Lula da Silva con il Ministro dell’Economia HaddadLula da Silva con il Ministro dell’Economia Haddad

BRICS+: 1 GENNAIO ’25 INAUGURATO LO STATUS DI “ASSOCIATO ESTERNO

di Andrea Vento

“Avanti piano verso ulteriori ampliamenti. Le priorità per il 2025 nella prima dichiarazione del Brasile all’assunzione della presidenza di turno

L’escalation delle tensioni geopolitiche e militari in atto da circa 3 anni nell’Est Europa, l’intensificarsi delle politiche sanzionatorie unilaterali occidentali e il clima di incertezza sui mercati internazionali a causa della “guerra dei dazi”, ha spinto negli ultimi due anni diversi Paesi del Sud globale a guardare con crescente interesse al percorso emancipatorio, geopolitico e geoeconomico, del Brics.

Il primo gennaio 2024, come abbiamo documentato in precedenza, si era già registrato il primo, significativo ampliamento con l’ingresso, in qualità di “stati membri” di Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Etiopia. Mentre, l’Arabia Saudita, pur essendone stata accettata la richiesta di adesione,  tutt’oggi non ha ancora provveduto a formalizzarne l’ingresso, rimanendo in una posizione di stallo non chiaramente definita.

Il raggruppamento, a seguito dei nuovi ingressi, ha conseguentemente assunto la denominazione di Brics+, suscitando interesse a collaborare, seppur a vario titolo, in oltre trenta di paesi, i quali,  sono stati conseguentemente invitati all’atteso 16° Vertice annuale, ai massimi livelli di rappresentanza politica, tenutosi a fine ottobre scorso a Kazan sotto la presidenza di turno russa. “Paesi interessati” che peraltro avevano già partecipato in consistente numero ai circa 250 incontri a livello ministeriale, settoriale e tematici che avevano preceduto il Vertice. Fra questi, in almeno 22 avevano al contempo presentato domanda di adesione al raggruppamento.

Nel corso del 2024, a seguito di una fase di confronto interno al nucleo originario dei 5 paesi Brics, era stata raggiunta una ragionevole convergenza sulla proposta russa di procedere gradualmente verso ulteriori ampliamenti al fine di evitare rischi legati alla coesione interna al raggruppamento, come abbiamo provato ad analizzare in precedenza. Proprio in quel contesto avevamo affermato che: “L’ingresso di nuovi membri innalza il livello di complessità del processo di creazione di un soggetto geopolitico coeso, passo indispensabile per la rimodulazione dell’ordine internazionale su base multilaterale”.

A Kazan quindi è stata approvata, nel contesto dell’organigramma del Brics+, l’introduzione del nuovo status di “associato esterno”, anche detto “partner”, in qualità di tappa intermedia verso la piena adesione. Ciò, principalmente, al fine di valutare la compatibilità al progetto Brics+ dello stato richiedente, di non alterare gli equilibri interni e di ricavarsi il tempo necessario per procedere al compattamento geopolitico interno, a nostro modesto avviso, la sfida più impegnativa del percorso.

Conseguentemente al termine del Vertice di Kazan oltre alla sostanziosa, in termini progettuali, relazione finale, sono stati divulgati i nomi dei 13 paesi ai quali era stato riconosciuto lo status di “associato esterno”.

Tuttavia, il 27 dicembre scorso, dalla presidenza di turno russa, ormai in dirittura di arrivo, sono stati comunicati i nominativi dei soli 9 stati che sarebbero entrati in veste di “partner” il 1 gennaio successivo. Tali nuovi “associati esterni”, ripartiti per area geografica, risultano: Indonesia, Malesia e Thailandia per il Sud-Est asiatico, Bielorussia, Kazakistan e Uzbekistan per lo spazio ex sovietico, Bolivia e Cuba per l’America Latina e Uganda per l’Africa. Deducendone che rispetto all’annuncio di Kazan non hanno, al momento, formalizzato l’adesione importanti paesi come: Algeria, Nigeria, Turchia e Vietnam.

Gli stati ammessi a tale titolo, oltre che presenziare ai summit ufficiali ai massimi livelli, ministeriali e settoriali senza diritto di voto formale, godranno della possibilità di poter partecipare a specifici progetti, di aderire ad accordi di natura economica e finanziaria e di cooperare su aree tematiche di interesse convergente, naturalmente nella prospettiva di una futura adesione come “membro effettivo”.

Quella dell’ “ampliamento alla prova della compattezza geopolitica”, espressione che riprendiamo da un nostro precedente lavoro, viene confermata questione fondamentale per il progetto anche da Dmitry Suslov, vicedirettore del Center for Comprehensive European and International Studies presso la National Research University Higher School of Economics di Mosca, in un’intervista rilasciata all’agenzia russa Tass proprio il 1 gennaio in occasione del trasferimento al Brasile della presidenza di turno del raggruppamento per il 2025. Suslov ha precisato infatti che: “L’accento principale dovrebbe essere e sarà riposto proprio nelle relazioni con i paesi partner. Tanto più che la posizione ufficiale del Brasile è del tutto coerente con quella della Russia in quanto un’ulteriore espansione a breve termine dei Brics non è opportuna, mentre è essenziale il massimo contenuto, porre l’accento sul partneriato e prestare la massima attenzione ad esso”.

Pur non toccando esplicitamente lo stesso argomento, la prima dichiarazione del governo brasiliano nel giorno di assunzione della presidenza conferma quali siano le priorità del raggruppamento nel breve-medio periodo: “La riforma della governance internazionale e la creazione di meccanismi per facilitare il commercio tra i membri”. Nello specifico vengono enunciati gli obiettivi, peraltro ambiziosi, già fuoriusciti dal Vertice di Kazan: “Lo sviluppo di sistemi di pagamento per semplificare il commercio e gli investimenti tra i membri, la promozione di una governance inclusiva e responsabile riguardo all’intelligenza artificiale e il miglioramento dei meccanismi di finanziamento per affrontare il cambiamento climatico e la tutela della salute pubblica”.

Al di la dell’aspetto formale del comunicato, tra le righe pensiamo di interpretare che gli sforzi si concentreranno, in linea con Kazan, in primis sulla creazione del preannunciato sistema di pagamento alternativo allo Swift occidentale, il Brics pay, basato sull’utilizzo della valute nazionali, anziché sul dollaro. Un sistema che consentirà di effettuare transazioni anche ai paesi sotto sanzioni unilaterali statunitensi al quale potranno aderire sia i paesi membri che gli associati esterni.

All’alba nella nuova presidenza Trump che, in linea col primo mandato, già preannuncia un aumento della pressione geopolitica e militare sull’America Latina, l’ottenimento dello status di “partner” da parte di Cuba con la conseguente possibilità di aderire alla nuovo sistema di pagamenti e di sviluppare commerci e investimenti in seno ai Brics+, potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per svincolarsi dalla profonda crisi che attanaglia il paese. Crisi, lo ricordiamo, causata soprattutto del sessantennale bloqueo unilaterale statunitense e del suo drastico inasprimento implementato da proprio da Trump con ben 242 misure restrittive introdotte durante il suo primo quadriennio alla Casa Bianca.

Conclusioni

La strada verso la ridefinizione degli assetti geopolitici globali su base multilaterale e verso la creazione di una architettura finanziaria alternativa a quello disegnata a Bretton Wood, basata sul dollaro e a guida occidentale, sembra esser stata razionalmente tracciata dal gruppo Brics+. Soprattutto dopo Kazan, sono state delineate con puntualità soprattutto le tappe del conseguimento del secondo obiettivo, grazie non solo all’implementazione del nuovo sistema di pagamenti internazionali, il Brics Pay, ma anche per mezzo, fra le varie, dell’introduzione di una moneta comune di conto del gruppo denominata R5. Futura valuta che l’esperto di finanza Raffaele Picarelli nella sua relazione “Il vertice di Kazan e la finanza dei Brics+” nel contesto del seminario Giga-Unigramsci, “Il ruolo del Brics+ nella transizione verso l’ordine multipolare” ne ha così efficacemente inquadrato le peculiarità, “Il processo dei Brics+ sembra tendere a una moneta comune ma non unica, cioè una moneta comune concorrente, aggiuntiva, dedicata agli scambi internazionali che consentirebbe di mantenere una certa sovranità in materia di tassi e per certi versi di (rapporto di. ndr) cambio”.

Condividendo le preoccupazioni del governo brasiliano, il coordinamento del Giga continua a ritenere che la sfida più impegnativa per il progetto dei Brics+ sia costituita dal conseguimento della compattezza geopolitica interna e di una postura unitaria sullo scacchiere internazionale. Opera che, come ventilato in precedenza, assumerà inevitabilmente una maggior complessità in relazione alle strategie e alla tempistica degli ampliamenti, come ha tenuto a precisare Brasilia nel discorso di insediamento alla guida del raggruppamento.

Andrea Vento 

Gruppo Insegnanti di geografia Autorganizzati

Approfondimenti:

[1] Vedi saggio Giga: L’ampliamento dei Brics ulteriore passo in avanti nella ridefinizione degli assetti geopolitici e geoeconomici internazionali – parte I

[2] Vedi articolo Giga: Al via il vertice Brics+ di Kazan: fondamentale passaggio verso un nuovo ordine internazionale multilaterale, equo e inclusivo. Paragrafo: La crescente platea degli “interessati”

[3] Vedi saggio Giga: L’ampliamento dei Brics ulteriore passo in avanti nella ridefinizione degli assetti internazionali – Parte IV – Brics+: l’ampliamento alla prova della compattezza geopolitica

[4] Vedi saggio Giga alla nota 3.

[5] Vedi saggio Giga alla nota 3.

[6] Il Brasile presiede i BRICS per concentrarsi sulle relazioni con i partner – esperto – Politica e diplomazia russa – TASS

[7] https://www.economiaefinanzaverde.it/2024/11/03/il-vertice-brics-a-kazan-ha-dato-il-via-ad-un-sistema-di-pagamento-anti-dollaro-la-bricspay/

[8] https://www.swissinfo.ch/ita/cuba-media-con-trump-in-quattro-anni-oltre-240-sanzioni/46328052

[9] Atti del seminario: videoregistrazioni, presentazioni e documenti https://giuliochinappi.wordpress.com/tag/brics/

[10] Il vertice di Kazan e la finanza dei BRICS+ di R. Picarelli. https://giuliochinappi.wordpress.com/2024/12/02/il-vertice-di-kazan-e-la-finanza-dei-brics/ – https://giuliochinappi.wordpress.com/2024/12/04/criptovalute-e-bancor/

Un pensiero su “BRICS+: 1 GENNAIO ’25 INAUGURATO LO STATUS DI “ASSOCIATO ESTERNO”
  1. Lula ha negato l’accesso al Venezuela e questo è un grande regalo all’imperialismo. Lo ha fatto sapendo che con questo gesto le prossime elezioni in Brasile le vincerà la destra fascista ed il processo di unità latinoamericana andrà a farsi benedire.

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