promuovere la democrazia, i diritti umani e lo sviluppo economico in America Latina e nei Caraibi.

E per fare questo è necessario normalizzare i governi che ancora resistono all’imperialismo statunitense, come Cuba e Venezuela. Ecco perché Cuba è nel mirino della Casa Bianca.

Occorre ricordare che il SOUTHCOM è un’organismo fondamentale nelle  politiche statunitensi. Il comando sud degli Stati Uniti è una delle strutture militari più importanti degli Stati Uniti, con oltre 1.200 membri tra personale militare e civile provenienti da vari rami delle forze armate e delle agenzie federali. Il suo mandato include la sicurezza in America Centrale, Sud America e Caraibi, con l’ulteriore responsabilità di proteggere il Canale di Panama, un punto strategico per il commercio globale che il nuovo presidente Trump vuole riprendere sotto il controllo di Washington.

In questo contesto, la leadership del Comando Sud ha ripetutamente espresso preoccupazione per l’influenza dei regimi autoritari nell’emisfero e chiaramente tra i paesi da riportare sotto il controllo dell’amministrazione statunitense c’è la ribelle Cuba che non intende convertirsi e tornare la colonia degli Stati uniti che era sotto il regime di Batista.

L’ammiraglio Alvin Holsey, che ha recentemente partecipato alla Conferenza sulla sicurezza delle Nazioni dei Caraibi (CANSEC) a Trinidad e Tobago, ha osservato che le minacce nei Caraibi continuano ad evolversi. Durante il suo intervento, ha sottolineato che i governi autoritari hanno cercato di espandere la loro presenza nella regione con il pretesto di investimenti, ma con l’obiettivo di consolidare la loro influenza. Non lo avessero fatto mai …

“La governance democratica viene attaccata da governi autoritari e comunisti. La sua influenza ha conseguenze a lungo termine, specialmente nel settore marittimo, dove lavoriamo per mantenere i corsi d’acqua, incluso il Canale di Panama, liberi, aperti e prosperi”, ha detto Holsey. Mi risulta che le navi del Corsaro Nero o dell’Olonese che attaccavano i vascelli spagnoli e olandesi da tempo sono sparite, forse restano solamente nelle loro menti malate.

Cuba, in particolare, è stata indicata come un attore chiave nel consolidamento di regimi affini nella regione, come quello di Nicolás Maduro in Venezuela.

Cuba era già stata criticata in passato, Il predecessore dell’ammiraglio Holsey, il generale Laura Richardson, aveva già avvertito nel 2022 che Cuba rappresenta una “influenza corrosiva nelle Americhe”. All’epoca, Richardson ha sottolineato che il regime cubano fornisce sostegno politico, militare e di intelligence al governo di Maduro, perpetuando una rete di autoritarismo nella regione.

Nell’incontro è stato ribadito come occorre per la sicurezza degli Stati Uniti combattere le minacce autoritarie nelle loro immediate vicinanze. E Cuba si trova a poche decine di miglia dai loro confini.

Insomma Cuba continua a essere un argomento prioritario nelle politiche statunitensi, e i ripetuti attacchi contro il governo di L’Avana ne dimostrano l’importanza. Ogni notizia che possa servire per colpire e discreditare l’attuale governo viene enfatizzata ed esasperata, si pensi ad esempio a quante volte viene ripetuto che i cubani stanno letteralmente morendo di fame, oppure come i disagi causati dai blackout elettrici sull’isola renderebbero una vacanza a Cuba un vero calvario. Per non parlare poi delle fantasiose invenzioni che vedrebbero l’isola come un paese dove la violenza è dilagante, dimenticandosi poi di parlare di Haiti o del Messico. 

Creare un clima sfavorevole attorno all’isola, dipingendola come una feroce dittatura, un paese violento e allo sbando che sistematicamente viola i diritti umani della propria popolazione serve chiaramente a indurre i cittadini occidentali a pensare che sia necessario un cambio di governo a Cuba. Vengono ovviamente taciuti i reali interessi che stanno dietro la volontà di riprendersi l’isola, ovvero il tentativo statunitense di dominare il Mar dei Caraibi e l’America Latina, da sempre considerato il loro cortile di casa.

Se poi aggiungiamo che Cuba è amica dei loro nemici giurati allora si capisce come l’isola rebelde sia importante per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Essere amici di Russia e Cina è un peccato mortale per la Casa Bianca. 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info  

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